Resi online: sono un meccanismo sostenibile?

Acquistare e poi rendere fa bene al pianeta? Forse no: pensiamoci!

Foto di Angela Inferrera

Angela Inferrera

Consulente di stile

Consulente d'immagine, fashion editor ed esperta di moda sostenibile.

Pubblicato: 17 Novembre 2022 08:15

Acquistare e rendere è un meccanismo ormai consolidato: chi acquista on line, che siano capi di abbigliamento o qualunque altro bene, sa che il meccanismo del reso è sempre pronto e disponibile. Siamo sicuri però che sia una pratica sostenibile dal punto di vista ambientale?

Resi online: i costi ambientali

Acquistare on line senza provare un capo, lo capisco, è un po’ rischioso: non si conoscono le misure e le vestibilità, a volte non si riesce a valutare correttamente il colore, si fa fatica a capire se un capo ci sta bene o no. E quindi? Quindi rifugiarsi dietro il “beh, lo compro, se poi non mi va bene, lo rendo, tanto il reso è gratuito!” non è una soluzione molto sostenibile dal punto di vista ambientale.

Per prima cosa, dobbiamo considerare i costi di trasporto e di imballo di un bene: costi che hanno a che fare con l’emissione di CO2 sia per l’andata che per il ritorno. Inoltre, consideriamo anche non tutti i beni poi vengono rimessi a scaffale: purtroppo, per alcuni enormi colossi del web, è più conveniente distruggere gli articoli resi, che non rimetterli in vendita, anche se sono ancora perfettamente imballati. Capite il paradosso?

C’è un’altra pratica assurda poi che va molto di moda, soprattutto se si acquista dagli enormi market place virtuali: comprare un capo, tenere attaccato il cartellino, indossarlo e poi renderlo. Al di là del fatto che eticamente non è corretto, il capo potrebbe rovinarsi o macchiarsi, ma, siccome ha il cartellino, allora c’è chi si sente in diritto di poterlo rendere, accampando magari difetti che non c’erano.

Resi: sono un meccanismo sostenibile?

Come si comportano i brand sostenibili?

Questo è il motivo per cui molti brand sostenibili non consentono il reso gratuito della merce, ma lo mettono a carico del mittente. È un modo non solo per disincentivare un acquisto compulsivo e poco responsabile, ma anche per evitare di doversi poi prendere in carico il meccanismo dei resi. Soprattutto se i brand sono piccoli o se stiamo acquistando da realtà locali e non da market place colossali, accollarsi un reso, con tutto quello che ne consegue anche dal punto di vista tecnico e fiscale, non sempre è facilissimo. Ci sono anche piattaforme on line di second hand che rendono “appositamente” complicata la procedura di reso, proprio per fare in modo che la gente dci pensi due volte prima di acquistare.

Le soluzioni da adottare per i resi online

Una e molto semplice: pensiamoci due volte prima di comprare qualcosa che non siamo certi che ci servirà. In buona sostanza, evitiamo l’acquisto compulsivo! Se abbiamo bisogno di provare un capo, chiediamo al brand dove viene distribuito, in modo da trovare un punto vendita vicino a casa nostra. Potremmo scoprire, collateralmente, piccole realtà interessanti e trovare altri capi che fanno per noi. Una bella serendipity ambientale.

Resi: sono un meccanismo sostenibile?