Ormai la sostenibilità è sulla bocca di tutti: diventare più sostenibili è uno dei goal delle aziende e farsi percepire come tali dai loro consumatori è fondamentale per scalare quote di mercato. Ma come fare per distinguere la sostenibilità vera dal greenwashing? Ecco qualche suggerimento utile.
Indice
Leggete le etichette
Le etichette ci dicono moltissimo di un capo: equivalgono un po’ alla lista degli ingredienti di un prodotto alimentare. Ci permettono di sapere cosa c’è dentro un capo, da dove viene, se è o meno certificato. Questi fattori chiaramente ci consentono di capire anche se il prezzo che stiamo pagando è corretto o meno.
Controllate la composizione dei capi
La composizione dei capi corrisponde ai loro “ingredienti”: possono essere naturali, artificiali o sintetici. Sta a noi scegliere consapevolmente cosa metterci addosso. Attenzione anche ad un’altra cosa: in termini di sostenibilità, non sempre le fibre sintetiche sono il male assoluto. Spesso possono essere rigenerate o riciclate e in questo caso l’impatto sull’ambiente è decisamente minore.
Controllate il made in (dove vengono prodotti)
Questa è una cosa importantissima, perché riguarda la sostenibilità sociale di un brand. Per capirsi: se un marchio propone anche capi realizzati con materiale organico o riciclato o rigenerato, ma fa confezionare i propri prodotti in paesi dove non esiste un’etica del lavoro (Cambogia, Vietnam, Bangladesh, Cina…) non sta rispettando i criteri di sostenibilità sociale, quindi non è sostenibile. È anche vero che, dopo tutti gli scandali che ci sono stati, nemmeno la stessa certificazione made in Italy non è più così attendibile, ma è sicuramente un indicatore da tenere in considerazione.
Controllate eventuali certificazioni
Non basta un cartellino verde con scritto “cotone bio”: esistono delle certificazioni molto serie che vi dicono se i vostri capi sono o meno sostenibili. Sto parlando in modo particolare della OEKO-Tex® Standard e della GOTS. La prima vi certifica il filato, assicurandovi che non è stato trattato con materie tossiche, o pesticidi e diserbanti, la seconda invece certifica, oltre al tessuto, l’eticità della filiera. Va da sé quindi che la GOTS dal punto vista della sostenibilità a tutto tondo, è molto più completa.
Non cadete nel tranello del greenwashing
Scuole in Africa, attività per ripulire le spiagge, pozzi di acqua nel terzo mondo, campagne per la salvaguardia di animali in via di estinzione… sono tutte iniziative pregevoli, ma se per la produzione dei capi viene sfruttata la forza lavoro dall’arta parte del mondo o si inquina l’ambiente con sversamenti tossici in mare, di sostenibile non c’è proprio nulla. Stiamo incappando nella pratica tristemente molto diffusa del greenwashing: fate attenzione!
Nel dubbio… chiedete sempre!
Se le aziende sono serie (e soprattutto non hanno niente da nascondere) non avranno nessun problema a rispondere a qualunque vostra domanda o dubbio. I contatti sui siti web ci sono sempre: scrivete e chiedete! Non c’è assolutamente nulla di cui vergognarsi: è semplicemente un modo di fare una scelta consapevole!