Sono una mamma per scelta, ma tornassi indietro non lo rifarei

Amo profondamente i miei figli ma devo confessare che se tornassi indietro sceglierei di non fare la mamma

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

E io me lo ricordo ancora, quel batticuore paragonabile a nessun’altra cosa al mondo, quella stretta allo stomaco e quel dolore misto alla felicità di vedere, e di stringere tra le mani per la prima volta i miei bambini. Perché io, i miei figli li ho voluti davvero, li ho desiderati e amati dal primo momento in cui li ho sentiti crescere dentro di me.

Ma devo ammetterlo e non con poca difficoltà: se tornassi indietro non lo rifarei, non sceglierei di diventare mamma. Questo mi rende una cattiva persona? Una madre non degna di essere chiamata tale? Secondo il giudizio della società in cui tutti viviamo sì, io dovrei vergognarmi per aver pensato, anche soltanto per un attimo, che senza figli la mia vita sarebbe migliore.

Ma la verità è questo pensiero non ha sfiorato la mia mente solo una o due volte, io sono fermamente convinta di non essere portata per fare la mamma e se tornassi indietro, le mie scelte sarebbero sicuramente diverse. Intendiamoci, amo profondamente e immensamente i miei figli e non potrebbe essere altrimenti, loro sono una parte di me.

E con loro, devo ammetterlo, ho trascorso degli anni stupendi, forse i momenti più meravigliosi, autentici e intensi di tutta la mia vita. E se come mamma, giorno dopo giorno, mi sentivo sempre un po’ più orgogliosa per tutto quello che facevo, come donna stavo scomparendo, quasi del tutto.

Con il tempo le cose non sono migliorate e per stare con i miei bambini ho rinunciato a cose piccole e grandi: la carriera, agli aperitivi con le amiche, ai miei libri preferiti, alle mie passioni, il tempo per me. Ora penserete voi, come può essere paragonato l’amore per i figli a queste cose? Io lo capisco, che nelle vostre menti giace il germe del giudizio, insindacabile e fiscale, e non vi biasimo per questo, ma vi assicuro che nulla al mondo può essere peggiore di perdere la propria essenza di donna. Almeno questo è stato per me.

E diventando mamma, io l’ho persa. Non sono l’unica, ne sono consapevole: tutti facciamo sacrifici e rinunciamo a qualcosa, a tante cose, per il bene dei nostri figli, ma non posso negarvi che questo mi pesa più di ogni altra cosa al mondo.

Così l’ho fatto, mi sono ritagliata del tempo per me, chiedendo il supporto del mio compagno, e quello dei miei figli per fare quello che ho sempre desiderato fare. Dedicarmi a quel corso di fotografia, riprendere gli studi e perché no, anche uscire con le amiche.

Ma la verità, è che nonostante l’apparente comprensione di chi mi sta accanto da sempre, non ho potuto non notare quegli sguardi di disappunto e quelle critiche velate dietro le solite frecciatine. Per tutti gli altri sono una madre ingrata, indecorosa, terribile per aver confessato che non mi sento felice per il semplice fatto che ricopro questo ruolo.

Pentirsi della maternità oggi è ancora un tabù, perché io sono sicura di non essere l’unica, sono certa del fatto che molte mamme si trovano esattamente nella mia situazione. E vorrei che un po’ di comprensione si sostituisse a questo giudizio accanito.

Perché mai e poi mai nella vita potrei ledere il benessere dei miei figli, mai potrei fare loro del male o mettere la loro felicità in secondo piano. Ma lo ammetto, sono stanca e anche triste perché ho rinunciato a tante cose in questi anni e non posso negare che se tornassi indietro, sceglierei di non fare la mamma.