Molte di noi ne hanno sentito parlare, magari si tratta del bambino di un’amica o di un compagno di scuola di nostra figlia: la presenza di bambini geniali, detti plusdotati, non è così rara, e riconoscerli è importantissimo per gestire al meglio la loro formazione.
Avere (o essere) un bambino plusdotato come figlio non è così semplice, perché si tratta di ragazzi e ragazze con un alto potenziale che richiede il giusto supporto e la giusta attenzione e formazione scolastica. Anche loro hanno fragilità, criticità e, se il loro alto potenziale non viene correttamente e tempestivamente riconosciuto ed alimentato adeguatamente, le conseguenze possono essere negative. Negativo è anche l’approccio che alcuni adulti hanno con tali bambini, sottoponendoli a pressioni eccessive, dimenticandone l’età tenerissima.
Proprio per la delicatezza e la peculiarità del tema abbiamo chiamato la dottoressa Mioli Chiung, presidente del Centro Salem, per capire meglio di chi si tratta, quali sono le caratteristiche principali dei plusdotati e come aiutarli, evitando di cadere in errori che, anche in assoluta buona fede, potremmo commettere come genitori.
Indice
Bambini geniali: chi sono
Secondo l’AIAM, acronimo per Associazione italiana di analisi e modificazione del comportamento terapia comportamentale e cognitiva, la presenza di bambini plusdotati è pari al 5%. Un dato certamente interessante che non può essere ignorato e che anzi deve spingere gli addetti ai lavori ad approfondire il tema. Si tratta di bambini con un quoziente intellettivo alto, ovviamente, pari o sopra 120. Sono bambini con risorse superiori rispetto a quelle di bambini e bambine della loro età, in determinate aree di competenza.
Per poterli riconoscere è necessario confrontarsi con esperti, cosa che possiamo fare quando abbiamo un dubbio sulle loro alte capacità come ad esempio può avvenire di fronte a bambini e bambine che siano in grado di fare calcoli complessi in tenera età o che sappiano leggere e scrivere senza aver avuto una preparazione adeguata, che siano in grado di concludere correttamente e più velocemente i compiti assegnati dalla scuola.
Altri segnali sono quelli dei bambini che si annoino facilmente, cercando sempre nuovi stimoli e nuove attività nelle quali impegnarsi, riuscendo sempre molto velocemente (in modo eccellente) in quello che fanno.
Bambini plusdotati: le caratteristiche
Secondo la dottoressa Mioli Chiung “la plusdotazione, o dote elevata, è un termine utilizzato per descrivere i bambini che mostrano un livello di abilità o talento significativamente superiore alla media. Riconoscere e comprendere la plusdotazione è fondamentale per garantire un ambiente di apprendimento adeguato e per sostenere lo sviluppo di questi bambini straordinari.
La plusdotazione va oltre l’approccio tradizionale dell’intelligenza e coinvolge una gamma di abilità che possono spaziare dalla creatività e leadership al pensiero critico e alla risoluzione dei problemi. I bambini plusdotati possono eccellere in specifiche aree, come matematica, scienze, arti o linguaggio”.
C’è da sottolineare che, spesso, questi soggetti tendono a mascherare le loro eccellenti capacità, per adeguarsi agli atri, dunque non è così ovvio rendersene conto.
“Riconoscere i segnali è cruciale. Alcuni campanelli di allarme includono un rapido apprendimento ed un vocabolario avanzato, la capacità di risolvere complessi problemi logici e una curiosità insaziabile. La noia in classe, dovuta a un divario tra le abilità del bambino e il livello di insegnamento, può anche essere un segno. Un’altra informazione importante da tenere presente è che, spesso, questi bimbi tendono ad avere una velocità di elaborazione dell’informazione più lenta rispetto alle altre competenze cognitive”.
Perché alcuni bambini sono plusdotati
Abbiamo fatto questa domanda alla dottoressa che ci ha confermato come, se da un alto non ci sono assolute certezze, certamente ad incidere sulla probabilità di nascere e crescere come plusdotati ci sono fattori genetici, ambientali e neurobiologici. Gli studi indicano che la combinazione di ereditarietà e ambiente possa svolgere un ruolo significativo nello sviluppo di capacità eccezionali.
Bambini/e plusdotati: l’altro lato della medaglia
Possedere eccellenti potenzialità, capacità cognitive superiori alla media può comportare un peso notevole per il bambino e per la sua famiglia. Va detto, altresì, che il potenziale non è sufficiente di per sé se il bambino e la bambina non sono supportati ed accompagnati da persone esperte e con strumenti adeguati. In caso contrario, si può arrivare addirittura alla perdita di tale eccellenza sino a sentimenti ed emozioni negative nel bambino.
La genialità riscontrabile in tali bambini e bambine è mutevole nel tempo, capace di incrementarsi come anche di annullarsi, a seconda di come il soggetto venga o non venga seguito. Capiamo quindi l’importanza di riconoscerne in tempo la plusdotazione, per aiutare al meglio il bambino/bambina.
Affrontiamo ora dottoressa Mioli Chiung il tema delle fragilità alle quali questi ragazzi possono essere esposti proprio in virtù del loro alto quoziente intellettivo. “Nonostante le loro abilità eccezionali, i bambini plusdotati possono affrontare sfide uniche: la noia in classe, l’isolamento sociale dovuto alla mancanza di coetanei con interessi simili e l’ansia legata alle aspettative elevate, sono alcuni degli ostacoli che possono emergere.
Inoltre, i bambini plusdotati possono mostrare una sensibilità emotiva più elevata e una maggiore consapevolezza del mondo circostante. Spesso si sentono incompresi perché adultizzati, trascurando invece l’aspetto emotivo che è parte integrante di questa diagnosi.
La plusdotazione può portare a una sorta di “culto del genio” tra alcuni genitori, con aspettative irrealistiche e una pressione costante per il successo accademico e creativo. Questa pressione può mettere a dura prova il benessere emotivo dei bambini, creando un ambiente stressante invece di stimolante. I segnali di pressione genitoriale eccessiva possono includere un carico di attività extracurriculari e un focus eccessivo sulle prestazioni accademiche a discapito del gioco e del riposo. La mancanza di riconoscimento per gli sforzi, insieme a un costante senso di insoddisfazione, può anche essere indicativa di pressione genitoriale”.
Cosa fare in caso di dubbio
Abbiamo sottolineato quanto sia fondamentale che il bambino/a plusdotato/a venga riconosciuto tempestivamente per essere seguito, anche da punto di vista psicologo, nel modo opportuno. È dunque importante che i professionisti del settore siano adeguatamente preparati ma anche che noi genitori siamo attenti a non trascurare eventuali subbi.
“Se un genitore sospetta che il proprio bambino possa essere plusdotato, è essenziale cercare l’opinione di professionisti qualificati come psicologi e neuropsichiatri infantili. Effettuare una valutazione approfondita può contribuire a diagnosticare le abilità del bambino e a stabilire un piano educativo adeguato. Successivamente può essere intrapreso un percorso per supportare un bambino plusdotato con la collaborazione tra genitori, insegnanti e professionisti. Programmi educativi flessibili e stimolanti, opportunità di apprendimento avanzate e un ambiente favorevole possono contribuire allo sviluppo ottimale del talento del bambino”.