Sostituti del latte vaccino in gravidanza e quali scegliere

Il latte vaccino è un alimento che viene definito completo, ma esistono molte bevande alternative in commercio di cui è importante conoscere le caratteristiche.

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Matteo Migliaccio

Farmacista, nutrizionista e Personal Trainer

Laureato in Farmacia e in Scienze della Nutrizione Umana, attualmente svolge la libera professione di nutrizionista, con l’obiettivo di migliorare lo stato di salute delle persone attraverso una corretta alimentazione e uno stile di vita attivo.

Pubblicato: 28 Giugno 2024 19:00

Nella nostra cultura, come nella nostra cucina, il latte vaccino ricopre un ruolo di primo piano ed è fondamentale per la preparazione di piatti, bevande e dolci com’è anche largamente consumato nella prima colazione.

Negli ultimi anni si stanno affermando sempre più prepotentemente in commercio diverse bevande alternative di origine vegetale, come il latte di soia, il latte di riso ed il latte d’avena, che sono ormai largamente consumate e diffuse nella maggior parte delle case queste bevande seppur commercializzate sotto il nome di “latte”, possono presentare una composizione molto distante da quella del latte vaccino.

Il latte vaccino

Il latte vaccino è un alimento di origine animale come il latte di capra, pecora, asina e bufala. È un alimento che viene da sempre definito completo, ossia un alimento che parimente ad altri prodotti presenta nella sua composizione tutti e tre i principali macronutrienti, carboidrati, grassi e proteine in buone quantità e proporzioni.

Infatti in 100ml di latte intero possiamo ritrovare i seguenti valori:

Energia 64 Kcal
Carboidrati 4,9 g
Lipidi 3,6 g
Proteine 3,3 g
Colesterolo 11 mg
Calcio 119 mg

Come possiamo evincere dalla tabella il latte di vacca intero presenta un basso tenore calorico, solo 64 kcal per 100ml di prodotto, mentre prendendo come esempio quello parzialmente scremato o addirittura quello scremato il loro valore energetico rispettivamente si aggirerebbe intorno alle 46 kcal ed alle 36 kcal, questo perchè in queste due varianti del suddetto alimento viene eliminata parzialmente o del tutto la componente grassa presente nel latte intero, abbassandone di conseguenza il loro tenore calorico.

Per quanto riguarda i carboidrati si aggirano intorno ai 4,9g  e sono costituiti da zuccheri semplici, il cui principale esponente è il lattosio.

Le proteine presenti nel latte di vacca si aggirano intorno ai 3,3g per 100 ml di prodotto, ed hanno un buono spettro amminoacidico che infatti ci permette di considerare tale alimento come composto da proteine dall’elevato valore biologico.

Mentre i grassi sono all’incirca 3,6g nel latte intero, costituiti da saturi, monoinsaturi e polinsaturi ed anche da una piccola percentuale di acidi grassi trans, come l’acido vaccenico.

Il quantitativo di colesterolo per 100 ml di prodotto si attesta attorno agli 11 mg, è in fin dei conti un quantitativo non molto elevato che può rappresentare un rischio solo in relazione alla quantità ed all frequenza di consumo che si fa di questo alimento.

Il latte dunque, come suggeriscono anche le linee guida per una sana alimentazione, è un alimento completo che può essere consumato con sicurezza all’interno di una dieta equilibrata e varia per tutta la durata della propria vita ed a qualsiasi età.

Alternative al latte di origine animale

I latti di origine vegetale sono prodotti alternativi al latte tradizionale che viene comunemente ottenuto dalla mungitura delle mammelle degli animali, i latti vegetali possono risultare molto utili e versatili, sia per la preparazione di bevande rinfrescanti utilissime contro la calura estiva, sia per l’allestimento di dolci ed altri alimenti.

I latti vegetali vengono suddivisi in quattro diverse categorie a seconda della loro origine:

  • Latti derivanti da legumi
  • Latti derivanti da cereali
  • Latti derivanti da noci
  • Latti derivanti da semi

Tutti i prodotti racchiusi in queste quattro categorie presentano delle caratteristiche nutrizionali diverse e posseggono delle fasce aromatiche ben distinte e spesso molto variegate che gli permettono di essere molto apprezzati.

Il motivi per cui le persone si avvicinano a molti di questi prodotti, ben lontani dalla nostra cultura culinaria, sono i più disparati, essi spaziano infatti da motivi medici come l’intolleranza al lattosio o l’allergia alle proteine del latte vaccino (APLV) ai motivi etici nei confronti dello sfruttamento animale, dell’ambiente e delle sue risorse.

I latti derivanti da legumi

Nei latti vegetali derivanti dai legumi rientrano molti tipi di bevande che comunemente non sono facili da trovare nei normali supermercati, ritroviamo per esempio il latte di piselli, di lupini e di arachidi ed anche il famosissimo latte di soia.

Il latte di soia è tra i latti vegetali quello che più si avvicina per composizione nutrizionale al latte vaccino, infatti il latte di soia presenta i seguenti valori nutrizionali per 100 ml di prodotto:

Energia 32 Kcal
Carboidrati 0,8 g
Lipidi 1,9 g
Proteine 2,9 g
Colesterolo 0 mg

Come possiamo osservare in tabella il quantitativo di kcal è solo di 32 per 100 ml di latte di soia, con carboidrati quasi inesistenti, lipidi che si attestano sugli 1,9 g, e proteine mediamente elevate che arrivano a 2,9 g per 100 ml, infine il colesterolo è pari a 0 mg come del resto in tutti gli alimenti di origine vegetale.

Questi valori si avvicinano molto, soprattutto per il contenuto proteico, a quelli presente nel latte vaccino ed è per questo motivo che si consiglia di consumare il latte di soia come sostituto del latte di vacca.

Sicuramente si può rivelare un vantaggio per questa bevanda il suo basso apporto calorico, e l’inesistente apporto di colesterolo, ma comunque questi aspetti dovrebbero essere contestualizzati all’interno di un piano alimentare sano, elaborato ad arte partendo dalla situazione metabolica del soggetto.

I latti derivanti da cereali

Nei latti derivanti da cereali troviamo un ampia gamma di bevande vegetali che vengono prodotte a partire da diversi cereali. Abbiamo il più noto latte d’avena, il meno noto latte di grano, quello di orzo, ossia la famosissima orzata che spesso aiuta a sopportare la calura estiva, ed infine il più famoso e consumato latte di riso.

Il latte di riso spesso viene anche consigliato come sostituto del latte di vacca per le persone che soffrono di intolleranza al lattosio, o che non apprezzano il sapore del latte tradizionale, ma in realtà la sua composizione si discosta molto da quella del suo corrispettivo animale e questo aspetto deve essere considerato all’interno di un piano ben bilanciato.

Le caratteristiche nutrizionali del latte di riso sono le seguenti:

Energia 47Kcal
Carboidrati 9 g
Lipidi 1 g
Proteine 0,3 g
Colesterolo 0 mg

Come possiamo osservare in 100 g di latte di riso, abbiamo appena 47 kcal quindi un valore più basso rispetto al latte vaccino, al contrario abbiamo invece un apporto di carboidrati maggiore, che arrivano fino a 9 g per 100 g di prodotto ma un apporto di lipidi e soprattutto di proteine nettamente inferiore.

Questo ci fa comprendere come il latte di riso possa sì essere un alternativa al latte di vacca ma non gli sia equivalente, ed infatti questo dato è da tenere ben a mente e da considerare all’interno di un’alimentazione che deve essere varia ma anche equilibrata.

I latti derivanti da noci

In questa categoria di latti vegetali ritroviamo il famoso ed esotico latte di cocco che con il suo gusto rotondo ed il suo inconfondibile aroma è estremamente utilizzato sia in pasticceria che per la preparazione di bevande alcoliche ed analcoliche, il latte di anacardi e quello di nocciole, meno famosi e poi il latte di mandorle.

Quest’ultimo, il latte di mandorla, è sicuramente una delle bevande vegetali più antiche inventate dall’uomo, infatti veniva in passato preparato nei monasteri e consumato durante il periodo della quaresima nel quale si limitava molto il consumo alimentare e si rifuggiva dai piaceri della tavola praticando spesso anche il digiuno; si ricorreva al latte di mandorle per reidratarsi e sostenere l’organismo con un minimo apporto calorico.

Come possiamo osservare il latte di mandorla presenta la seguente composizione:

Energia 19 Kcal
Carboidrati 0,67 g
Lipidi 1,56 g
Proteine 0,66 g
Colesterolo 0 mg
Calcio 158 mg

Abbiamo un bassissimo apporto calorico, esclusivamente di 19 kcal per 100 g di prodotto, queste chilocalorie sono dovute in larga parte dalla presenza di lipidi, mentre i carboidrati e le proteine sono davvero molto poche.

Importante da menzionare è però il contenuto di calcio pari a 158 mg, il quale è addirittura più alto di quello che ritroviamo in 100 g di latte vaccino.

I latti derivanti da semi

Questo gruppo di bevande vegetali è senza dubbio la più esotica, la meno conosciuta e la meno diffusa in assoluto.

Tra questi prodotti ritroviamo il latte di quinoa, il latte di semi di sesamo, quello di semi di girasole ed il più noto latte di canapa.

Il latte di canapa è maggiormente conosciuto rispetto agli altri latti derivanti da semi a causa del seme della pianta dalla quale deriva, ossia la canapa, pianta che si presta a moltissimi usi.

I valori nutrizionali di questa bevanda vegetale sono:

Energia 39 Kcal
Carboidrati 0 g
Lipidi 2,6 g
Proteine 1,7 g
Colesterolo 0 mg

Come possiamo osservare dalla tabella il contenuto di chilocalorie è abbastanza basso, ne troviamo solo 39 per 100 g di prodotto, il contenuto di lipidi e di proteine invece è nella media rispetto alle altre bevande vegetali, ma il dato più interessante è sicuramente la quasi totale assenza di carboidrati infatti il valore per 100 g di prodotto è di 0 g di carboidrati.

Questo lo renderebbe particolarmente adatto per essere consumato come sostituto del latte vaccino e di altri tipi di latti vegetali in protocolli nutrizionali low carb o chetogenici, ma resta il fatto che sia un prodotto abbastanza difficile da reperire e con dei costi elevati.

I latti vegetali

Le bevande di origine vegetale possono dunque essere in alcuni casi, dal punto di vista nutrizionale, una valida alternativa al consumo del latte di vacca, come nel caso del latte di soia che presenta un quantitativo proteico ed una composizione più vicine a quelle che ritroviamo nel latte di vacca, mentre in altri casi i latti vegetali possono essere per composizione molto distanti dal loro corrispettivo di origine animale.

Alcuni presentano un sapore più gradevole ed aromatico, come il latte di cocco, altri invece una maggiore abbondanza di micronutrienti come il calcio nel latte di mandorle.

Un altro vantaggio delle bevande di origine vegetale è che indubbiamente è esente dal discorso della sofferenza animale ed anche in linea teorica più sostenibile per il pianeta.

È importante quindi considerare che non ci sono degli alimenti migliori di altri, ma che tutti questi possono essere consumati con la giusta frequenza così da arricchire di gusto la nostra dieta.

Quando e perchè sostituire il latte vaccino in gravidanza

Il periodo della gravidanza è uno dei più delicati nella vita di una donna, è un periodo nel quale il suo corpo va incontro ad innumerevoli cambiamenti, sia fisici che ormonali ed è sempre un periodo nel quale possono insorgere problematiche di salute che possono richiedere delle modifiche nel proprio stile di vita e nelle proprie abitudini.

In gravidanza per vari motivi, sia legati alla salute della gestante che alle sue preferenze alimentari o anche alle sue voglie, potrebbe rivelarsi necessario sospendere il consumo del latte vaccino ed iniziare a consumare bevande vegetali.

La sostituzione del latte vaccino con le bevande di origine vegetale non comporterebbe grosse problematiche dal punto di vista della salute, ma riferito ad una donna in gravidanza che è un individuo con specifiche esigenze nutrizionali è sicuramente un qualcosa da attenzionare.

Escludere dal proprio piano alimentare un alimento, ed includerne uno che non ha le stesse caratteristiche porta con sé la necessità di modificare le quantità degli altri alimenti presenti nel piano alimentare.

Non esiste dunque un latte vegetale migliore o peggiore del latte vaccino e di conseguenza nemmeno uno più adatto per essere consumato in gravidanza, ma tutto deve essere contestualizzato in base alla paziente ed alla luce della sua situazione di salute, al periodo della gravidanza nella quale ci si trova ed ovviamente anche alla salute del bambino.

Fonti bibliografiche

  • Food data central
  • Tabelle di composizione degli alimenti, CREA