Il mondo della letteratura piange oggi uno dei suoi nomi più brillanti. All’età di 94 anni si è spento Milan Kundera, uno degli artisti cui si deve la rivoluzione della letteratura novecentesca, genio dell’introspezione che, con la sua penna sovversiva ma lieve, tratteggiò i demoni di una generazione dilaniata dalla guerra, ma il cui pensiero è tutt’oggi attuale.
La notizia è stata data dalla televisione pubblica ceca, terra d’origine dello scrittore, che si era però ritirato a Parigi dalla metà degli anni ’70, ottenendo la naturalizzazione francese, a causa dei dissidi politici che ebbe con il partito comunista cecoslovacco. Da tempo Kundera si era allontanato dalla scena pubblica, ritirandosi in un esilio letterario, dopo averci donato dieci incantevoli titoli. Tra cui cinque che tutti dovremmo leggere.
5 libri di Milan Kundera che tutti dovremmo leggere
L’insostenibile leggerezza dell’essere
Il libro più famoso di Milan Kundera è senza dubbio L’insostenibile leggerezza dell’essere, scritto originariamente in ceco nel 1982 ma pubblicato per la prima volta in Francia nel 1984. In Italia il titolo ebbe un successo clamoroso e rappresenta, ancora oggi, il più venduto nella storia della casa editrice Adelphi. Per cominciare a conoscere Kundera, è proprio da questo capolavoro che bisogna cominciare.
Un longseller che contrappone due modi di vivere all’apparenza opposti ma che, infine, convergono, perché anche gli uomini più diversi sono mossi dagli stessi istinti, sensibili alle medesime passioni. Un racconto corale che mette le certezze del lettore in continua discussione, con il narratore a far sentire la sua voce, non osservatore distaccato ma vivo commentare. Storie d’amore che si intrecciano alla storia del mondo e i cui protagonisti mutano con il cambiare della società che li circonda. Imperdibile.
Amori ridicoli
Kundera ha ammesso di essersi divertito parecchio a scrivere quest’antologia e le risate sorgono spontanee anche sui volti dei suoi lettori. Perché Kundera era dotato di quella leggerezza che per Italo Calvino era il fine ultimo di un artista, sapeva planare sulle cose senza lasciarsi appesantire, ma avvicinandosi abbastanza da riuscire a raccontarle nei dettagli più nascosti.
Un capolavoro imperdibile perché tra i pochi a raccontare l’amore così com’è nella vita vera e non nella forma idealizzata tipica del romanzo. L’amore, in Amori Ridicoli, è anche grottesco, ridicolo appunto, doloroso e degradante. Ma sempre irresistibile e nobile, nonostante tutto, tanto quanto la penna che lo racconta.
L’ignoranza
Dalla sua terra Milan Kundera è stato costretto a scappare, ma non l’hai mai abbandonata davvero e di lei ha continuato a raccontare fino a quando ha avuto le forze di scrivere. Il suo ultimo romanzo, L’ignoranza, utilizza il pretesto di una straziante storia d’amore per analizzare nel dettaglio la complessa situazione vissuta dagli abitanti dell’Europa dell’est nel secolo scorso. Un libro di storia appassionante come un romanzo e profondo come un trattato di psicologia.
L’identità
Chi siamo davvero, cos’è che fa di noi proprio noi? L’identità è un qualcosa di saldo e immutabile, scevro dalle perturbazioni del mondo esterno o a quel che accade fuori, agli altri, è indissolubilmente legata? Di fronte a tali quesiti ci pone Chantal, la protagonista di uno dei romanzi più recenti di Kundera, che esordisce con la frase: “Gli uomini non mi guardano più”. E allora quella che è sempre stata una bella donna sensuale si chiede cosa sia adesso che l’attrazione non le appartiene più.
E con lei si interroga il suo compagno, che si trova di fronte allo spaesamento causato dal non riconoscere più la persona che si ama, interrogandosi se sia il tempo a mutare forma a ogni cosa o se coloro che non riconosciamo più in realtà non li abbiamo mai conosciuti.
Lo scherzo
Torna sui concetti di leggerezza e pesantezza uno degli scritti più irriverenti di Kundera. Ne Lo scherzo, il brillante studente praghese Ludvík invia a una sua compagna di studi una cartolina provocatoria, tre sole righe che si fanno beffa dell’ottimismo socialista. Uno scherzo, nulla più. Ma la compagna di Ludvík è una che prende tutto sul serio, dove prendere tutto sul serio è “il genio stesso della sua epoca”.
Così, quelle semplici, ironiche tre righe, diventano per il protagonista una lettera scarlatta incancellabile. A causa di quel semplice, goliardico gioco, perde tutto: il suo posto in società, la prospettiva di un futuro di successo, il rispetto dei suoi concittadini, troppo impegnati a prendersi sul serio per riuscire a sorridere.