Spesso diamo per scontato alcune cose. Ad esempio che si possa ascoltare soltanto con le orecchie, dimenticando che la musica è prima di tutto una questione di vibrazioni, di cuore. E nel profondo del suo Carmen Diodato ha trovato il modo di costruire un rapporto davvero speciale con essa e con il proprio corpo, superando un ostacolo che a detta di molti sembrerebbe insormontabile e diventando una eccellente ballerina di danza classica.
Nulla è impossibile. Oggi Carmen ha 34 anni e nonostante sia “sorda profonda bilaterale” dalla nascita è riuscita a realizzare il suo sogno, danzando nei più prestigiosi palcoscenici del nostro Paese. Ne ha parlato ospite di Francesca Fialdini a Da noi… a ruota libera, nella puntata di domenica 22 gennaio.
Carmen Diodato, la ballerina non udente che “sente” le vibrazioni
La storia di Carmen Diodato è di quelle che ci fanno comprendere come quelli che all’apparenza sono grandi ostacoli possano diventare dei punti di forza. Originaria di Belvedere Marittimo, in provincia di Cosenza, oggi Carmen può affermare di essere l’unica ballerina professionista non udente di tutta Italia. E non è mica una cosa da poco.
Da bambina il pediatra insisteva sul fatto che fosse troppo “pigra”, altri sostenevano che fosse semplicemente molto timida e anche i genitori sapevano che c’era qualcosa di diverso, ma non capivano cosa. Tutto è apparso chiaro quando, dopo la caduta di un oggetto molto pesante sul pavimento, Carmen rimase impassibile. Da lì sono iniziate le visite, poi è giunto l’infausta diagnosi di ipoacusia grave bilaterale: “Questa è stata come una sliding doors nella mia vita, come una di quelle direzioni che imbocchi e che cambiano il corso del futuro per sempre – ha detto in un’intervista a La Sicilia – perché i miei genitori avrebbero potuto abbattersi di fronte a un responso di questo tipo e invece sono stati combattivi e mai rassegnati. A loro devo molto di quello che oggi sono diventata”.
Ai genitori deve anche l’incontro con la logopedista che le ha cambiato la vita, colei che avrebbe dovuto “semplicemente” insegnarle a parlare ma che ha fatto molto di più: “Devo alla mia logopedista l’amore per la danza. Fu lei a suggerire a mia madre di iscrivermi a una scuola di ballo, perché la musica avrebbe potuto aiutarmi: era l’Accademia Vesuviana di Danza, la mia famiglia si era trasferita in Campania per seguire mio padre carabiniere. Io sentivo le vibrazioni attraverso il pavimento”, ha spiegato al Corriere della Sera.
Delle protesi auricolari le consentono di “mettere a fuoco” i suoni, ma Carmen li sente ovattati “come quando si sta sott’acqua”. Legge il labiale e sì parla, perché “non esistono i sordomuti, contrariamente a quanto si pensi”, ha detto a Repubblica.
Carmen Diodato, dalla scuola di danza al Teatro Massimo di Palermo
L’incontro con la danza è stato una svolta per Carmen Diodato che da quel momento non ha mai più smesso di muoversi sulle punte. Ha iniziato a 4 anni, poi è riuscita a superare un provino per il San Carlo di Napoli restandovi soltanto per un anno: la direttrice non credeva fosse all’altezza delle altre a causa della sua sordità. Ma Carmen non si è arresa e, sostenuta in ogni momento dai genitori, ha perseguito nel suo sogno.
Si è iscritta alla scuola privata Percorsi di Danza a Somma Vesuviana, poi ha frequentato tanti corsi di perfezionamento e, finalmente, sono arrivati i grandi palcoscenici: prima l’Arena di Verona con gli allestimenti de La Traviata e Aida e, infine, il Teatro Massimo di Palermo con il suo prestigioso corpo di ballo, del quale fa parte dal 2016.
Quella di Carmen Diodato è una storia incredibile che ci ricorda quanto sia grande la forza che possiamo trovare dentro noi stesse. Il suo sogno si è realizzato con il supporto di chi le ha sempre voluto bene, della sua dolce metà Mirko Lo Coco, ma soprattutto grazie a una volontà di ferro, al coraggio di mettersi in gioco e alla sua resilienza.
Ma c’è un altro sogno nel cassetto di Carmen: esibirsi in “un passo contemporaneo neoclassico dedicato proprio alla sordità” al fianco del suo idolo, Roberto Bolle.