Giorgio Napolitano si è spento nella clinica di Roma, dove era ricoverato ormai da qualche mese. Gli ultimi giorni erano stati preoccupanti per l’ex Presidente ormai 98 enne che, dopo un importante intervento all’addome, aveva continuato a fronteggiare una salute affatto promettente. Con lui se ne va un pezzo di storia della politica italiana, un uomo che per tutti era “Re Giorgio” sempre attento alle dinamiche interne e con lo sguardo volto alle riforme, ma che per la sua Clio, inseparabile moglie, era prima di tutto marito e padre dei suoi due figli.
Morto Giorgio Napolitano, una vita dedicata alla politica
È stato il primo Presidente della Repubblica eletto per ben due volte, la prima nel 2006 e la seconda nel 2013, ma Giorgio Napolitano era molto di più. Durante i suoi 98 anni di vita ha speso gran parte del suo tempo e delle sue energie per la politica, per un mondo fatto di luci e ombre in cui ha vissuto sulla propria pelle i mille repentini cambiamenti di un Paese instancabilmente instabile.
Napolitano, il famigerato “Re Giorgio” della politica italiana, era uno dei grandi nomi della “vecchia guardia” ed è quasi impossibile riassumere mezzo secolo di carriera e impegno. Gli esordi nel PCI da riformista (anzi, “migliorista”), leader naturale di una minoranza fastidiosa ai più, cosa che in gioventù gli ha inimicato persino il padre. Un uomo tutto d’un pezzo, avvocato liberale, per il quale il giovane Giorgio era stato una grande delusione.
Non è bastato questo a fermarlo ed è grazie alla sua caparbietà, ma anche alla preparazione (ai tempi era uno dei pochi in grado di parlare fluentemente inglese, tanto per dirne una), che Napolitano si è fatto strada in un mondo tortuoso ma che lo ha sempre appassionato. Anni dopo che il PCI era diventato soltanto un lontano ricordo, per “Re Giorgio” si sono aperte le porte del Quirinale. “Eletto alle più alte magistrature dello Stato, Presidente della Camera dei Deputati, Senatore a vita, Presidente della Repubblica per due mandati. (…) Votato alla causa dei lavoratori, inesauribile fu la sua azione per combattere la spirale delle morti sul lavoro”, ha ben riassunto Sergio Mattarella nel suo messaggio istituzionale.
“Un galantuomo che ha attraversato con innegabile stile repubblicano 70 anni della vita pubblica del Paese”, come ben scrive La Repubblica.
L’addio di Maria Elena Boschi e degli altri nomi della politica
Molto sentito il saluto di Sergio Mattarella, attuale Presidente della Repubblica: “La sua morte mi addolora profondamente e, mentre esprimo alla sua memoria i sentimenti più intensi di gratitudine della Repubblica, rivolgo ai familiari il cordoglio dell’intera nazione”, si legge sul sito istituzionale, aggiungendo onori e meriti di un uomo che “ha interpretato con fedeltà alla Costituzione e acuta intelligenza il ruolo di garante dei valori della nostra comunità, con sentita attenzione alle istanze di rinnovamento presenti nella società”.
Tra le prime a esprimere il proprio cordoglio l’Onorevole Maria Elena Boschi, per la quale Napolitano è stato molto più di un esempio da seguire: “Il Presidente Napolitano è stato un gigante della politica italiana. Un europeista convinto. Un galantuomo. Per me non è stato solo il Presidente davanti al quale ho giurato come Ministra, ma un maestro vero. Mancherà il suo sguardo sul mondo. Un abbraccio alla sua famiglia”.
Laura Boldrini, invece, ha affidato il suo lutto a poche e semplici parole: “Addio, Presidente. Sei stato un punto di riferimento per il Paese e una guida nei momenti più difficili“, ha scritto in un post su Instagram a corredo di uno scatto che la ritrae qualche anno fa proprio al fianco del Presidente emerito.