Evasioni quasi rocambolesche, rivolte carcerarie, rapine e omicidi, quella che sembra la premessa di una pellicola d’azione, in realtà, è solo il preambolo della vita di Renato Vallanzasca, il bandito gentiluomo, Renatino o il bel René come tutti erano abituato a chiamarlo.
Nato a Milano il 4 maggio del 1950, Renato si dimostra un sovversivo sin da bambino, anche se chiamarlo così è di certo un eufemismo. La verità è che la propensione a infrangere le regole è manifestata sin da subito, da quando a 8 anni finisce nel carcere minorile per aver cercato di liberare una tigre da una gabbia di un circo.
Non era solo però, perché era già sua la capacità di leadership. Così eccolo a capo di una piccola gang di bulli che trascorre le giornate tra atti di vandalismo e furti nella periferia di Milano. Ma gli anni passati e le attività illecite si moltiplicano al punto tale che il nome di Renato Vallanzasca diventa noto anche tra i membri della ligéra, la vecchia mala milanese che operava sul territorio.
Gli accordi si stringono e le collaborazioni all’insegna della criminalità si intensificano. Sono gli anni ’70, quelli in cui i cittadini sono terrorizzati dalle sparatorie in strada e dai furti continui nella città che verrà ribattezzata la Chicago italiana. Diverso è il tenore di vita di Renato, invece, che ostenta ricchezza e sicurezza, abiti firmati, auto di lusso e ville. Attorno a lui non ci sono solo i suoi collaboratori, ma anche belle donne. Innegabile il suo carisma, il fascino e lo charme: Vallanzasca è il bel René che tutti seguono perché è un leader.
L’ascesa della carriera criminale però viene stroncata nel 1972 con il primo arresto avvenuto a seguito di rapine. Sono 10 gli anni da scontare in carcere, ma Renato resterà rinchiuso per soli quattro e mezzo, un periodo durante il quale l’uomo avrà solo un obiettivo, quello di evadere.
Ma i piani e i progetti non sono certo accompagnati da un basso profilo. Renato Vallanzasca è l’autore di numerose ribellioni, è l’agitatore, il protagonista di risse, pestaggi e sommosse. Viene spostato da un penitenziario all’altro e alla fine, nel 1976, riesce a evadere.
In quegli anni di latitanza il bel René rimetti in piedi la sua banda. Ricominciano le rapine a mano armata, questa volta però ci sono anche gli omicidi e i sequestri di persona. Il 15 febbraio del 1977, braccato dalle forze dell’ordine, il ventisettenne Vallanzasca viene arrestato.
Durante gli anni del carcere continuerà a fare quello che sa fare meglio: creare scompiglio. E farà scalpore anche la scelta di sposare Giuliana Brusa, una delle sue ammiratrici, il 14 luglio del 1979 dando vita così al primo matrimonio nel carcere di Rebibbia.
Nel 1981 Vallanzasca è il firmatario di un’altra rivolta carceraria nel penitenziario di Novara, una sommossa che si concluderà con la morte di diversi collaboratori di giustizia tra cui anche il ventenne Massimo Loi che aveva deciso di abbandonare la vita criminale.
Dopo il divorzio da Giuliana Brusa, il bel René si sposa nuovamente con una sua vecchia amica nel 2008, Antonella D’Agostino. Numerose in questi anni le richieste di grazia che non gli vengono concesse. Al contrario, però, a Renatino viene dato il beneficio del lavoro esterno. Ma una volta concesso questo non ci sarà nessun mea culpa sugli errori del passato e, anzi, l’uomo tenterà di riprendere i rapporti con la criminalità organizzata. A seguito di una rapina in un supermercato, Vallanzasca viene riportato in carcere dove dovrà scontare suoi 4 ergastoli e 296 anni senza alcuna libertà condizionale.
A deciderlo sarà il Tribunale di Sorveglianza di Milano il 18 aprile del 2018 che non concederà più alcun beneficio all’uomo per l’assenza totale di scuse e pentimento a causa della sua attività criminale.