Nicola Arigliano, cantante: biografia e curiosità

È la voce swing della nostra musica: chi era Nicola Arigliano e perché è stato così importante per il jazz all'italiana

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Martina Dessì

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Content editor di tv, musica e spettacolo. Appassionata di televisione da sempre, designer di gioielli a tempo perso: ama i particolari, le storie e tutto quello che brilla.

Pubblicato: 26 Novembre 2016 17:16

Una voce particolarissima e un brano iconico che ci ricordiamo proprio tutti: Nicola Arigliano è stato un cantante e musicista italiano che ha segnato profondamente la scena jazz, riuscendo a fondere il suo amore per lo swing e il jazz con la musica leggera italiana.

Nato il 6 dicembre 1923 a Squinzano, un piccolo comune in provincia di Lecce, è diventato una delle voci più riconoscibili del panorama musicale italiano tra gli anni ’50 e ’60. La sua carriera è stata costellata di successi, sia nella musica che in televisione, e la sua personalità carismatica ha conquistato il pubblico per decenni. Oltre alla sua prolifica carriera musicale, la vita privata di Arigliano ha contribuito a definirne il profilo pubblico e il lascito artistico, rendendolo un personaggio affascinante e complesso.

Le origini e i primi passi nella musica

Nicola Arigliano nacque in una famiglia umile, e sin da giovane sviluppa una passione innata per la musica. Come molti giovani dell’epoca, impara presto a suonare diversi strumenti, ma è stato il canto a catturare davvero il suo cuore. Da ragazzo inizia a esibirsi in contesti locali, e già nella sua adolescenza il talento musicale e il carisma di Nicola iniziano a farsi notare.

Negli anni della sua giovinezza, l’Italia attraversava un periodo storico difficile, con la Seconda Guerra Mondiale che sconvolgeva il paese. Nonostante le difficoltà economiche e sociali, Arigliano non perse mai di vista il suo sogno di diventare un musicista professionista.

Negli anni successivi alla guerra, come molti giovani italiani che cercavano opportunità migliori, Nicola si trasferisce a Milano. Qui trova un ambiente musicale più fertile, e inizia a frequentare i locali jazz, che all’epoca erano il cuore pulsante della scena musicale milanese. È proprio in questi ambienti che il giovane Nicola si appassiona al jazz e allo swing, generi musicali che provenivano dagli Stati Uniti e che erano appena arrivati in Europa. Il suo amore per il jazz diviene subito evidente, e con la sua voce calda e profonda si inserisce perfettamente in questo stile musicale.

Il successo negli anni ’50 e ’60

La carriera di Nicola Arigliano decolla negli anni ’50, quando inizia a esibirsi regolarmente nei club di Milano e a partecipare a numerosi festival jazz. Il suo stile era un misto di jazz e swing, con influenze che andavano da Louis Armstrong a Frank Sinatra, ma sempre arricchito da una sensibilità italiana che lo rendeva unico. Grazie al suo talento vocale e alla sua capacità di interpretare in modo originale i brani, Arigliano si guadagna presto un seguito fedele di appassionati di musica.

Il primo grande successo commerciale di Arigliano arriva nel 1956 con il singolo Sing Ammore, una canzone che divenne rapidamente popolare in Italia. Questo è stato l’inizio di una serie di successi che continuarono per diversi anni. Tra le sue canzoni più famose si ricordano Sentimentale, Amorevole e Arrivederci, brani che lo consacrarono come uno dei principali esponenti della musica leggera italiana con forti influenze jazz.

Uno degli aspetti che hanno reso Nicola Arigliano così popolare è stata la sua capacità di combinare l’eleganza e la raffinatezza del jazz con un’energia contagiosa e un forte senso dell’umorismo. Le sue performance erano caratterizzate da una grande interazione con il pubblico, e spesso inseriva battute e momenti di leggerezza tra una canzone e l’altra, creando un’atmosfera coinvolgente e affascinante.

Negli anni ’60, Arigliano consolida ulteriormente la sua carriera grazie alla partecipazione a programmi televisivi e radiofonici. La sua presenza sul piccolo schermo gli ha permesso di raggiungere un pubblico ancora più ampio e di diventare un volto noto della musica italiana. La sua partecipazione al Festival di Sanremo del 1964 con il brano 24 km al giorno, segna un altro importante momento della sua carriera. Sebbene la canzone non vinse il Festival, diviene un classico della musica italiana e contribuisce a rafforzare la popolarità di Arigliano.

Il genere musicale e lo stile di Nicola Arigliano

Nicola Arigliano è considerato uno dei massimi esponenti del jazz e dello swing in Italia. Sebbene il suo repertorio includesse anche canzoni di musica leggera e pop, fu sempre profondamente influenzato dal jazz, un genere che rappresentava per lui l’espressione massima della libertà artistica. Arigliano aveva una predilezione per le sonorità americane, come quelle di Duke Ellington, Count Basie e Nat King Cole, ma aveva saputo adattarle al contesto italiano, creando uno stile unico che miscelava il jazz con la canzone d’autore italiana.

La sua voce baritonale e vellutata, unita a un timbro caldo e a una grande capacità interpretativa, gli permetteva di esprimere con eleganza e raffinatezza emozioni profonde, ma sempre con un tocco di ironia e leggerezza. Il suo stile vocale era spesso paragonato a quello dei grandi crooner americani come Frank Sinatra, ma Arigliano aveva saputo sempre mantenere una propria identità artistica.

Il jazz italiano, che negli anni ’50 e ’60 stava cercando di affermarsi, aveva trovato in Arigliano uno dei suoi portavoce più credibili. Grazie al suo impegno e alla sua dedizione per questo genere musicale, aveva contribuito a far conoscere il jazz a un pubblico più ampio in Italia, unendo mondi musicali apparentemente distanti e facendo scoprire il fascino del jazz anche a chi era più abituato alla musica popolare italiana.

La vita privata

Nonostante il successo, Nicola Arigliano era rimasto sempre una persona semplice e genuina. Era conosciuto per il suo carattere schietto e la sua innata simpatia, qualità che lo rendevano amato sia dal pubblico che dai colleghi. Arigliano, che veniva da un contesto umile, non aveva mai dimenticato le sue radici pugliesi e mantenne un forte legame con la sua terra d’origine per tutta la vita.

A differenza di molti altri artisti della sua generazione, Arigliano non si è mai lasciato travolgere dalla fama e mantenne sempre uno stile di vita modesto. Era noto per la sua passione per la lettura e la cultura, e passava molto tempo a studiare la storia della musica e ad ascoltare i grandi maestri del jazz. Nonostante la sua popolarità, Arigliano non amava la mondanità e preferiva concentrarsi sul suo lavoro artistico.

Nel corso della sua vita, Nicola Arigliano aveva avuto diverse relazioni sentimentali, ma scelse di mantenere la sua vita privata lontana dai riflettori. Non si è mai sposato e non aveva avuto figli, ma trovava sempre una grande soddisfazione nella sua musica e nella sua capacità di comunicare con il pubblico.

Gli anni successivi e la riscoperta

Negli anni ’70 e ’80, Arigliano si ritira parzialmente dalle scene, anche se aveva continuato a esibirsi occasionalmente in concerti dal vivo e a partecipare a programmi televisivi. Negli anni ’90 c’è stata una riscoperta della sua musica, grazie all’interesse crescente per il jazz in Italia e al revival dello swing.

La sua carriera ricevette un nuovo slancio nel 2005, quando vinse il Premio della Critica al Festival di Sanremo di Paolo Bonolis con la canzone Colpevole, dimostrando ancora una volta di essere un artista senza tempo, capace di emozionare le nuove generazioni con la sua voce e il suo stile.

La morte e il luogo di sepoltura

Nicola Arigliano è morto il 30 marzo 2010 a 86 anni, nella sua casa di Calimera, in provincia di Lecce, a causa di complicazioni legate alla sua salute. La sua scomparsa ha segnato la fine di un’era per il jazz italiano e lasciato un vuoto profondo nel cuore di tutti coloro che lo avevano amato e seguito nel corso della sua lunga carriera.

Arigliano è sepolto nel Cimitero di Squinzano, il suo paese natale, in provincia di Lecce. Questa scelta conferma il suo forte legame con la terra pugliese, che non ha mai dimenticato, e dove è tornato per trascorrere gli ultimi anni della sua vita. La sua tomba è divenuta un luogo di pellegrinaggio per i suoi fan e per tutti coloro che desiderano ndere omaggio a uno degli artisti più amati e influenti del panorama musicale italiano.