C’erano tutte le scuole pugilistiche della città, i campioni di oggi e l’ex campione del mondo Riccardo Bergamini nella cattedrale di San Cetteo a Pescara, per dare l’ultimo saluto a Miriam Francesca Vivarini, campionessa di kickboxing morta a 37 anni.
Miriam Francesca Vivarini, morta nella sua casa di Pescara
Sono ancora da accertarsi le cause che hanno portato alla morte di Miriam Francesca Vivarini, forte sportiva di soli 37 anni. La campionessa è stata trovata senza vita nel suo appartamento e le forze dell’ordine stanno indagando sulla vicenda.
“L’addio a Miriam Vivarini rappresenta una grande perdita per il mondo dello sport, ma la sua eredità vivrà per sempre nei cuori di coloro che l’hanno amata e apprezzata. – ha affermato l’amica Serena Cecilia a Abruzzo Independent – Miriam era empatica. Fredda e spietata sul quadrato, dolce e solare fuori”.
Una “ragazza forte, abituata al sacrificio e a combattere per lo sport che amava”: così l’ha descritta il parroco Don Giulio durante i funerali tenutesi nella sua Perugia, mentre sui social arrivavano numerosi i messaggi commossi di coloro che hanno seguito il suo percorso da lontano. In onore alla generosità della figlia, i genitori di Miriam Vivarini hanno scelto di devolvere le offerte raccolte durante la funzione religiosa all’organizzazione animalista Lav e a Medici senza frontiere.
Kickboxer e psicologa
Miriam Francesca Vivarini è stata campionessa mondiale e vice campionessa europea di K1 – il più importante torneo di kickboxing, oltre che detentrice di numerosi titoli italiani. Da alcuni anni, però, Vivarini era lontana dal ring e la sua carriera sportiva si trovava in una fase di prolungata inattività.
Oltre a essere campionessa di kickboxing, Miriam era laureata in psicologia ed esercitava la professione. Grande viaggiatrice, negli ultimi tempi sognava di aprire un corso di kickboxing per bambini nella sua Pescara, dove era tornata ad allenarsi nella palestra Black Mamba, assieme al trainer Maurizio Diodati.
Il dolore per la perdita del maestro
Proprio l’allenatore Diodati ha raccontato che la campionessa pensava a un ritorno all’agonismo, reso complesso dall’età e dal lungo periodo di inattività alle spalle. Ad allontanare Vivarini dal ring era stato un grande dolore. Nel 2019, l’amato allenatore Maurizio D’Aloia – sotto la cui guida la campionessa aveva mosso i primi passi nel mondo del K1 – è morto all’improvviso, a 42 anni, a causa di un ematoma celebrale.
La morte del maestro aveva segnato profondamente Miriam Francesca, sia professionalmente che nel privato. Solo negli ultimi anni la campionessa aveva trovato il coraggio di tornare a combattere. Con oltre 30 combattimenti all’attivo, Vivarini era tornata ad allenarsi sei ore al giorno.
“Lei trovava vita quando combatteva, lo si vedeva dal suo volto quando vinceva i match. Fuori dal ring era un’altra persona. L’esperienza più grande che abbiamo dovuto affrontare nella nostra vita è stata quella di crescere te e con te non cambieremmo un minuto del tempo speso a prenderci cura di te. Insieme a te è volato in cielo un pezzo del nostro cuore” ha ricordato commossa la più grande amica Serena.