Matthew Hardy, la vera storia dello stalker della serie “Ti dico un segreto?”

Entrata rapidamente nella top ten delle serie più viste del momento su Netflix, "Ti dico un segreto" racconta la vera storia di Matthew Hardy, lo stalker seriale più famoso del Regno Unito

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Tanto attesa, quanto vista, la docu-serie Ti dico un segreto? è entrata rapidamente nella top ten dei contenuti più visti su Netflix. Si tratta di una serie true crime che ha portato nelle case degli italiani, e non solo, le vicende che ruotano intorno alla figura di Matthew James Hardy, un cyberstalker seriale che ha preso di mira oltre 60 donne in poco più di 10 anni in tutto il Regno Unito. Le ha spaventate, le ha minacciate e le ha molestate e lo ha fatto indisturbato per molti anni fino a quando la giustizia non ha fatto il suo corso. Questa è la sua storia.

Chi è Matthew James Hardy

Il nome di Matthew James Hardy, probabilmente, suonava nuovo a molti fino a poco tempo fa, sicuramente fino a quando la celebre piattaforma di contenuti in streaming ha puntato i riflettori sulla sua storia che racconta di almeno 60 donne molestate online da quello che è considerato il cyberstalker più prolifico di sempre. Un primato tutt’altro che da celebrare, ovviamente, e che anzi fa paura. Così come fa paura il pensiero di tutte quelle vittime che per anni hanno visto la loro vita andare in frantumi. Ma chi è, davvero, Matthew James Hardy?

Di lui sappiamo che viene dal Northwich, nel Cheshire, e che ha iniziato a perseguitare le persone da giovanissimo. La sua attività criminale è cominciata, infatti, nel 2009 mietendo le prime vittime tra i compagni di scuola. Matthew utilizzava i social network cercando di fare amicizia con quelle persone per ottenere la loro fiducia. A volte rubava le identità di amici e familiari per scoprire i segreti che li riguardavano, per diffonderli, a volte delle sue stesse vittime per distruggere la loro vita.

Ha agito per tanto tempo, Matthew, e lo ha fatto quasi sempre indisturbato. Le conseguenze delle sue azioni, però, erano tutt’altro che invisibili. In 11 anni il cyberstalker è stato arrestato 10 volte e interrogato almeno 3. Nell’ottobre del 2011 è stato lui stesso a confessare, e a dichiararsi colpevole, di aver hackerato il profilo Facebook di una sua ex compagna, una delle tante, per rubarle l’identità. Due anni dopo, un’altra confessione, ha fatto emergere molestie e attacchi hacker sempre ai danni di un’altra compagna di scuola.

Alla fine, sommando le denunce, le accuse e le confessioni spontanee, Matthew James Hardy è stato condannato a un totale di nove anni di prigione, poi ridotti a otto in appello, ricevendo la pena più lunga mai data per un reato di cyberstalking nel Regno Unito.

Le vittime

Ma chi sono le vittime di Matthew James Hardy? In “Ti dico un segreto?” ci sono i racconti di tre donne che, dopo l’arrivo dello stalker, hanno visto la loro vita cambiare per sempre. Si tratta di testimonianze che, in realtà, narrano solo una piccola parte di quello che è realmente accaduto, di quelle 60 persone, e oltre, che sono state private della loro privacy, che sono state attaccate e ingannate, molestate e perseguitate.

Le usava tutte, Matthew Hardy, per colpirle nel profondo. Iniziava le sue conversazioni con la frase che ha dato il titolo al telefilm che racconta la sua storia: posso dirti un segreto? Ma in realtà si trattava di una trappola, la peggiore.

Rubava le loro identità per inviare dei messaggi pieni di odio o sessualmente espliciti ad amici, familiari e conoscenti. Lo faceva persino con i datori di lavoro, mettendo a rischio la carriera delle vittime. Ma questo non gli bastava. Trascorreva le sue giornate chiamando quelle persone, anche 50 volte al giorno, semplicemente per fargli udire i suoi respiri e il silenzio. Per spaventarle. Rovinava le loro relazioni, scrivendo ai fidanzati di falsi tradimenti. E poi le seguiva e le spiava e gli comunicava che le stava controllando.

Abby Furness, una delle sue tante vittime, ha raccontato al Guardian che dopo essersi intrufolato nel suo smartphone, Matthew ha inviato le sue foto intime al suo capo e ha scritto al suo fidanzato per dirgli che lo aveva tradito con suo zio. Una bugia, questa, che ha rovinato la sua relazione e la sua vita. Lo ha fatto con molte persone, nei modi peggiori che conosceva. Ha cominciato con le compagne del liceo di Northwich, ma quando il gioco non lo soddisfaceva più ha iniziato a prendere di mira degli sconosciuti utilizzando anche altri social network come Instagram e Snapchat.

Perché lo ha fatto è la domanda che si sono posti in molti. Una delle sue vittime, che si è raccontata al Guardian, ha dichiarato che probabilmente quella di Matthew  è stata una sorta di vendetta per il suo passato fatto di bullismo e solitudine. “È stato sempre ignorato dalle donne. Non ha mai avuto una ragazza. Non è mai uscito con ragazze” – ha dichiarato Melanie (pseudonimo) – “E ho come l’impressione che stesse cercando di vendicarsi delle ragazze che lo avevano rifiutato.”

L’arresto e la condanna

Negli anni Matthew James Hardy è stato più volte denunciato, almeno da una decina di donne. Eppure questo non lo ha fermato, neanche quando ha ricevuto un ordine restrittivo e una prima pena detentiva. Ha continuato ad agire indisturbato per anni, almeno fino al 2019 quando qualcuno ha scelto di andare a fondo, di aiutare sul serio tutte quelle donne che, fino a quel momento, avevano ricevuto come unico consiglio quello di non parlare con lo stalker o di chiudere i loro profili social.

Tutto è cambiato quando sulla scrivania del poliziotto Kevin Anderson è arrivato un fascicolo per stalking di cui Hardy era sospettato. I collegamenti con le altre denunce sono subito balzate all’occhio dell’agente del Cheshire risalendo a ben 61 vittime che negli anni erano state molestate, controllate e attaccate. Munito di prove e di dichiarazioni delle vittime Anderson ha portato davanti al giudice tutte le prove di quel crimine e alla fine, nel febbraio del 2020, Matthew James Hardy è stato arrestato.

Ma quella non era ancora la fine per lui. Dopo aver negato ogni accusa, Hardy ha continuato a mietere altre vittime, fino al gennaio 2022 quando, alla fine, si è dichiarato colpevole di stalking e molestie. È stato condannato a nove anni di prigione, la pena più lunga mai inflitta per un crimine di cyberstalking. La difesa ha sostenuto che la pena fosse eccessiva in quanto Matthew è affetto dalla sindrome di Asperger e quindi incapace di riconoscere il vero impatto delle sue azioni. Alla fine la pena è stata ridotta a otto anni.

La storia di Matthew James Hardy è stata raccontata nel podcast Can I Tell You a Secret? prodotta dal Guardian nel 2023, poi trasformata nella docu-serie di Netflix Ti dico un segreto?.