Ingmar Bergman, regista: biografia e curiosità

Ingmar Bergman è considerato tra i più grandi registi di sempre. Maestro dalla fama senza tempo, cosa sapere sull’autore di “Il posto delle fragole”

Foto di Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

Giornalista

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv prevalentemente di cronaca, politica, economia e spettacolo

Pubblicato: 29 Giugno 2016 10:35Aggiornato: 20 Aprile 2024 22:09

Ingmar Bergman è stato uno dei migliori registi della storia dl cinema ed è annoverato tra i maestri assoluti della settima arte. La sua tecnica di realizzazione di un film è studiata in tutte le scuole di regia del mondo. Capace di coniugare alla perfezione sostanza e forma, nelle pellicole nessuno come lui ha saputo indagare l’animo umano. Le sue sceneggiature sono infatti curate fino al minimo dettaglio, riuscendo a trattare temi profondi ed esaltando il talento dei suoi attori-feticci, come Max Von Sydow, Liv Ullman, Bibi Andersson, Gunnar Bjornstrand. Memorabili sono anche le inquadrature che mostrano un abile uso dei primi piani in modo da rendere d’impatto e più emotive le scene per il pubblico. Nell’arco della carriera ha vinto di tutto tra Oscar, David di Donatello, Festival di Cannes e Festival di Venezia.

Le origini di Ingmar Bergman

Ernst Ingmar Bergman nasce a Uppsala il 14 luglio del 1918 in una famiglia svedese. Il padre è un pastore luterano, così il futuro regista trascorre l’infanzia seguendo gli spostamenti del genitore nelle case parrocchiali di vari paesini e viene educato secondo i concetti luterani di “peccato, confessione, punizione, perdono e grazia”, temi che saranno poi ricorrenti nei suoi film. Cresce in un ambiente familiare oppressivo a causa della severa educazione paterna e il rapporto conflittuale con i genitori porta Ingmar a chiudersi in un suo mondo liberatorio e fantasioso con il quale sostituiva quello reale. Auando a dodici anni gli viene regalato il primo proiettore cinematografico, trova nel mondo della pellicola, con le sue luci e le sue ombre, quello che cercava. A diciannove anni si iscrive all’Università di Stoccolma e si stabilisce nella capitale dove conduce una vita da artista bohemienne. La passione per l’arte lo porta ad abbandonare gli studi per mettere in scena spettacoli teatrali inizialmente studenteschi. Il suo talento non comune lo rendono noto e il suo nome comincia a circolare negli ambienti dei palcoscenici più importanti della città.

L’attività teatrale

Nel 1942 scrive una commedia satirica e oscena, imperniata sulla scabrosa relazione fra un sacerdote e una spogliarellista. La pièce suscita grande scandalo ma lo rende ancora più famoso. Il 1944 è l’anno di un’altra sua rappresentazione, scritta autonomamente e messa in scena: si tratta di “Hets“, un’allegoria contro il nazismo che sta spadroneggiando nel Continente e nella vicina Norvegia. La messinscena di un altro suo dramma, “La morte di Punch” (1942), attira invece su di lui l’attenzione della Svensk Filmindustri, con cui inizia a collaborare nel 1943 come sceneggiatore. L’anno seguente il regista svedese Alf Sjöberg porta sullo schermo la prima sceneggiatura di Bergman, “Spasimo”. Il film viene molto apprezzato e arriva a vincere un premio al Festival di Cannes del 1946.

La carriera come regista cinematografico

Pochi mesi dopo questa prima esperienza cinematografica, gli viene proposto di dirigere un film adattato dalla commedia dell’autore teatrale danese Leck Fischer, “La bestia madre” da cui realizza “Crisi”. La pellicola non ha successo, ma è la prima di varie prove che portano Bergman a perfezionarsi. Nel 1950 scrive “Un’estate d’amore” nel quale dimostra tutte le sue capacità espressive, due anni dopo realizza “Donne in attesa” presentato alla Mostra del cinema di Venezia. Nel 1953 è il turno di Monica e il desiderio che genera scandalo a causa della sensualità dell’attrice HarrietAndersson, all’epoca ventenne, a cui il regista si lega sentimentalmente e che diventerà una delle sue attrici preferite. Nel 1956 Bergman realizza “Il settimo sigillo” che lo consacra a livello internazionale e ottiene nel 1957 il “Premio speciale della giuria” al Festival di Cannes e nel 1958 il “Gran Premio dell’Accademia francese” del cinema. Nel 1960 viene proiettato in Italia dove conquista il Nastro D’Argento, mentre in Spagna il Lábaro de oro. Ma il film indubbiamente più celebre, a cui si deve la fama internazionale e duratura di Bergman è “Il posto delle fragole”, una meditazione tra la vita e la morte premiata con l’Orso d’oro al Festival di Berlino e il premio della critica a Venezia. Dopo un periodo di pausa, negli anni ’70 realizza titoli entrati nella storia del cinema come “Sussurri e grida“, “Il flauto magico”, “Sinfonia d’autunno” o “Scene da un matrimonio”. Negli anni’80 si dedica per lo più al teatro, per il cinema gira “Fanny e Alexander”, una pellicola che è una sorta di riepilogo di tutto il suo lavoro. Negli anni ’90 e 2000 lavora molto anche a progetti televisivi. Il 20 gennaio 2005 riceve il Premio Federico Fellini, una specie di Nobel del cinema, per l’eccellenza della sua produzione artistica cinematografica. Il 30 luglio 2007, all’età di ottantanove anni, muore nella sua casa di Fårö, isola svedese del Mar Baltico, lo stesso giorno della scomparsa del regista italiano Michelangelo Antonioni.

Vita privata e curiosità su Ingmar Bergman

La vita sentimentale di Ingmar Bergman è stata alquanto intensa, si è sposato cinque volte e ha avuto 9 figli. La prima moglie è Else Fischer, ballerina e coreografa, con cui ha avuto una figlia, la scrittrice Lena. Nel 1944, durante la lavorazione del film “Spasimo”, la moglie e la figlia si ammalano di tisi e vengono ricoverate in due diversi sanatori; Bergman, per sostenere le spese, si adatta a redigere manoscritti per la società cinematografica per cui lavorava. In quel periodo conosce Ellen Lundström, anche lei ballerina e coreografa, con cui avvia una relazione; quando lei resta incinta, il regista decide di divorziare per sposarla. La coppia ha quattro figli. Durante l’estate del 1949, mentre Ingmar gira gli esterni di “Verso la gioia”, conosce la giornalista Gun Hagberg. Nel 1950 ottiene il divorzio da Ellen per stare insieme a Gun che nel frattempo è rimasta incinta. Nel 1951 sposa Gun, che diventa così la sua terza moglie, ma verso la fine degli anni ‘50 conosce la pianista Käbi Laretei che nel 1959 diventa la sua quarta moglie. Nel 1964 si innamora dell’attrice Liv Ullmann dalla qual ha una figlia Linn Ullmann. Nel 1971 però sposa Ingrid Karlebo von Rosen. Dal 1976 Bergman prende la residenza all’estero per non avere problemi con il fisco svedese. La morte della moglie Ingrid nel 1995 è per il regista un duro colpo che lo fa cadere in depressione, già tornato in patria da qualche tempo, si ritira nell’isola di Fårö, dove conduce una vita solitaria fino alla morte. Oltre a Liv Ullmann, le attrici con cui Bergman ha avuto anche una relazione sentimentale sono state Harriet Andersson, Bibi Andersson e Ingrid Thulin. Riguardo alle curiosità sul regista, mentre la paternità è certa non è sicuro che la vera madre sia stata Karin Åkerblom: sembra infatti che la madre naturale fosse Hedvig Sjöberg. Alla realizzazione de “Il posto delle fragole” si è dedicato con così grande impegno, tanto che alla fine delle riprese è stato ricoverato in una clinica per esaurimento nervoso.