Henry Wickham, chi è il marito di Sophie Kinsella che le è stato accanto fino alla fine

Ha lasciato tutto per starle vicino durante la malattia: Henry Wickham è il marito della scrittrice Sophie Kinsella, scomparsa a soli 55 anni nel dicembre 2025

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Nicoletta Fersini

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Sophie Kinsella è una delle scrittrici di maggior successo degli ultimi vent’anni. È stata ed è ancora una penna capace di coinvolgere ed emozionare, di strappare un sorriso ed essere di conforto nei momenti “no”. Proprio come per lei è stato Henry Wickham, marito e compagno di una vita, al suo fianco durante la convivenza con il glioblastoma e fino all’ultimo istante.

Sophie Kinsella e Henry Wickham, galeotto fu il college

Quello tra Sophie Kinsella e Henry Wickham è stato un amore lungo oltre trent’anni. Erano entrambi studenti al New College di Oxford e la scrittrice incontrò il suo amore proprio nel corso della sua prima sera all’università. Si conobbero, scoccò la scintilla e da lì iniziò una grande storia d’amore, coronata dal matrimonio celebrato nel 1991.

Giovani e innamorati, Kinsella e Wickham hanno avuto ben cinque figli. Il primogenito è Freddy, poi sono arrivati Hugo, Oscar, Rex e la più piccola, Sybella.

Che lavoro fa Henry Wickham?

Dopo la laurea all’Università di Oxford, Henry Wickham ha lavorato come preside presso la Lockers Park School, dopodiché è diventato proprietario (e preside) della Elmhurst School for Boys, una scuola privata riservata soltanto a bambini e ragazzi.

Dal 2013, però ha abbandonato la professione, dedicandosi esclusivamente all’attività di manager per la moglie che, già nel 2013, era ben nota al grande pubblico grazie ai primi romanzi della saga I Love Shopping.

Insieme anche nella malattia

C’è un grande regalo che Sophie Kinsella ha fatto al mondo, dopo la diagnosi di glioblastoma nel 2022 e prima della sua morte nel dicembre 2025. Un anno prima, la scrittrice ha pubblicato il libro Cosa si prova. La storia di una donna che affronta la malattia dopo un delicato intervento al cervello, che riscopre la gioia di vivere e degli affetti, anche grazie alla presenza del marito.

E se vi suona familiare, lo è. “Sarebbe stato impossibile raccontare la mia storia senza scrivere di Henry. C’è voluto moltissimo tempo prima che io capissi cosa mi era capitato. Henry era solo, ha preso tutto sulle sue spalle. Sono smemorata, mi scordo le cose, ma lui non è mai stato impaziente. Mi spiega tutto un’altra volta, ogni volta”, aveva raccontato in lacrime in un’intervista a Robinson (La Repubblica).

Aveva parlato di shock, paura, senso di lutto, dolore, ma non solo: “Sono stata travolta dall’amore: mio marito ha abbandonato tutto per stare al mio fianco, con i miei figli ci abbracciamo continuamente. Poi ci sono i parenti, gli amici. E la risposta incredibile dei lettori che mi hanno inondata di messaggi d’affetto e di speranza, ma anche di storie positive: un’emozione immensa”.

In quell’occasione aveva aggiunto: “Henry è il mio hard disk: se mi dimentico qualcosa è lui la mia memoria. Eravamo una coppia unita già prima della malattia, ma questa esperienza ci ha avvicinati ancora di più: siamo una squadra. Io sono una dormigliona, Henry invece si sveglia presto: ogni giorno legge tutto quello che può sul cancro. Novità sulle cure e soprattutto testimonianze. Ogni mattina quando mi sveglio mi racconta una storia di speranza. Io lo aspetto e gli chiedo: ‘Qual è il racconto bello di oggi?’. Mi dà grande conforto”.