Tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre del 1999 veniva istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite la Giornata internazionale della violenza contro le donne che cade ogni 25 novembre.
Eppure, per quanto prezioso sia questo traguardo, basta guardarsi intorno per scoprire che non è una sola giornata ad annullare tutte quelle violenze che, ogni giorno, vengono perpetuate ai danni delle donne. Sono fisiche ed emotive, sono violente e a sfondo sessuale, a volte sono anche mortali.
Inoltre, all’interno di questo fenomeno, dilagante e dilaniante, ce n’è un altro di cui si parla ancora troppo poco. È silenzioso, ma drammatico ed è quello che vede le donne anziane come le vittime di una duplice violenza.
La duplice violenza sulle donne anziane
È un fenomeno reale, quello che della violenza contro le donne anziane, che apre una ferita immensa e insanabile all’interno della nostra società. Un ferita che in molti non vedono, perché siamo abituati a parlarne poco, ma che esiste e sanguina oggi come non mai.
I dati non sono rassicuranti e, al contrario, ci dimostrano che la violenza non ha età. Ma ci mettono anche di fronte a un problema di ampia portata che forse è stato troppo a lungo trascurato e che oggi non possiamo più ignorare, quello che riguarda le persone più fragili della società: i nostri anziani. Quelli che dovrebbero essere valorizzati e protetti, perché sono il tesoro della comunità, un valore immenso e inestimabile per tutti noi. E invece vengono considerati un peso e per questo lasciati soli, nel disinteresse generale. Vengono abbandonati dalle famiglie, e dalla società, in uno stato di isolamento sociale fino al termine della loro vita.
Perché sono tutti troppo impegnati e indaffarati per cercare di stare al passo, così si dimenticano delle cose importanti. Come i valori che ci appartengono, gli anziani che ci hanno cresciuto, che hanno protetto e valorizzato questo mondo.
E come se questo non fosse abbastanza, ecco che in questo quadro disarmante fa capolino l’ombra della violenza, fisica ed emotiva. Sì perché le storie che popolano la cronaca italiana ci parlano di casi di abbandono, di situazioni in cui gli anziani vengono privati dei loro beni economici e materiali, vengono privati di quelle cure fondamentali. E vengono anche abusati, gli anziani, truffati e maltrattati. Violentati.
E una vittima su tre, di queste violenze, è donna. Non ci sono statistiche nazionali e ufficiali sulla vittime di violenza over 70, perché la stessa Istat, nelle indagini condotte sulla violenza contro le donne, esamina per le sue statistiche solo la fascia d’età che va dai 16 ai 70 anni. Ma basta andare a vedere i dati più generici sull’abuso degli anziani per scoprire che oltre due milioni di donne ogni anno sono vittime di violenza.
E questo dato, seppur sommario, basta a farci fermare a riflettere su un fenomeno silenzioso quando doloroso. Perché le persone anziane coinvolte nei casi di violenza, fisica ed emotiva, diventano due volte vittime, come persone fragili e come donne.
I dati di un fenomeno sommerso
Truffe, maltrattamenti, violenze fisiche ed emotive: questo è quello che succede agli anziani del nostro Paese. E il tempo, i dati lo dimostrano, non guarisce le ferite ma le rende ancora più profonde e dolorose. A confermarlo, come riporta il canale Salute&Benessere di Ansa, sono stati gli esperti della SIGG, Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, che hanno parlato di come i maltrattamenti nei confronti degli anziani, fisici, psicologici e verbali, siano aumentati del 150% in 10 anni.
I dati forniti dall’associazione parlano di oltre 2 milioni di donne anziane vittime di violenza. Gli episodi che le riguardano sono diversi, e tutti drammatici, e avvengono sia negli ambienti domestici che nelle strutture sanitarie. Secondo la Società di Geriatria più di 600.000 anziane sono vittime di truffa, 25.000 hanno subìto abusi all’interno di strutture sanitarie e più di 2.000 sono state vittime di violenza sessuale. Dati che, come abbiamo anticipato, non sono precisi e che anzi potrebbero rivelare una situazione ancora più drammatica che si nasconde tra l’omertà generale.
Sì perché, oltre a parlare troppo poco del fenomeno, molto spesso questi reati non vengono neanche denunciati. Non lo sì fa per paura o per vergogna, ma anche perché molte di queste violenze sono circoscritte nell’ambito familiare, proprio quello in cui una persona dovrebbe sentirsi al sicuro.
Nella maggior parte dei casi, infatti, a mietere le vittime sono proprio i membri della famiglia, ai quali poi si aggiungo anche vicini di casa e badanti che trovano terreno fertile per abusare delle persone più fragili e più isolate dalla società.
Le situazioni, come abbiamo detto, sono diverse. Ci sono le violenze verbali, che poi si trasformano in fisiche, ci sono quelle psicologiche, spesso mosse per estorcere i soldi e gli averi delle persone anziane. Ma ci sono anche le violenze mortali, quelle che spezzano le vite. I dati diffusi dalla SIGG, infatti, parlano di oltre 100 over 65 uccise ogni anno.
Tra tabù e denunce mancate: come risolvere il fenomeno della violenza sulle anziane
I dati che abbiamo analizzato fino a questo momento, come abbiamo anticipato, non sono precisi. E non solo perché mancano le stime nazionali, ma anche e soprattutto perché molto spesso i reati di violenza non vengono denunciati. I motivi sono diversi, ma comprenderli può aiutarci ad attuare una serie di iniziative volte a contrastare e ad eliminare il problema.
Molto spesso le donne anziane scelgono di non denunciare perché non sanno come fare, perché sono affette da disabilità oppure sono in uno stato di isolamento sociale. Altre volte, però, non lo fanno perché hanno paura di essere allontanate da quegli stessi familiari che, oltre a essere gli aguzzini, sono anche gli unici caregiver. E poi, ancora, c’è il problema della dipendenza economica che è sicuramente più radicato nelle donne anziane, vissute in una cultura maschilista e patriarcale.
Molte volte, queste stesse donne, non sanno neanche di avere la possibilità di uscire da questo tunnel di violenze psicologiche e fisiche. Non conoscono i loro diritti e non sanno come chiedere aiuto.
Eppure, come abbiamo più volte ripetuto, questo è un fenomeno che non possiamo più ignorare. Abbiamo il diritto e il dovere di proteggere la popolazione di anziani che vivono in Italia e, ancora di più, le donne che rappresentano il 65% degli abusi nel Paese, nonché i soggetti più fragili per genere e per età.
Per farlo abbiamo necessità di rafforzare la rete sociale affinché nessuno venga più lasciato solo. Affinché le donne anziane sappiano che ci sono persone disposte ad aiutarle, a farle uscire da quella violenza che stanno subendo.