Elena Ceste: storia di un omicidio

Il 24 gennaio del 2014 una donna, mamma di 4 figli, sparisce nel nulla. Il suo nome è Elena Ceste ed è stata uccisa da suo marito

Foto di Sabina Petrazzuolo

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

È il 24 gennaio del 2014 quando, tutta Italia, ascolta per la prima volta il nome di Elena Ceste. Chi è lo sappiamo tutti ormai, una donna di 37 anni, e mamma di 4 figli, che ha fatto perdere le sue tracce in Piemonte, a Costigliole d’Asti, proprio lì dove viveva insieme a suo marito e ai suoi bambini.

A denunciare la sua scomparsa è stato Michele Buoninconti, suo marito, che dopo avere accompagnato i bimbi a scuola su richiesta di Elena era tornato a casa non trovando più sua moglie. Che fine ha fatto la donna? A fornire il primo alibi di quella misteriosa sparizione è lo stesso Michele: i due, la sera prima, avevano discusso a causa della scoperta di un tradimento virtuale di lei, l’ennesimo, e forse, sconvolta e preoccupata delle conseguenze, la donna aveva scelto di allontanarsi volontariamente.

Ma Elena non è andata via di casa per quella discussione, né lo ha fatto perché voleva lasciare la sua famiglia. Elena è morta e il suo corpo giace da mesi nel Rio Mersa, proprio nei pressi della sua abitazione. A ucciderla è stato Michele, suo marito.

Chi era Elena Ceste

Sono passati anni dalla morte di Elena Ceste, da quel giallo che ha tenuto col fiato sospeso un Paese intero e che si è trasformato, in pochi mesi, in un femminicidio. L’ennesimo. Un caso mediatico, che ha tenuto alta l’attenzione di tutti, e che ci ha permesso di reperire diverse informazioni sulla donna, sulla sua vita privata e familiare. Ripercorriamola insieme.

Non sono solo pettegolezzi di quartiere, Elena ha diverse relazioni extraconiugali, e al di là della morale e dei giudizi dei benpensanti, è opportuno sottolineare questo aspetto della sua vita privata che più volte sarà messo agli atti, come causa e come conseguenza di un epilogo triste e drammatico.

Ha 37 anni, Elena Ceste, quando scompare misteriosamente dalla sua abitazione situata a Costigliole d’Asti, in Piemonte. Lì vive insieme a suo marito e ai loro 4 figli, ed è proprio della casa e della famiglia che si occupa con amore e premura a tempo pieno. È una donna riservata, Elena, schiva e poco avvezza alla vita mondana: così la descrivono i familiari e tutte le persone che l’hanno conosciuta. Eppure, gli occhi indiscreti dei compaesani, hanno notato già da tempo che la donna porta avanti diverse relazioni extraconiugali.

Lo stesso Michele, suo marito, il giorno della scomparsa racconta alle forze dell’ordine di aver avuto una discussione con sua moglie, la sera precedente, dopo aver scoperto alcuni messaggi compromettenti sul telefono di Elena, anche se di quelli non si troverà traccia. È per quello che Elena si è allontanata?

Inizia un giallo senza fine. Durante i mesi in cui le forze dell’ordine sono impegnati nella ricerca, il profilo che emerge di Elena sembra confermare questa tesi. Si parla di una donna emotivamente scossa e provata che non riesce a sostenere il peso di quello che tutti ormai sanno. I tradimenti, infatti, sono ormai di dominio pubblico come lei stessa aveva confessato, poco prima di sparire, al parroco locale. Era preoccupata di quella situazione, e ancora di più di proteggere la sua famiglia e il suo onore.

Il 24 gennaio del 2014 Elena scompare nel nulla. Rientrato a casa, e non trovando sua moglie, Michele che di professione è un vigile del fuoco, si reca immediatamente per sporgere denuncia. Confessa alle forze dell’ordine di aver discusso con sua moglie il giorno precedente e di averla vista molto scossa per l’accaduto. Dichiara, inoltre, di aver trovato i suoi abiti e gli occhiali da vista in cortile giungendo alla conclusione che sua moglie si è allontanata da casa nuda, probabilmente in stato confusionale.

Dopo la denuncia, scattano immediatamente le ricerche. I giorni diventano mesi e nessuna pista viene esclusa. Forse Elena si è allontanata volontariamente da casa perché la vita coniugale non la rendeva più felice o forse i sensi di colpa l’hanno divorata portandola a compiere un gesto estremo.

Ma più le tracce di Elena si perdono e si fanno confuse, più le forze dell’ordine iniziano a sospettare che il mostro non è dentro la donna, ma al suo fianco. Le versioni contraddittorie e a tratti fumose di un marito addolorato e devoto, che intanto intrattiene conversazioni telefoniche con altre donne, fanno spazio a nuove ipotesi: e se fosse stato Michele a marchiarsi di un omicidio?

L’epilogo arriva nell’ottobre del 2014, dopo nove mesi di estenuanti ricerche. Il corpo senza vita di Elena Ceste viene ritrovato all’interno del canale Rio Mersa. Era stata sempre lì, ad appena due chilometri da casa.

Chi ha ucciso Elena?

Con il ritrovamento del cadavere nessuno scarta l’ipotesi del suicidio. Del resto tutti confermano che per Elena, quelle di gennaio, non sono state settimane facili. Forse la fragilità e i sensi di colpa scaturiti dai tanti tradimenti hanno portato la donna a compiere un gesto estremo. Eppure, gli inquirenti, non possono escludere la pista dell’omicidio, questa volta però iscrivendo nel registro degli indagati anche Michele Buoninconti.

Proprio lui, il marito devoto che in questi mesi ha partecipato a diverse trasmissioni televisive, ha lanciato appelli ed è sempre stato in prima linea nelle ricerche della moglie, viene considerato il primo sospettato, e poi colpevole. Dopo mesi di ricerche, di segnalazioni fuorvianti e di dichiarazioni controverse, la ricostruzione degli inquirenti trova in Michele l’assassino: l’uomo avrebbe ucciso la moglie quella mattina stessa, per mezzo di soffocamento o strangolamento, per poi gettare il suo corpo nel canale vicino all’abitazione.

Il movente non è difficile da ricostruire. Secondo il Gip è direttamente collegato ai tradimenti reiterati nel tempo, gli stessi che Michele aveva scoperto, e che aveva finto di accettare, salvo poi covare odio e rancore nei confronti della madre dei suoi figli.

L’arresto e la condanna

Il 1° luglio del 2015 inizia il processo ad Asti nei confronti di Michele Buoninconti già posto stato di arresto. Accusato di omicidio premeditato e di occultamento di cadavere, il 4 novembre del 2015 l’uomo viene condannato a 30 anni di reclusione e il tribunale dispone il decadimento della responsabilità genitoriali nei confronti dei 4 figli. La sentenza di Appello conferma la condanna: “E’ del tutto verosimile ritenere che sia stata l’esasperazione di Michele per la doppia vita tenuta da Elena a sua insaputa a costituire il detonatore dell’azione criminosa”. Le modalità dell’omicidio, invece, non sono mai state confermate con certezza.

E Michele? In tutti questi anni, l’uomo che attualmente sta scontando la sua pena, non ha mai smesso di dichiararsi innocente.