Mentre l’Italvolley femminile continua a mietere record e vittorie, il mondo della pallavolo italiana fa parlare di sé anche per i suoi demeriti fuori dal campo. A sollevare polemiche è stata la vicenda di Asia Cogliandro, giocatrice del Perugia, che ha raccontato di essere stata licenziata dalla sua società dopo aver comunicato di essere incinta: “Sono stati lapidari, volevano proprio che mi levassi di mezzo”.
Chi è Asia Cogliandro, la pallavolista licenziata perché incinta
Asia Cogliandro è una pallavolista italiana di 29 anni che gioca nel ruolo di centrale per la Black Angels Perugia Volley. Con il team della città umbra ha vinto lo scorso anno il campionato A2, e attualmente milita nella serie A1, il massimo livello del campionato italiano per club. Un’ atleta di primo ordine che, tuttavia, nelle ultime ore è salita alla ribalta della cronaca per motivazioni che hanno poco a che vedere con i meriti sportivi: in un’intervista a La Stampa, infatti, la ragazza ha spiegato di essere stata licenziata dalla sua società dopo aver comunicato di essere incinta.
La decisione di parlare con i vertici, ha raccontato la giocatrice, era arrivata nel corso di un allenamento particolarmente faticoso: “Il 21 gennaio mi alleno e ho paura, le compagne sono spaventate. Decido di dirlo, e il giorno dopo lo comunico al direttore sportivo, che contentissimo mi abbraccia”. In pochi secondi, tuttavia, lo scenario cambia radicalmente: “Arrivano subito delle pressioni. La società mi dice di lasciare casa e di restituire anche le mensilità già pagate. Diventano assertivi: ‘devi andare via’”, racconta ancora l’atleta.
A nulla sarebbero valsi i tentativi di mediazione di Cogliandro, che aveva proposto una sospensione del contratto con altri incarichi amministrativi: “Ho ipotizzato di congelare il contratto, fino al rientro, alle stesse condizioni. Io in carriera ho avuto degli infortuni: mentre sei ferma ti pagano, se sei incinta sei da allontanare”. Un trattamento che ha lasciato un segno indelebile sulla 29enne: “Mi hanno dato dell’ingrata, mi hanno minacciata. Lo sport che amavo ora mi disgusta. Non ne voglio più sapere di quel mondo”.
La maternità e la mancanza di tutele sul lavoro
La storia di Asia Cogliandro non è purtroppo un caso isolato: tanto nel mondo dello sport quanto in quello di altri settori professionali, le donne che decidono di diventare mamme si trovano a fare i conti con ostracismo e mancanza di tutele. Le politiche del lavoro relative alla maternità continuano a dimostrarsi insufficienti e non al passo coi tempi: “Siamo co.co.co, non professioniste. Qualcosa è stato modificato ma dovrebbero esserci più tutele. Se continuiamo ad accettare compromessi, non sarò l’ultima. È ora di dire basta”, ha denunciato ancora la giocatrice.
Non si è fatta attendere la replica di Giuseppe Manfredi, presidente Fipav, che in una nota ha fatto sapere: “La maternità non può mai essere vista come una colpa, né tantomeno come un ostacolo alla carriera di una sportiva. Posso garantire che la Fipav continuerà ad essere in prima linea su questo tema, oltre a vigilare affinché episodi di questo tipo non trovino spazio nel nostro movimento. Allo stesso tempo per correttezza, mi riservo di approfondire la vicenda con la società coinvolta, così da avere più elementi a disposizione”. Un caso che sembra aver scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora, e che stride non poco con le imprese sportive di Paola Egonu e compagne.