Esistono alcune stelle che emettono una luce così luminosa, intensa e accecante, che sono destinate a restare impresse nella memoria e nel cuore anche a distanza di anni dal loro passaggio. Anita Pallenberg è una di loro.
Modella, attrice e stilista italiana, si è guadagnata un posto d’onore nella memoria storica internazionale, per il suo fascino indiscusso e il suo carisma, per il suo talento e la sua arte. Regina del gossip, e musa ispiratrice della band che ha cambiato la storia della musica, Anita è stata spesso al centro delle cronache mondane per le sue storie d’amore con Brian Jones e Keith Richards, entrambi componenti dei mitici Rolling Stones.
In occasione del Festival del Cinema di Roma, che si terrà questo ottobre, sarà presentato Catching Fire: The Story of Anita Pallenberg, un affascinante documentario basato sulla vita di uno spirito libero e indomito, di una donna la cui memoria è rimasta impressa nei cuori e nella mente, ma anche nelle canzoni che tutti conosciamo. Riscopriamola insieme.
Chi era Anita Pallenberg
Romana di nascita, internazionale di origini, Anita Pallenberg nasce nella capitale il 6 aprile del 1942. Figlia di Arnoldo Pallenberg e Paula Wiederhold, subisce il fascino dell’arte a 360 gradi quando è solo una bambina, ereditandola dal padre. Da adolescente rimane impressionata dai capolavori cinematografici di Federico Fellini, tra cui La dolce vita.
Anita è una ragazza curiosa e intraprendente che guarda con attenzione al mondo dorato e patinato dello spettacolo: è lì che vuole essere un giorno. Intraprende la carriera di modella, frequentando personaggi di spicco di quel mondo, ma anche estremamente affascinata dal cinema, dall’arte e della musica.
È ribelle Anita, e poco incline alle regole. A 15 anni i suoi genitori la mandano in collegio, con la speranza di domare il suo spirito. Ma dopo pochi mesi viene espulsa per aver fumato e bevuto all’interno dell’istituto. Torna così a casa, nella sua bella Roma, dove incontrerà il suo primo amore: il pittore Mario Schifano. Insieme iniziano a drogarsi e a fare l’amore: lui non è un fidanzato modello, eppure lei perde la testa.
Ma le sue ambizioni sono così alte che la relazione terminerà quando un’agenzia per modelle la mette sotto contratto: è il momento di crescere, di imboccare la strada e di fare carriera.
A poco più di 20 anni Anita, e tanti sogni straordinari da realizzare, quando nel 1965 vola a Monaco di Baviera per un lavoro come modella. È qui che, durante la permanenza, che resta affascinata dal sound di una band emergente: si tratta dei Rolling Stones. La complicità con i membri della band è alta, del resto la modella non ha mai nascosto la sua passione per la musica.
Tra loro si crea velocemente un legame di amicizia che sarà destinato a cambiare la vita di tutti, ma c’è una persona con la quale, più di tutti, Anita sembra andare d’accordo. Il suo nome è Brian Jones, è il polistrumentista e fondatore dei Rolling Stones.
La musa che ha stregato i Rolling Stones
Negli anni ’60, e con una carriera già avviata, Anita Pallenberg si divide tra il lavoro di modella e di attrice per il grande schermo, ottenendo il ruolo della Black Queen in Barbarella e quello della moglie del protagonista di Dillinger è morto. È già un’icona a modo suo, anche se giovanissima. Del resto il suo stile è inconfondibile, e rispecchia la sua anima ribelle e libera, e in pochi restano immuni al suo fascino.
Proprio in questo periodo, Anita si lega in maniera quasi simbiotica ai Rolling Stones che stanno per conquistare in maniera assoluta ed eterna il panorama musicale di quegli anni. Il suo nome diventa particolarmente interessante per i giornalisti di gossip di quel tempo quando la modella e attrice si lega, sentimentalmente, a Brian Jones.
Prima amici inseparabili, in poco tempo i due diventano una coppia, tutt’altro che convenzionale. L’idillio che traspare dalle fotografie dell’epoca, e la passione travolgente, si trasformano presto in qualcosa di molto pericoloso. Finiscono entrambi nella spirale delle dipendenze, e alternano momenti di forte creatività ad altri di tensione. È Brian, per primo, ad accusare il colpo degli stupefacenti, assumendo atteggiamenti violenti nei confronti della sua fidanzata. È un incubo senza fine quello in cui è precipitata Anita, dal quale però non riesce a uscire per il troppo amore.
È il 1967 e, durante un viaggio in Marocco, Jones raggiunge il limite. Dopo aver aggredito per l’ennesima volta la sua compagna, viene ricoverato d’urgenza in ospedale per overdose. Ma Anita non è più sola: a difenderla dal principe che si è trasformato in mostro c’è Keith Richards, chitarrista, cantautore e anche lui membro fondatore dei Rolling Stones.
Anita Pallenberg e Keith Richards scappano insieme quella sera stessa. Salgono su un aereo diretto per Londra e, una volta giunti a destinazione, si dichiarano l’uno per l’altra. Decidono così di provarci e di farlo sul serio: lei si trasferisce a casa sua ufficializzando così una storia d’amore che durerà 14 anni. Insieme hanno tre figli: Marlon, Angela e Tara, che perderà la vita a soli due mesi.
Anche nella loro vita, però, compare presto l’ombra della droga. Anita e Keith ci provano sul serio a uscire dal tunnel della dipendenza, disintossicandosi più volte per i bene dei figli, salvo poi ricaderci ancora. Richards, alla fine, ci riesce. Lui, ma non lei che non riesce a uscire da quell’incubo neanche per amore. E alla fine, sarà proprio a causa di questo, che i due si lasceranno.
Keith Richards si rifà una vita, accompagnandosi a Patti Hensen con la quale convolerà a nozze. Anita, invece, dopo la fine della sua relazione verrà accostata più volte a Mick Jagger, frontman dei Rolling Stones. A confermare la relazione tra i due sarebbe stato lo stesso Mick, avvallato poi dalle parole del collega Keith nella sua autobiografia. La Pallenberg, però, ha sempre dichiarato il contrario e non è più tornata sull’argomento.
La verità, su quella relazione con Mick Jagger, non la sapremo mai, non dalla diretta interessata. Il 13 giugno del 2017, infatti, Anita Pallenberg muore a causa di gravi conseguenze per Epatite C. La sua storia, anche se travagliata e fatta di alti e bassi, le ha fatto guadagnare un posto nella memoria collettiva, nonché ha influenzato in maniera determinante quella dei Rolling Stones.
Anita è una Stones. Lei, Mick, Keith e Brian erano i Rolling Stones. La sua influenza è stata profonda, lei si assicurava che le cose rimanessero folli (Jo Bergman)