141 atleti per 17 discipline. Così l’Italia si presenta alle Paralimpiadi di Parigi 2024: due sport in più di Tokyo 2020 e 26 atleti in più rispetto all’edizione passata. Un record: mai si era vista alle Paralimpiadi una delegazione così nutrita da parte dell’Italia. Una squadra che promette sorprese, perché agguerrita e forte di numerose vittorie, alla precedenti gare in Giappone, ma anche ai Mondiali. Le maggiori speranze di medaglia sono poste nella squadra di nuoto, ma i campioni e le campionesse promettono sorprese.
Chi sono gli atleti italiani alle Paralimpiadi di Parigi
Sono 17 dunque le discipline in cui 141 atleti italiani proveranno a battere loro stessi e gli avversari. Atletica, badminton, canoa, canottaggio, ciclismo, equitazione, judo, nuoto, scherma, sitting volley, sollevamento pesi, taekwondo, tennis in carrozzina, tennistavolo, tiro a segno, tiro con l’arco e triathlon. L’età media dei partecipanti ai Giochi di Parigi 2024 è di 33,5 anni. Gli esordienti saranno 52, circa il 37% del team italiano, e l’atleta più giovane è Giuliana Chiara Filippi (atletica), classe 2005. Ma scopriamo insieme chi sono i nomi già noti e quelli tutti da scoprire.
Ambra Sabatini e Luca Mazzone: i portabandiera
A portare alta la bandiera della nazionale italiana paralimpica a Parigi 2024 sono Ambra Sabatini, 100metrista oro a Tokyo 2020 nella categoria T63, e Luca Mazzone, ciclista, tre volte oro del ciclismo tra Rio 2016 e Tokyo 2020.
“A Parigi vado con alte aspettative, sono cresciuta e non vedo l’ora di dimostrarlo. Ma sogno anche di nuovo il podio tricolore”, così Sabatini aveva commentato il suo ritorno ai 5 cerchi. A 17 anni, Ambra rimase coinvolta in un incidente stradale, le cui conseguenze la costrinsero all’amputazione della gamba sinistra. Ambra scelse di continuare a praticare sport come nuoto e ciclismo prima di rimettersi in gioco con la corsa grazie all’arrivo della protesi.
“E’ un grandissimo orgoglio essere l’alfiere azzurro: come persona, come paraciclista, come cittadino del sud Italia“. Luca Mazzone è un decano del movimento paralimpico italiano: la sua prima partecipazione ai Giochi Paralimpici risale al lontano 2000 a Sydney.
Bebe Vio
La campionessa mondiale ed europea di fioretto individuale paralimpico Bebe Voi non ha bisogno di presentazioni. Il suo impegno sportivo e sociale è ben noto. Inizia a tirare di scherma a 5 anni, poi a 11 viene colpita da meningite acuta che le causa l’amputazione degli arti. Con grande determinazione torna in pedana grazie all’uso di protesi speciali e vince numerose medaglie ai Giochi paralimpici, ai campionati mondiali, europei e italiani paralimpici di scherma.
Valentina Petrillo
Valentina Petrillo è un’atleta transgender, specialista della velocità, e il suo sogno è essere come Mennea, correre. Dalla sua ha un primato, importante quanto pesante: è la prima donna transgender a partecipare a una competizione femminile paralimpica e prima a partecipare alle Paraolimpiadi.
Federico Morlacchi
Federico Morlacchi con Bebe è stato portabandiera in Giappone 2020 e nel 2024 è in cerca della nona medaglia olimpica in piscina. Sicuramente una delle nostre punte di diamante ai Giochi Olimpici.
Manuel Bortuzzo
La storia di Manuel Bortuzzo è notissima. Si trasferisce da giovanissimo a Roma per inseguire il sogno di diventare un campione di nuoto e partecipare alle Olimpiadi 2024, ma nel 2019 tutto cambia. Una notte di febbraio viene coinvolto per errore in una sparatoria e raggiunto da un proiettile, perde l’uso delle gambe. Non si perde d’animo diventando un esempio di grande forza di volontà che porta in tv a Italia Sì e nella casa del Grande Fratello VIP.