Ilenia Zedda: “Se mi guardo da dentro è un viaggio interiore di cui la malattia è lo specchio”

Ilenia Zedda ci racconta del suo secondo romanzo, "Se mi guardo da dentro", edito da Salani. "Nina in realtà sono io, ma non è un romanzo autobiografico"

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Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Pubblicato: 19 Dicembre 2024 12:02

Una giovane donna, l’incidente che le cambia la vita, e la scoperta della miglior cura possibile: l’amore.
Un romanzo sulla necessità di ascoltare il proprio corpo e sull’impossibilità di trovare una spiegazione scientifica al mistero che ci rende vivi e ci fa innamorare. Questo è quello che racconta il secondo romanzo di Ilenia Zedda, Se mi guardo da dentro, edito da Salani.

Un viaggio interiore di cui la malattia è lo specchio, un’esperienza catartica, come la definita la stessa Ilenia Zedda, che in Se mi guardo da dentro racconta tanto di sé. Nina, la protagonista è lei, ma questo non è un romanzo autobiografico. Di certo, però, è perfetto come regalo da mettere sotto l’albero di Natale.

Se mi guardo da dentro è il tuo secondo romanzo. Si può dire che abbia due protagonisti principali: Nina e la malattia. Ce ne parli?
Certamente. Nina è la vera protagonista e rappresenta il fulcro di tutto il romanzo. Tuttavia, accanto a lei, c’è la città di Cagliari, che considero il vero omaggio di questo libro. La malattia è uno specchio attraverso il quale Nina si guarda dentro, scoprendo se stessa e la città che la circonda. È una metafora del percorso che ho affrontato anch’io trasferendomi a Cagliari, un luogo che ti prende e non ti lascia. Questa città ha un magnetismo unico, un legame profondo che Nina vive intensamente. Simbolo di questa appartenenza è la mappa della città di Cagliari. Così Nina strappa la pagina delle Pagine Gialle con cui esplora i luoghi dove si sente meglio ed evidenzia i punti dove non sembra malata. Ma la protagonista resta Nina, con il suo viaggio interiore.

Nina è un personaggio di fantasia o trae ispirazione da qualcuno?
Nina, in realtà, sono io. Non è un romanzo autobiografico, ma c’è molto di me in lei. Ho voluto trasmettere le due anime che mi caratterizzano: quella scientifica, grazie alla mia laurea, e quella creativa, coltivata alla Scuola Holden. Le sue esperienze, i suoi modi di agire e i suoi luoghi di scoperta riflettono il mio vissuto.

A un certo punto, Nina incontra un personaggio importante, un giornalista dell’Unione Sarda. Che significato ha per lei questo incontro?
Questo incontro rappresenta un cambiamento radicale. Nina scopre che non esiste solo il corpo “dentro” – quello analizzato da un punto di vista scientifico – ma anche il corpo “fuori”, il mondo delle emozioni e dei sentimenti. Questo giornalista diventa per lei un “grumo positivo”, in contrasto con la malattia, che è il “grumo negativo” della sua vita. L’amore per lui la aiuta a uscire dal suo microscopio interiore e a trovare un nuovo equilibrio.

Qual è il tuo metodo di lavoro per la scrittura? Pianifichi trama e personaggi in anticipo?
Con Se mi guardo da dentro ho seguito un approccio particolare. Non c’è una vera e propria trama definita; è stato un esperimento. Ho scritto capitoli brevi, intervallati da elementi scientifici, come se stessi redigendo gli abstract di una ricerca. Questo libro è stato per me una catarsi: mentre lo scrivevo, affrontavo una malattia cronica, e molte delle sensazioni descritte nel romanzo rispecchiano ciò che stavo vivendo. Quanto alla scrittura, sono molto rigorosa: scrivo al tramonto, sempre con scarpe da tennis, che mi aiutano a sentirmi ancorata.

Romanzo Se mi guardo da dentro
Fonte: Ufficio stampa Salani
Ilenia Zedda, Se mi guardo da dentro

Questo romanzo è molto diverso dal tuo primo libro?
Sì, è completamente diverso. Pur avendo elementi comuni, come la Sardegna, il tono e lo stile sono distanti anni luce. È un’opera che riflette chi sono ora, mentre il mio primo romanzo apparteneva a una fase della mia vita che non potrei più replicare.

Come è nata la tua passione per la scrittura?
Scrivo da sempre, anche se per molto tempo è stato un segreto. I miei genitori sono scienziati, quindi la scienza ha avuto un ruolo centrale nella mia vita. Tuttavia, sono cresciuta con l’amore per i libri, che mi hanno dato risposte a tutte le mie curiosità. A un certo punto, ho capito che la scienza non era la mia strada e ho deciso di frequentare la Scuola Holden. È stata una svolta decisiva per me.