Dalla Francia è arrivato il romanzo d’amore al vertice delle classifiche, con oltre 100mila copie vendute in pochissimo tempo, L’amore è una cosa semplice, di François Bégaudeau, edito da Salani.
L’amore è una cosa semplice è uno di quei rari, preziosi libri che sanno reinventare il racconto dell’amore come miracolo quotidiano che sempre si rinnova.
“Ci sono cose che più ne sai più sono misteriose”: questo dice Jacques Moreau delle api negli alveari di suo nipote. E lo stesso potrebbe dire dell’amore che da una vita intera lo lega a Jeanne, perché starsi accanto, farlo per decenni, è qualcosa che si impara ogni giorno e che non si finisce di comprendere mai.
François Bégaudeau, che ha scritto, sceneggiato e interpretato La classe, romanzo bestseller in Francia e film vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes 2008, ci racconta di questo suo nuovo romanzo che è un inno all’amore semplice.
Perché l’amore è una cosa semplice? Ci spiega il significato del titolo del suo libro?
In realtà, il titolo originale, in francese, era semplicemente L’Amour, L’Amore. Ma quando mi hanno comunicato quello scelto per la versione italiana, L’amore è una cosa semplice, l’ho trovato molto calzante e sarebbe stato perfetto anche in francese.
Io ho intitolato il mio libro semplicemente L’Amour, perché mi riferisco all’amore puro, nudo, senza orpelli di alcun genere. Non credo che questo sia l’unico tipo di amore. Ce ne sono tantissimi. C’è l’amore passionale, quello breve e intenso, quello conflittuale dove il litigio è parte del modo di amarsi. Ma nel mio libro volevo parlare dell’amore lento e sereno, perché è il tipo di amore che a me commuove moltissimo. Suscita in me tenerezza ed è esattamente di questo che volevo parlare.
La coppia protagonista di L’amore è una cosa semplice è ispirata a persone vere?
È difficile forse percepirlo per i lettori italiani. Ma i protagonisti del mio romanzo, Jeanne e Jacques, vivono nella regione della Francia da cui provengo. È una regione rurale ed è da questo contesto che provengono i miei nonni. Quindi la coppia che racconto si ispira non tanto ai miei genitori, che a 50 anni si sono separati, ma alle coppie amiche dei miei genitori. Mi sono ispirato alla generazione del dopo guerra, degli anni Cinquanta, appartenente al ceto popolare dove non si divorziava. Mentre il divorzio in Francia riguardava più la borghesia. Quindi, attorno a me, avevo delle coppie che sono state insieme per tutta la vita, fino alla fine. Per quanto riguarda la mia generazione, io ho diversi amici che stanno insieme da 30 anni. Quindi che credo che questo modello sia ancora maggioritario, ossia coppie che passano insieme tutta la vita.
Come definirebbe il suo stile di scrittore?
Prima di tutto in questo libro mi importava la giustezza. Forse questo vale per tutti gli scrittori, ma per me una buona frase è una frase giusta, non bella o piena di svolazzi stilistici. Quello che mi dicono i miei lettori è che il mio è uno stile epurato, sobrio, senza un uso esagerato di metafore e immagini. E qui ho fatto un passo ulteriore, perché parlo di persone semplici, non di personaggi romanzeschi. Volevo essere sobrio, così come sono i miei personaggi nel romanzo. In altri casi, posso scrivere diversamente, ma qui volevo che la lingua fosse semplice e calma come l’amore di cui parlo.
Oltre a scrittore, lei è anche un attore. Ci racconta dell’esperienza sul set de La classe?
È stata un’avventura strana e decisamente rara, perché si tratta di un film che è l’adattamento del mio libro, La classe, che parla della mia mia esperienza di insegnante. Quindi girare questo film è stato molto particolare, io avevo il ruolo del professore che era stato costruito sulla mia vita. Non sono un attore, però ho trovato facile muovermi in questo contesto, perché non era necessario avere una particolare competenza recitativa. Anche i ragazzi che hanno preso parte al film era la prima volta che recitavano. Ma il risultato, a detta di tutti, è stato molto convincente. Sul set c’era un’atmosfera distesa e allegra, anche grazie al regista [Laurent Cantet ndr], che purtroppo è mancato, che ha avuto il colpo di genio di creare un ambiente molto umano e credo che questo lo si percepisca nel film.