Le ultime stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità rivelano che sono sovrappeso oppure obesi il 50% degli adulti e il 30% dei bambini e adolescenti del Pianeta, questi numeri sono in aumento. Proprio per invertire contro la crisi globale dell’obesità e incoraggiare la prevenzione, nel 2015 è stata istituita la Giornata Mondiale dell’Obesità che si celebra il 4 marzo.
Noi abbiamo chiesto al Dottor Giuliano Ubezio, dietista Allurion, di fare chiarezza sul tema obesità, anche in base ai risultati del sondaggio realizzato da YouGov per Allurion (leggi anche la nostra intervista alla dottoressa Alessandra Freda) che dimostrano come gli italiani siano inconsapevoli del problema obesità. Infatti, solo il 18% conosce la differenza tra obesità e sovrappeso. Disinformati sull’incidenza
della malattia: il 47% dei connazionali sovrastima il numero di obesi in Italia (che sono invece il 20%), l’84% ritiene che il problema sia aumentato a causa della pandemia e c’è pessimismo su un ritorno alla normalità.
Rischio obesità: quali sono i primi segnali e come intervenire?
Per definire lo stato ponderale di una persona è necessario come primo passo calcolare l’indice di massa corporea, ovvero un rapporto tra peso ed altezza ed in base al valore ottenuto si può definire lo stato della persona, ovvero se in stato di normopeso, sovrappeso, obesità (dal 1° al 4°), oltre a misurare la percentuale di grasso totale corporeo stabilendo se presente un quantitativo di grasso elevato. Per intervenire bisogna agire soprattutto sul quantitativo di calorie assunte e bruciate nella giornata, creando così un deficit calorico per poter avere un calo di peso, dato dalla perdita di grasso corporeo.
Che differenza c’è tra sovrappeso e obesità?
Essenzialmente la differenza è legata dal valore sopra descritto e dalle probabilità di incorrere in patologie legate all’eccesso di peso, che nel sovrappeso sono più basse rispetto a chi è in uno stato di obesità.
Per combattere il rischio obesità basta la dieta giusta?
Non solo, si deve modificare lo stile di vita, dato sia dall’alimentazione che dal movimento quindi è necessario cambiare le proprie abitudini quotidiane, cercando di non avere giornate sedentarie e cercando di praticare attività fisica regolare (almeno 2-3 ore a settimana).Di base bisogna creare una dieta personalizzata, calibrata su ogni singolo caso e creare la giusta motivazione per poter indurre il cambiamento definitivo nel modo di mangiare. In alcuni casi però la sola forza di volontà non basta, quindi è necessario utilizzare strumenti che obbligano a seguire delle regole alimentari corrette per poi farle diventare abitudini definitive, come per esempio l’utilizzo di un palloncino gastrico che ad oggi si può posizionare ed eliminare senza sedazione completa.
In termini generali, quali sono le conseguenze dell’obesità?
Le conseguenze maggiori sono a carico del sistema cardio circolatorio, come insorgenza di infarti, ipertensione, aterosclerosi, dilipidemie oppure ictus, oltre a conseguenze metaboliche come primo tra tutti il diabete. Possono esserci anche altre complicanze come un peggioramento di un quadro artrosico, con conseguente riduzione della mobilità ed perciò aumento di peso.
Film come The Whale o i social aiutano a sensibilizzare sul tema dell’obesità o creano disinformazione?
Sì, aiutano molto, ma come evidenza il sondaggio yougov promosso da Allurion America, leader nel settore della perdita di peso e membro della world obesity federation, fatto in occasione del world obesity day del 4 marzo 2023 il 49% degli italiani crede che i social media ed i media, rappresentano le persone obese in modo negativo o comico. Nello stesso tempo però a mio parere è utile parlarne proprio perché è un tema molto caldo, sia da un punto di vista sanitario che sociale, poiché può creare danni emotivi e psicologici a chi soffre di questa patologia.