“Ma chi glielo fa fare?”, la domanda di un giornalista a Giovanni Falcone è il modo con cui vogliamo sin da subito ricordarlo. “Soltanto lo spirito di servizio”. Un uomo indissolubile, un simbolo della lotta contro la mafia insieme a Paolo Borsellino: il giudice-eroe ha perso la vita il 23 maggio 1992. Questo giorno viene ricordato come una delle pagine di storia più buie della nostra epoca. Chi c’era, chi si ricorda, chi non ha mai smesso di ricordare, chi lo ha conosciuto attraverso il racconto dei genitori… spiegare la vita, il lavoro, la morte di Giovanni Falcone in poche parole non è facile.
DiLei ha così scelto di onorare e ricordare questa figura attraverso le sue parole: l’eredità che ha lasciato a ciascuno di noi, a tutte le persone rette, oneste. Una raccolta di frasi, citazioni e aforismi di Giovanni Falcone, sulla vita, sul coraggio, sulla mafia, sulla giustizia, sulle azioni: perché è così che si costruisce la storia, e non solo con le parole.
Indice
Le frasi celebri di Giovanni Falcone
Giovanni Falcone ha vissuto la sua intera esistenza senza mai arretrare di un passo. Un uomo tutto d’un pezzo, che di fronte all’idea della morte non ha mai ceduto. Il 23 maggio 1992, Falcone è morto nella strage di Capaci: con lui, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. In ogni giorno della sua vita, ha combattuto e lottato, dandoci un’eredità importante: le sue riflessioni, i suoi pensieri più profondi.
- Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche e cambiare, c’è un prezzo da pagare. Ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare.
- Si muore perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno.
- Senza un metodo non si capisce niente.
- I risultati si ottengono con un impegno duro, continuo, quotidiano. Senza bluff. Senza dilettantismi.
- Lo stesso meccanismo di espulsione, praticamente, che si ritrova tra gli eschimesi e presso altri popoli che abbandonano i vecchi, i malati gravi, i feriti perché intralciano il loro cammino in una terra ostile, mettendo in pericolo la sopravvivenza di tutti. In un gruppo come la mafia, che deve difendersi dai nemici, chi è debole o malato deve. essere eliminato.
- Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il proprio dovere.
- Avete chiuso cinque bocche, ne avete aperte 50 milioni.
- Non rimpiango niente, anche se a volte percepisco nei miei colleghi un comprensibile desiderio di tornare alla normalità: meno scorte, meno protezione, meno rigore negli spostamenti. E allora mi sorprendo ad aver paura delle conseguenze di un simile atteggiamento: normalità significa meno indagini, meno incisività, meno risultati. E temo che la magistratura torni alla vecchia routine: i mafiosi che fanno il loro mestiere da un lato, i magistrati che fanno più o meno bene il loro dall’altro, e alla resa dei conti, palpabile, l’inefficienza dello Stato.
- Nei momenti di malinconia mi lascio andare a pensare al destino degli uomini d’onore: perché mai degli uomini come gli altri, alcuni dotati di autentiche qualità intellettuali, sono costretti a inventarsi un’attività criminale per sopravvivere con dignità.
Le frasi di Giovanni Falcone sul coraggio
Quando pensiamo al coraggio, riusciamo a immaginare il volto di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone: fermi in una foto, in uno scatto che è eterno. “La sua vita è stata un atto d’amore verso questa sua città, verso questa terra che lo ha generato”, per citare Borsellino, Falcone ha vissuto con coraggio, con amore, con passione, con onestà. E le sue frasi sul coraggio ci mostrano non solo il lavoratore, ma anche e soprattutto l’uomo.
- Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.
- Dato che la lotta che stiamo combattendo è una vera e propria guerra coi suoi morti e i suoi feriti, come tutte le guerre deve essere combattuta con il massimo impegno e la massima serietà.
- L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza.
- Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per quello che ha fatto. Contano le azioni, non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi, saremmo tutti bravi e irreprensibili.
- Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.
- Ho sempre saputo che per dare battaglia bisogna lavorare a più non posso.
- Le leggi non servono se non sono sorrette da una forte e precisa volontà politica, se non sono in grado di funzionare per carenza di strutture adeguate e soprattutto se le strutture non sono dotate di uomini professionalmente qualificati.
Le frasi di Giovanni Falcone sulla legalità
Un uomo dignitoso, la cui rettitudine gli ha permesso di diventare un simbolo di lotta, ma anche di riservatezza e di coraggio. L’esempio di Giovanni Falcone non è morto con lui, ma è rimasto insieme a noi e si trova soprattutto nelle nostre coscienze. Tanti i temi da lui affrontati nel corso delle interviste, o ancora nel libro Cose di Cosa Nostra. Come la dignità, un tema a lui tanto caro. Tante, poi, le sue riflessioni sulla mafia, che dovrebbero essere lette, per non dimenticare, per continuare a combattere, oggi e sempre.
- La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.
- L’avere dimostrato la vulnerabilità della mafia costituisce una forza anche per gli investigatori nella misura in cui dà la consapevolezza che i mafiosi sono uomini come gli altri, criminali come gli altri, e che possono essere combattuti con una efficace repressione.
- L’imperativo categorico dei mafiosi, di «dire la verità», è diventato un principio cardine della mia etica personale, almeno riguardo ai rapporti veramente importanti della vita. Per quanto possa sembrare strano, la mafia mi ha impartito una lezione di moralità.
- Io credo che occorra rendersi conto che questa non è una lotta personale tra noi e la mafia. Se si capisse che questo deve essere un impegno – straordinario nell’ordinarietà – di tutti nei confronti di un fenomeno che è indegno di un paese civile, certamente le cose andrebbero molto meglio.
- La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione.
- Credo che Cosa Nostra sia coinvolta in tutti gli avvenimenti importanti della vita siciliana, a cominciare dallo sbarco alleato in Sicilia durante la seconda guerra mondiale e dalla nomina di sindaci mafiosi dopo la Liberazione. Non pretendo di avventurarmi in analisi politiche, ma non mi si vorrà far credere che alcuni gruppi politici non siano alleati a Cosa Nostra – per un’evidente convergenza di interessi – nel tentativo di condizionare la nostra democrazia, ancora immatura, eliminando personaggi scomodi per entrambi.
- Se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia.
- Possiamo sempre fare qualcosa: massima che andrebbe scolpita sullo scranno di ogni magistrato e di ogni poliziotto.
- La mafia si caratterizza per la sua rapidità nell’adeguare valori arcaici alle esigenze del presente, per la sua abilità nel confondersi con la società civile, per l’uso dell’intimidazione e della violenza, per il numero e la statura criminale dei suoi adepti, per la sua capacità ad essere sempre diversa e sempre uguale a se stessa.
- Per lungo tempo si sono confuse la mafia e la mentalità mafiosa, la mafia come organizzazione illegale e la mafia come semplice modo di essere. Quale errore! Si può benissimo avere una mentalità mafiosa senza essere un criminale.
- La tendenza dei siciliani alla discrezione, per non dire al mutismo, è proverbiale. Nell’ambito di Cosa Nostra raggiunge il parossismo. L’uomo d’onore deve parlare soltanto di quello che lo riguarda direttamente, solo quando gli viene rivolta una precisa domanda e solo se è in grado e ha diritto di rispondere.
- Tre magistrati vorrebbero oggi diventare procuratore della Repubblica. Uno è intelligentissimo, il secondo gode dell’appoggio dei partiti di governo, il terzo è un cretino, ma proprio lui otterrà il posto. Questa è la mafia.
Le frasi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
Gli insegnamenti di Falcone e Borsellino sono indelebili: non si possono cancellare. Sì, gli uomini passano, ma le idee restano, proprio come aveva detto Giovanni Falcone: il loro esempio è più vivo che mai. Il mondo intero non può dimenticare l’impegno e il coraggio di questi due uomini che hanno scelto di caricarsi sulle spalle una battaglia enorme, rimanendo a lottare fino alla fine. Le frasi di Falcone e Borsellino ci spiegano proprio questo, e continueranno a farlo.
- È bello morire per ciò in cui si crede; chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola. Paolo Borsellino
- Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo. Paolo Borsellino
- La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. Paolo Borsellino
- La paura è normale che ci sia, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, sennò diventa un ostacolo che ti impedisce di andare avanti. Paolo Borsellino
- Non ho mai chiesto di occuparmi di mafia. Ci sono entrato per caso. E poi ci sono rimasto per un problema morale. La gente mi moriva attorno. Paolo Borsellino
- La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. Paolo Borsellino
- Noi del pool antimafia abbiamo vissuto come forzati: sveglia all’alba per studiare i dossier prima di andare in tribunale, ritorno a casa a tarda sera. Nel 1985 io e Paolo Borsellino siamo andati in «vacanza» in una prigione, all’Asinara, in Sardegna per stendere il provvedimento conclusivo dell’istruttoria del maxiprocesso. Giovanni Falcone
- La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. Paolo Borsellino
- Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare. Paolo Borsellino
Frasi celebri su Giovanni Falcone
Oltre a ricordare le frasi di Giovanni Falcone, abbiamo voluto raccogliere le riflessioni di donne e uomini che ne hanno omaggiato la vita e il lavoro. Poesie o riflessioni che ci restituiscono un ritratto del giudice-eroe, ma soprattutto il suo pensiero, che ha saputo trasmettere agli altri. Un monito, forse, per un futuro più luminoso, libero dalle atrocità.
- La mafia sbanda,
la mafia scolora
la mafia scommette,
la mafia giura
che l’esistenza non esiste,
che la cultura non c’è,
che l’uomo non è amico dell’uomo.
La mafia è il cavallo nero
dell’apocalisse che porta in sella
un relitto mortale,
la mafia accusa i suoi morti.
La mafia li commemora
con ciclopici funerali:
così è stato per te, Giovanni,
trasportato a braccia da quelli
che ti avevano ucciso. Alda Merini - Voi avete fatto morire Giovanni Falcone. Con la vostra indifferenza. Con le vostre critiche… Voi lo avete infangato. Voi diffidavate di lui. E adesso qualcuno ha pure il coraggio di andare ai suoi funerali. Ilda Boccassini
- Non è comune vedere una fotografia trasformarsi in icona e poi se capita con una tua fotografia diventa tutto più interessante. La fotografia di Falcone e Borsellino è diventata un’icona e un simbolo di legalità, e porta con sé una serie di valori positivi, come l’amicizia, la complicità, la serenità; ma è anche simbolo della rinascita di un popolo e del suo riscatto contro una mentalità mafiosa che ci opprime da troppo tempo. Ma la cosa curiosa è che tutti questi valori positivi contrastano enormemente con quello che c’è dietro ad una fotografia che in realtà è drammatica perché è una fotografia che parla di morte, di 11 persone uccise e del dolore delle loro famiglie. Tony Gentile