Omar Confalonieri: il mostro dell’agenzia immobiliare accanto

A Milano Omar Confalonieri, agente immobiliare, ha drogato una coppia ed ha stuprato la donna davanti alla figlioletta di lei. Era già stato condannato per lo stesso reato.

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Irene Vella

Giornalista televisiva

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Pubblicato: 9 Novembre 2021 12:18

La storia di Omar Confalonieri, anni 49, di professione agente immobiliare, con studio nella centralissima e super blasonata via Montenapoleone, è qualcosa di agghiacciante, e non per un unico motivo. I fatti ci raccontano di un arresto avvenuto nella giornata di lunedì 8 novembre 2021, con l’accusa di aver tenuto sequestrata per otto ore e violentato una donna. Nei confronti dell’uomo è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare per violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali aggravate. Il fatto più grave è che il Confalonieri era già arrestato nel 2009 a Monza, sempre per violenza sessuale: in quell’occasione aveva stuprato una collega di 18 anni, somministrandole un narcolettico. Dopo aver scontato la pena e aver seguito un percorso rieducativo, l’uomo era stato riabilitato dal Tribunale. Siamo quindi di fronte ad un recidivo, e il dubbio che ci possano essere altre vittime si fa sempre più reale. Ma veniamo al 2 ottobre, il giorno dell’ultima violenza. Quello che lascia davvero sconcertati è come sia possibile che tutto ciò sia avvenuto in presenza del marito e della figlioletta di pochi mesi e come questo quarantottenne avesse programmato tutto nei minimi particolari, e ciò dimostra, come detto dal gip, che sia uno stupratore seriale, incapace di “controllare i propri impulsi e di percepire il disvalore delle proprie condotte”.

La coppia conosce il quarantottenne perché i figli frequentano lo stesso asilo nido, pare che la donna abbia detto di essere alla ricerca di un box da comprare. Il Confalonieri non si fa scappare l’occasione, dice di essere un agente immobiliare, di avere proprio quello che cercano, poi il 2 ottobre li chiama al telefono, dicendo di essere venuto in possesso di alcuni documenti riguardanti il box, ma di non poterne parlare al cellulare, spingendo per trovarsi in un bar e festeggiare il futuro acquisto. Alla coppia il comportamento dell’uomo sembra strano, ma sono insieme, e lui comunque è da solo, si sentono sicuri. Quello che non sanno è che quel signore distinto che si trovano davanti sta seguendo uno schema ben preciso, ed è talmente tranquillo da farsi accompagnare in farmacia dove, con il marito alle spalle che non si accorge di nulla, acquisterà le benzodiazepine e due siringhe. Poi come se nulla fosse li convince a prendere uno spritz in un bar vicino e mette in pratica il suo piano, droga i loro cocktail e glieli serve al tavolo.

Da lì è solo questione di minuti, marito e moglie non fanno in tempo a capire quello che sta loro succedendo, che il Lormezatepam fa effetto. Da questo momento in poi i ricordi si fanno sfocati, la donna si ritrova a terra con abiti beige e neri che non aveva mai indossato prima, e che il Confalonieri si era portato dietro per mettere in pratica il suo diabolico piano. Lo stupratore è sopra di lei, mentre il marito è a letto incosciente, dopo aver vomitato due volte. Per fortuna che a squarciare il velo dei ricordi e a incastrare il violentatore ci pensa la telecamera installata sul terrazzo dell’appartamento che riprende tutti gli abusi.

L’incubo finisce alle 19, orario in cui il Confalonieri si fa riportare dalla donna, ancora stordita dai farmaci, a casa e, contemporaneamente il marito in un momento di lucidità riesce a chiamare i parenti e a chiedere aiuto, vengono così accompagnati in ospedale che attesta le violenze subite e la presenza dei narcotici nel sangue e scatta la denuncia nei confronti dell’uomo, che grazie a un’inchiesta lampo, viene arrestato.

Ecco questi sono i fatti, nudi e crudi, documentati e ricostruiti anche grazie alle testimonianze, oltre che alla presenza della telecamera che è il più grande atto di accusa nei confronti di questo piccolo bastardo omuncolo, e passatemi l’aggettivo dispregiativo, ma altri non me ne vengono in mente. Ma sono le considerazioni successive quelle che fanno male, perché il signor Omar non si è minimamente preoccupato della presenza di una bambina di pochi mesi, per otto ore ha tenuto in balia la madre soddisfacendo i suoi istinti animaleschi, senza pensare a tutto quello che poteva succedere a questa piccolina, totalmente dipendente dai genitori visto la sua tenera età. Fa male pensare che nel 2021 una donna continui a non essere al sicuro, anche in compagnia di suo marito, se di fronte a lei si palesa uno stupratore seriale, è devastante pensare che quest’uomo, già arrestato e condannato nel 2009 per una violenza sessuale consumata ai danni di una ragazza di soli 18 anni, fosse già fuori, riabilitato da un tribunale che lo aveva esaminato e ritenuto idoneo al reinserimento nella società civile, lui che di civile non ha davvero nulla.

Viene da chiedersi se davvero chi è vittima dei suoi stessi istinti possa mai riabilitarsi, viene da chiedersi se davvero la nostra legislazione non abbia bisogno di una stretta nei confronti dei crimini sessuali, come per esempio accade negli Stati Uniti dove pedofili e predatori sessuali vengono segnalati in database pubblici, una legge federale ha stabilito infatti che l’interesse pubblico è prevalente sulla privacy, quando si tratta di crimini di questo genere.
Ecco dunque pubblicate sul web, a cura dei Dipartimenti della giustizia o della Pubblica sicurezza di numerosi Stati, foto e curriculum dei criminali sessuali. Dal 2017 poi i pedofili americani vengono identificati come tali anche sul passaporto, sul quale viene inserito un bollino sul retro che recita così: ‘Il proprietario è stato condannato per un reato di tipo sessuale nei confronti di minori ed è stato schedato secondo la legge americana”.

Viene da chiedersi se, alla luce di questo orrore, non sia il caso di farlo anche in Italia. Perché quando fallisce la legge, quando fallisce lo stato, quando fallisce l’aver scontato la pena, quando fallisce il reinserimento, bisogna pensare ad una soluzione che tuteli le vittime, passate e future. Perché è disumano che a pagare siano sempre loro. E, quasi mai, i carnefici.