Carla Fracci, la prima ballerina assoluta del mondo

Cigno bianco, per la leggiadria e la leggerezza. Cigno nero per quella passione ardente che le scoppiava nel petto e che l'ha portata lì, sul gradino più alto sulla scala perfezione

Pubblicato: 6 Dicembre 2021 14:10Aggiornato: 9 Aprile 2024 09:54

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Un corpo vestito di bianco che si muove seguendo geometrie immaginarie. Leggiadro, sinuoso, quasi etereo, come una nuvola: non è forse questa la perfezione che andiamo cercando visivamente? Eppure niente e nessuno è sorretto dal potere di forze trascendentali e sconosciute. Basta guardare i piedi imperfetti di una ballerina per scoprire che non è così. Perché sono quelli a sopportare il dolore e i sacrifici, a mantenere l’equilibrio dopo ogni salto e ogni giravolta, sono gli stessi che permettono di mettere in scena una forma di perfezione eterna. Quella di cui si è fatta portavoce Carla Fracci.

Lei è stata la Danzatrice stanca di Eugenio Montale, è stata la protagonista dello spettacolo italiano e di quello internazionale, è stata una coreografa. Nella vita è stata figlia, moglie, mamma ed è anche diventata nonna. Ma è stata sopratutto una ballerina. La prima ballerina assoluta del mondo che sempre ricorderemo.

La danza è una carriera misteriosa, che rappresenta un mondo imprevedibile ed imprendibile. Le qualità necessarie sono tante. Non basta soltanto il talento, è necessario affiancare alla grande vocazione, la tenacia, la determinazione, la disciplina, la costanza.

Carla Fracci, biografia della prima ballerina assoluta

Nata il 20 agosto del 1936 a Milano, Carla Fracci, all’anagrafe Carolina, è ricordata dal mondo intero per essere stata una delle più grandi ballerine del nostro secolo. Nel 1981, infatti, il New York Times l’ha definita la prima ballerina assoluta. Quella che per sempre sarà. È stato suo, del resto, il merito di aver portato la danza italiana a un altro livello, quello mondiale.

Nata in una famiglia di umili origini, Carla Fracci si appassiona sin da ragazza alla danza, prima al valzer e poi al tango. Muoveva i primi passi in quel mondo che si sarebbe poi trasformato nella sua missione di vita per diletto. Furono degli amici di famiglia a notare il suo talento e quel senso del rimo che le apparteneva naturalmente.

Così si convinse a fare un’audizione al Teatro alla Scala. Da quel momento iniziò la sua carriera in ascesa sotto l’insegnamento di Vera Volkova, anche se non fu tutto così semplice. Quello della danza era un mondo fatto di regole rigide alle quali Carla non riusciva a sottostare. Ma l’incontro con la ballerina britannica Margot Fonteyn cambiò tutto. Così quella ragazza capì che era nata per danzare.

Diplomatasi nel 1954, Carla Fracci è diventata danzatrice solista e poi prima ballerina. Volò a Londra, a Stoccarda e in Svezia, calcando i palcoscenici mondiali, e ritornando poi sempre in Italia. Perché qui era la sua casa. Nel corso della sua carriera si esibì in ogni luogo incantando sempre la platea. Ha incontrato la Regina Elisabetta, l’attore, regista e sceneggiatore Charlie Chaplin, e anche Madre Teresa di Calcutta.

Interpretò ruoli drammatici e romantici. Carla Fracci è stata Sylphide, Giselle, Giulietta e Medea condividendo la scena con i grandi nomi della danza come Rudolf Nureyev, Henning Kronstam e Roberto Bolle.

“Ho danzato nei tendoni, nelle chiese, nelle piazze. Sono stata una pioniera del decentramento. Volevo che questo mio lavoro non fosse d’élite, relegato alle scatole d’oro dei teatri d’opera. E anche quand’ero impegnata sulle scene più importanti del mondo sono sempre tornata in Italia per esibirmi nei posti più dimenticati e impensabili. Nureyev mi sgridava: chi te lo fa fare, ti stanchi troppo, arrivi da New York e devi andare, che so, a Budrio… Ma a me piaceva così, e il pubblico mi ha sempre ripagato”.

Carla Fracci alla Scala
Fonte: Getty Images
Carla Fracci alla Scala

Carla Fracci, il cigno nero vestito di bianco

Un corpo apparentemente esile, ma fortissimo, sempre abbigliato di bianco. Così nell’immaginario comune ha conquistato il suo posto Carla Fracci. La prima ballerina assoluta è stata un cigno bianco abbigliato con i vestiti da repertorio, ma anche un cigno nero per quella passione ardente che le scoppiava nel petto e che l’ha portata lì, sul gradino più alto sulla scala perfezione.

Ci è arrivata da sola, con sforzi e sacrificio, con il duro lavoro, mantenendo la gravità e l’equilibrio sulle punte. Perché è così che si diventa icona mondiale della danza. È così che si diventa una leggenda.

Poi quella notizia che nessuno avrebbe voluto leggere mai. Il 27 maggio del 2021 i media internazionali annunciano che le condizioni di salute dell’étoile sono gravi. Passa qualche ora e un nuovo titolo fa spazio sui giornali: la prima ballerina assoluta si è spenta all’età di 84 anni a Milano. Stroncata da un tumore che aveva affrontato con forza e discrezione, ha scelto di andarsene sulle punte, così come aveva vissuto.

Carla Fracci, oltre la ballerina

Una vita intera dedicata alla carriera, a una passione che si è trasformata in una missione di vita, quella di ballare. Ma Carla Fracci non ha mai rinunciato all’amore. Nel 1964, infatti, ha sposato Beppe Menegatti, regista teatrale italiano, e con lui ha condiviso la vita. Da quell’unione è nato Francesco che l’ha resa nonna di Giovanni e Ariele.

“Mi considero fortunata per la carriera che ho avuto. E’ stato difficile resistere, lottare, affrontare i momenti bui, andare oltre. E’ stato fondamentale Beppe, che non mi è mai venuto meno perché non è stato soltanto il marito ma il compagno, l’intellettuale, il regista, l’ideatore di centinaia di occasioni e di creazioni indimenticabili”.

Nonostante una carriera trascorsa sotto le luci dei riflettori, Carla Fracci ha sempre preservato la sua privacy. La scelta di vestirsi di bianco, per esempio, non era solo estetica. Aveva iniziato durante la gravidanza, per cercare di proteggere la riservatezza di quel momento.

E non rinunciò mai a niente, né all’amore, né all’impegno politico nonostante gli allenamenti faticosi ai quali doveva sottoporsi per essere semplicemente lei. Carla Fracci non ha scelto solo di entrare nel mondo della danza, ma l’ha protetto come quando si è mobilitata in prima persona per evitare la chiusura dei Corpi di Ballo legati alle fondazioni liriche.

E poi si è dedicata alla scrittura. Passo dopo passo. La mia storia è l’autobiografia della prima ballerina sulla quale ha preso vita una fiction televisiva con protagonista Alessandra Mastronardi.

In tanti mi hanno chiesto come ci si sente a essere un mito. Ma i miei che erano dei lavoratori, padre tranviere, madre operaia mi hanno insegnato che il successo si deve guadagnare. E io ho lavorato, lavorato, lavorato…

Carla Fracci, 1972
Fonte: Getty Images
Carla Fracci, 1972