La vera storia del cane Hachiko

La fedeltà incondizionata di Hachiko nei confronti del suo proprietario Hidesaburo Ueno ci insegna che l'amicizia non ha confini

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 9 Giugno 2021 11:36Aggiornato: 9 Giugno 2021 11:55

Ogni anno, in Giappone, l’8 marzo non ci celebra solo la festa della donna, ma anche l’amore incondizionato e la fedeltà assoluta, quella di un cane nei confronti del suo amico umano. Sì perché proprio in quella data moriva Hachiko e nel Paese veniva dichiarato il lutto nazionale per un giorno.

Chi era Hachiko

Probabilmente tutti conoscono la storia di Hachiko per via di quel capolavoro cinematografico diretto da Lasse Hallström che ha visto Richard Gere indossare i panni del professor Parker. Quel film, in realtà, è tratto da una storia vera, quella che vede protagonista un Akita Inu bianco e il suo grandissimo amore nei confronti del padrone. Al cane, oggi, è dedicata una statua posta proprio a Shibuya, nel cuore pulsante di Tokyo.

Ma chi è stato davvero Hachiko? Nato a Odate, in Giappone, nel novembre del 1923, l’Akita Inu bianco, il cui vero nome era Hachi, è stato adottato a soli due mesi da Hidesaburo Ueno, un professore del dipartimento agricolo dell’Università Imperiale di Tokyo.

Tra i due c’è stato un legame davvero speciale, fatto di amore incondizionato. Quello che solo i cani sanno dare, molto più di semplici animali da compagnia. Per due anni Hachi ha accompagnato il professore alla stazione del quartiere Shibuya, dal quale partiva per andare all’Università, e attendeva il suo ritorno. Ogni giorno, proprio come succede nel film di Lasse Hallström.

Il 21 maggio del 1925, però, Ueno non scende da quel treno: è stato stroncato da un ictus durante una lezione ed è morto sul colpo. Hachiko non lo sa, non può saperlo. Quello che sa con certezza è che non è stato abbandonato: il suo papà umano non l’avrebbe mai fatto.

Così tutti i giorni, per quasi dieci anni, continua a recarsi alla stazione di Shibuya e alle 17.00 puntualmente è sempre lì, in attesa del ritorno del professore.

La vera storia che ha ispirato il film con Richard Gere

Fermo, e instancabilmente devoto, Hachiko è stato notato dalle persone del luogo che hanno iniziato a prendersi cura di lui. La storia, poi, si è diffusa in tutto il Paese e quel cane, così come il suo amore per Ueno, è diventato il simbolo assoluto della fedeltà. Nel 1934 è stata dedicata a lui una statua in bronzo, posta proprio nella piazza della stazione ferroviaria.

All’età di 15 anni il cane si è spento a causa di una filariosi. Così Hachi e Ueno si sono rincontrati. Il corpo dell’animale è stato imbalsamato ed esposto al Museo Nazionale di Natura e Scienza di Tokyo, mentre alcune ossa sono state sepolte nel cimitero di Aoyama, proprio al fianco della tomba del suo papù umano.

In occasione dell’anniversario della morte del cane, a 80 anni di distanza, l’Università di Tokyo ha realizzato un’altra statua: quella di Hachi e Ueno, di nuovo insieme e felici, per sempre.