Junko Tabei, la prima donna a scalare l’Everest

Ha scolpito il suo nome nella storia dell'alpinismo mondiale, sfidando le convenzioni, per diventare la prima donna a mettere piede sul tetto del mondo

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Sonia Surico

Content Editor e Storyteller

Laureata in Scienze della Comunicazione e con un Master in Seo Copywriting. Per lei, scrivere è un viaggio che unisce emozioni e conoscenza.

A volte, il coraggio è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per realizzare i nostri sogni. È quel briciolo di audacia che ci spinge ad andare oltre i confini della paura e a intraprendere un viaggio verso l’ignoto.

La storia che vogliamo raccontare oggi è quella di una donna straordinaria che ha saputo superare le barriere imposte, dimostrando che non esistono limiti al potenziale umano quando si ha la forza di affrontarli. Lei è Junko Tabei, la leggenda che ha conquistato le cime più alte del mondo con un talento da fuoriclasse.

Una donna determinata che ha sfidato i tabù della società dell’epoca, rompendo gli stereotipi e i pregiudizi. Piuttosto che rimanere imprigionata nel ruolo che le era stato assegnato, ha scelto di seguire il suo istinto indipendente e avventuriero.

La sua audacia feroce e il suo spirito ribelle ispirano ancora generazioni di donne a credere nell’impossibile pur di seguire i propri sogni.

Junko Tabei, la “signora delle scalate”

Junko Tabei, classe 1939, affronta le sfide della sua infanzia nella pittoresca città di Miharu, nella provincia giapponese di Fukushima. Cresce in una famiglia numerosa e affronta la sua fragilità fisica insieme alle difficoltà economiche causate dalla Seconda guerra mondiale.

Essendo la quinta figlia femmina di sette fratelli, il suo percorso non è stato facile sin dall’inizio. A soli 10 anni, durante una gita scolastica sul complesso vulcanico del monte Nasu, Junko si innamora perdutamente della montagna. L’aria fresca, l’energia selvaggia della natura risvegliano in lei una passione intensa, destinata a cambiare il corso della sua vita per sempre.

Fin da adolescente, si ribella al pensiero dominante, avventurandosi in attività ritenute inappropriate per le donne giapponesi dell’epoca. Una di queste è quella di creare e gestire un club dedicato alle appassionate di alpinismo, un ambito tradizionalmente dominato dagli uomini.

Quando Junko decide di trasferirsi a Tokyo per seguire i corsi di letteratura inglese presso la Showa Women’s University, non può ancora immaginare quanto questa scelta avrebbe stravolto la sua vita.

Si libera così dalle catene di una mentalità che voleva le donne giapponesi confinate ai ruoli di cura della casa e della famiglia. Nel 1962 si laurea in letteratura inglese e americana, dedicandosi a lavori occasionali per finanziare la sua passione di sempre, l’alpinismo.

Nel 1969 fonda il Ladies Climbing Club, un club alpino completamente al femminile, che sfida apertamente la mentalità maschilista con uno slogan potente: “Andiamo a fare una spedizione all’estero, da sole“. Questo grido di libertà desidera dimostrare al mondo intero che le donne sono in grado di affrontare le montagne più alte, superando modelli imposti e cliché.

Tra il 1969 e il 1970, Junko Tabei, insieme a suo marito, scala le maestose vette delle montagne giapponesi e sfida le imponenti cime delle Alpi. Ma è nel 1970 che, con la compagna di scalata Hiroko Hirakawa, si spinge verso l’Annapurna III, un imponente massiccio che svetta a 7.555 metri sopra il livello del mare, un territorio sconosciuto, dominato dalla furia degli elementi e dagli ostacoli più severi.

È in quegli anni che comincia a pianificare l’impresa più audace della sua vita. Nessuno avrebbe mai creduto che una donna potesse realizzare qualcosa di così grande. Junko si sta preparando per la sua grande avventura, pronta a infrangere ogni limite e a scrivere una nuova pagina nella storia dell’alpinismo femminile.

JunkoTabei
Fonte: Getty Images
Junko Tabei con Sirdar Ang Tsering sul Monte Everest

La prima donna che ha conquistato l’Everest

Nel 1970, Junko Tabei dà il via a un progetto rivoluzionario chiamato Japanese Women‘s Everest expedition.  Riunisce una squadra di 15 scalatrici coraggiose, madri e lavoratrici, che mettono da parte la loro vita quotidiana per dedicarsi a un’impresa senza precedenti. Ma ottenere il permesso dal Nepal per una spedizione non è affatto semplice. Infatti, devono combattere contro una mentalità patriarcale che considera le donne responsabili unicamente della cura dei figli e delle faccende domestiche.

Si preparano per cinque lunghi anni e, dopo infinite battaglie, finalmente iniziano la loro avventura. Quando il gruppo si trova già a un’altitudine di 6300 metri, improvvisamente una valanga travolgente colpisce il campo, scatenando il caos. Tredici membri del gruppo vengono coinvolte, compresa Junko, ma fortunatamente nessuna perde la vita.

Tuttavia, questo incidente non la scoraggia. Anzi, alimenta ancora di più la sua forte determinazione nel portare a termine la sua impresa.
Il 16 maggio 1975, solo dodici giorni dopo, Junko conquista la cima più alta del mondo, diventando così la prima donna a raggiungere questo traguardo.

Negli anni successivi, si dedica con fervore alla tutela dell’ambiente e alla lotta contro il degrado dell’Everest. Con il passare del tempo, infatti, diventa sempre più consapevole dei danni provocati dall’aumento esponenziale delle spedizioni alpinistiche e intraprende molteplici azioni concrete per affrontare questa crescente problematica.

Compiuta l’impresa, Junko Tabei non intende fermarsi, né accontentarsi. Quello che per molti alpinisti rappresenterebbe un punto di arrivo, per lei è solo l’inizio di un nuovo capitolo. Con uno spirito indomito e una determinazione inarrestabile, Junko è decisa a scalare una dopo l’altra le montagne più alte e raggiungere le cime di ogni paese del mondo.

La forza inarrestabile di Junko Tabei

È impossibile non rimanere colpiti dall’incredibile determinazione di Junko, che non si lascia abbattere nemmeno di fronte alla diagnosi di un cancro allo stomaco. La sua passione per la scalata è così profonda e vitale che nemmeno la malattia riesce a spegnerla. Ogni estate, fino al 2015, scala i 3776 metri del maestoso monte Fuji, accompagnata da scolaresche desiderose di condividere con lei l’amore per la montagna.

Non importa quanto sia difficile o doloroso, desidera ispirare gli altri a percorrere il sentiero della scoperta. Durante l’ultima ascesa, compiuta a 77 anni con il permesso dei medici, Junko continua a spingersi oltre i suoi stessi limiti. Ma questa volta, purtroppo, il traguardo si ferma a quota 3100. La sua straordinaria forza di volontà e il suo coraggio brillano ancora una volta, ma il suo corpo debilitato le impone di fare una pausa. Con il suo sorriso contagioso e la sua umiltà, Junko lascia un’impronta indelebile nel mondo dell’alpinismo. Junko Tabei muore il 20 ottobre 2016 a Kawagoe.

Oggi, la sua storia come figura fondamentale della lotta femminista continua a ispirare le donne di tutto il mondo a credere nella propria forza e ad abbattere le barriere che ancora ostacolano il progresso.

Junko Tabei
Fonte: Getty Images
Junko Tabei e Reinhold Messner