La storia dell’umanità è stata scritta anche da quelle donne che, con il loro coraggio e la loro determinazione, hanno lasciato un’impronta indelebile sulla cultura e sul progresso.
Sono le donne ribelli e anticonformiste, quelle che attraverso la loro scrittura e la poesia, sono riuscite a esprimere il loro mondo interiore e a sfidare gli stereotipi, rompendo gli schemi convenzionali.
Oggi vogliamo immergerci in una storia straordinaria, quella di una donna prodigio che ha lasciato un segno indelebile nella letteratura italiana: Giovanna Bemporad.
Un’artista coraggiosa e innovativa nella scena culturale degli anni ’70, la sua poesia è caratterizzata da un intenso senso di sperimentazione e da una forte carica emotiva, che l’hanno resa una delle figure più rappresentative della generazione dell’anticonformismo italiano.
Amica di Pier Paolo Pasolini, ha partecipato attivamente al movimento studentesco degli anni ’60, diventando una delle voci più acclamate della contestazione e del dissenso.
Grazie alla sua arte e alla sua creatività, Giovanna Bemporad è stata in grado di ispirare generazioni di donne, lasciando un segno indelebile nella storia.
Giovanna Bemporad, l’anima ribelle della poesia italiana
Giovanna Bemporad, classe 1928, è stata un prodigio letterario. A soli 13 anni aveva tradotto l’Eneide in appena 36 notti, sorprendendo tutti. A 15 anni, le sue splendide traduzioni dei versi di Omero furono pubblicate sull’Antologia dell’Epica, surclassando quelle di Salvatore Quasimodo.
Oltre a essere un talento straordinario, divenne famosa per la sua audace maestria nell’utilizzo dell’endecasillabo.
Durante gli anni del liceo classico a Bologna, Giovanna ebbe l’opportunità di conoscere altri giovani letterati, arricchendo ulteriormente il suo percorso artistico.
Era una coraggiosa antifascista, proveniente da una famiglia ebrea ma atea convinta, e visse la sua vita in modo straordinario sfidando il regime dell’epoca. Indipendente, si vestiva da uomo per porsi allo stesso livello dei coetanei maschi. La sua volontà principale era quella di essere libera e di ottenere un trattamento paritario.
Raccontò di aver rischiato la vita quando, appena sedicenne, venne scoperta dai nazisti mentre portava messaggi segreti in bicicletta ai partigiani. Era a un passo dall’essere fucilata, ma in un estremo tentativo di salvarsi, recitò delle poesie di Goethe in tedesco. I nazisti, affascinati da questa magnifica interpretazione, decisero di lasciarla andare.
Durante quegli anni, Bemporad ebbe modo di incontrare Pier Paolo Pasolini, instaurando una grande amicizia con lui. Tuttavia, il poeta non fu l’unico intellettuale e scrittore che incrociò il suo cammino. Tra le sue amicizie più significative spiccano quelle con Giuseppe Ungaretti, Camillo Sbarbaro, Andrea Zanzotto ed Elio Pagliarani.
Giovanna, una contestatrice ante litteram, si sentiva una vera e propria custode della poesia, un’anima ribelle e anticonformista. Si era spacciata per lesbica per motivi politici e aveva vissuto a lungo nella suggestiva città di Venezia. Viveva in modo assolutamente fuori dalle righe, camminando scalza, senza preoccuparsi in alcun modo dell’aspetto esteriore e usando un linguaggio diretto e senza censure.
Riuscì a sfuggire alle persecuzioni nazi-fasciste e per alcuni anni visse una vita nomade, fino a quando sposò il senatore Giulio Cesare Orlando nel 1957.
La sua prima raccolta poetica, intitolata “Esercizi“, è stata pubblicata per la prima volta nel 1948 e successivamente ristampata nel 1980. Grazie a quest’opera, l’autrice ha vinto importanti premi come il Premio Vallombrosa, il Premio Stresa e il Premio Elea. Giovanna Bemporad muore a Roma all’inizio del 2016, dopo una lunga malattia.
Giovanna Bemporad e la sfida agli stereotipi
Essere una donna poetessa in quegli anni non era un ostacolo da poco. La scelta di vestirsi frequentemente come un uomo era una manifestazione della sua volontà di sfidare gli stereotipi di genere e abbattere le barriere imposte dalla società dell’epoca.
Significava affrontare pregiudizi e discriminazioni, una lotta che Giovanna conosceva bene. Eppure, questo non le ha impedito di esprimere il suo vero sé e il suo talento attraverso la poesia e le sue traduzioni.
Una poesia affascinante quella della Bemporad, che è strettamente legata a preziosi riferimenti letterari, da Ungaretti a Cardarelli, fino a Valery. Tuttavia, la reinterpretazione di Giovanna Bemporad rivela una sensibilità personale straordinariamente originale, che si concentra sulla valorizzazione della parola in una chiave simbolista ancora più potente rispetto a quella del suo grande amico Pasolini.
Quando le veniva chiesto il motivo per cui avesse scelto di tradurre l’Odissea, e perché avesse dedicato tutta la sua vita a questa impresa, rispondeva sempre nello stesso modo: “Ho scelto l’Odissea perché è la più bella storia del mondo, perché ognuno di noi è Ulisse, anche noi cerchiamo i mari ignoti e la via del ritorno, vogliamo spingerci oltre le colonne d’Ercole per trovare la risposta definitiva alla domanda che ci siamo posti nascendo.”
Oggi, la sua poesia è ancora una fonte di ispirazione per chiunque cerchi di vivere una vita autentica e libera, senza doversi conformare alle regole imposte dalla società o dal sistema. La sua potenza travolgente è un invito a esplorare l’infinito potenziale che risiede dentro di noi e a ricercare la vera essenza della nostra esistenza.