Bellissima e ribelle, Frances Elena Farmer, è ricordata da tutti come la diva di Hollywood che finì in manicomio, colpevole solo di essere diversa e anticonformista.
Definita la “ragazzaccia di Seattle”, trascorse un lungo periodo in un ospedale psichiatrico. Una permanenza, quella, che cambiò per sempre la sua vita. L’attrice statunitense, infatti, venne sottoposta a brutali trattamenti, fra cui l’elettroshock e una lobotomia.
Sette anni infernali da cui Frances uscì cambiata. Sette anni che segnarono per sempre la sua esistenza. Una condanna, la sua, che dovette subire solo perché scelse di non seguire le regole, di essere una donna libera, nei fatti, nei pensieri e nelle parole.
La vera storia di Frances Elena Farmer
Nata a Seattle nel 1913, Frances vive un’infanzia difficile, segnata dall’abbandono del padre e da un’educazione materna rigida e severa. Un situazione, questa, che la porterà a diventare indipendente e autonoma, ma anche estremamente sovversiva nei confronti delle regole sociali del tempo.
Già ai tempi della scuola la Farmer si dimostra non solo bella, ma soprattutto brillante. Vince un concorso con un saggio intitolato God Dies e vola in Russia per un viaggio premio. Lo scritto, in cui illustra le sue idee agnostiche, scandalizza Seattle, causando accese polemiche soprattutto tra i ben pensanti.
La fama di rivoluzionaria le si cuce addosso, la identifica e la insegue, anche quando negli anni Quaranta sbarca a Hollywood e rifiuta di cambiare nome, come richiesto dalla Paramount. Ma Frances ancora non sa che quella diventerà per lei una condanna.
Frances, definita la “nuova Greta Garbo”, non si piega alle regole del cinema. Indossa abiti maschili, preferendo le camicie e i pantaloni larghi agli abiti eleganti. Non si trucca e non nasconde il suo carattere irascibile. Ben presto, mentre la sua carriera decolla, si fa sempre più nemici a Hollywood. Infastidita all’idea che si parli solo della sua bellezza e con un’anima in continua fuga, Frances passa da un matrimonio all’altro.
Le sue relazioni durano pochissimo e il più delle volte creano scandalo. Ingannata dall’unico uomo che crede l’abbia compresa, il drammaturgo Clifford Odets, la Farmer inizia a sprofondare nel tunnel dell’alcol e sul set diventa sempre più ingestibile.
Un angelo ribelle in catene
Dopo un arresto per guida in stato d’ebrezza e uno scontro con la polizia, Frances Elena Farmer viene spedita in manicomio. Ci resterà per sette lunghi anni, vivendo un inferno fatto di abusi sessuali, trattamenti sperimentali che la manderanno spesso in coma, elettroshock e una lobotomia transorbitale. Liberata dopo anni di torture, Frances non sarà più la stessa, ma troverà, ancora una volta, la forza di rialzarsi.
Troverà lavoro prima come segretaria, e poi sarà avvistata dal grande pubblico alla conduzione di uno show televisivo. Ma la sua stabilità mentale, compromessa dall’abuso di anfetamine e alcol, non le consentirà più di tornare alla normalità.
Morirà a soli 57 anni per un tumore. Kurt Cobain, leader dei Nirvana, alcuni anni dopo racconterà la storia di questa diva degli anni Quaranta con la sua band. “Frances Farmer avrà la sua vendetta”, canterà, ricordando il fuoco della ribellione e la tragedia di una donna per anni dimenticata. Il brano Frances Farmer Will Have Her Revenge on Seattle sarà inserito nell’album In Utero del 1993. Lui e Courtney Love chiameranno la loro figlia Frances Bean in suo onore.