Chi è Cristina Trivulzio, la prima donna a cui Milano ha dedicato una statua

Testa alta e sguardo che scruta da lontano: Cristina Trivulzio di Belgiojoso rivive a Milano. E negli occhi di quella statua si scorge il coraggio di una donna libera

Foto di Sabina Petrazzuolo

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 17 Settembre 2021 09:36Aggiornato: 23 Maggio 2024 09:32

Sono 121 le statue di Milano, e non si tratta di semplici sculture decorative, quanto più celebrazioni di personaggi che hanno agito, lavorato e operato per il bene del nostro Paese. E sono tutti uomini, o almeno lo erano fino a poco tempo fa. Perché nell’elegante Piazza Belgioioso, una nuova statua è stata inaugurata nel 2021 ed è la prima dedicata a una donna. Non a una qualsiasi, intendiamoci, ma a Cristina Trivulzio di Belgiojoso, l’eroina del Risorgimento e donna libera.

Cristina Trivulzio di Belgiojoso

Testa alta e sguardo che scruta da lontano: il coraggio, la vitalità e la forza che hanno contraddistinto Cristina Trivulzio durante la sua esistenza sembrano rivivere in questa statua, la prima dedicata a una donna a Milano.  E la città non poteva che iniziare questo cambiamento proprio da lei, proprio con lei, considerata l’eroina del Risorgimento, nonché una rivoluzionaria e una patriota.

Così Cristina Trivulzio di Belgiojoso è tornata a Milano dove è nata: è suo l’onore e l’onere di essere la prima statua femminile in città. La sua presenza in Piazza Belgioioso non è solo una celebrazione commemorativa, ma è il simbolo di un grande cambiamento che finalmente è stato messo in atto. È il riconoscimento del suo valore e di quello di tutte le donne che in un modo o nell’altro hanno contribuito a rendere grande l’Italia.

La statua, realizzata dallo scultore Giuseppe Bergomi in occasione dei 150 anni dalla morte di Cristina Trivulzio, ha aperto rappresenta solo l’inizio. Nel 2022, infatti, è stata inaugurata una scultura dedicata all’astrofisica Margherita Hack.

Ma chi era Cristina Trivulzio di Belgiojoso? Una nobildonna, una patriota, una giornalista e una scrittrice italiana nonché donna libera e indipendente. Fu famosissima, in vita, non solo in Italia ma anche in Francia e Svizzera, paesi che la ospitarono quando fu costretta a lasciare Milano, per la sua partecipazione attiva. È stato fondamentale il suo contributo alla causa dell’Unità d’Italia, eppure gli storici e le persone non sono stati molto generosi con lei e con la sua storia, non fino a questo momento.

Nata a Milano il 28 giugno 1808, Cristina Trivulzio di Belgiojoso, approfittò della sua classe agiata per aiutare attivamente le persone più sfortunate di lei. Credeva fortemente che l’istruzione dovesse appartenere a tutti, così decise di aprire una scuola per i bambini dei contadini per offrire loro un luogo dove imparare, studiare e sentirsi al sicuro.

Ma questa suo coraggio fu molto criticato e malvisto dai benpensanti dell’epoca: i figli dei contadini erano destinati a lavorare nei campi di famiglia, per l’istruzione non c’era posto. Avverso alle attività di Cristina era anche Alessandro Manzoni che impedì alla donna di avvicinarsi a Giulia Beccaria, sua madre, quando era gravemente malata, per paura che tutti i pettegolezzi e le dicerie sul suo conto potessero influenzare il nome della famiglia.

Sì perché le azioni di una donna rivoluzionaria, a quei tempi, dovevano essere assai pericolose per i benpensanti. Inoltre, dobbiamo considerare il fatto che anche la vita di Cristina era per gli altri scandalosa. Da giovanissima infatti, appena sedicenne, sposò il principe Emilio Barbiano Belgiojoso con una sontuosa cerimonia nella Chiesa di San Fedele a Milano.

Ma quel matrimonio si rivela ben presto infelice a causa del comportamento troppo libertino di suo marito. I due si lasciarono in fretta e Cristina scekse di trascorrere la sua vita da single, attirando così le maldicenze degli altri. Ma quello che lei aveva sposato davvero, era una causa ancora più nobile, quella di aiutare gli altri.

L’eroina del Risorgimento

Verso la fine degli anni Venti, Cristina cominciò a frequentare i patrioti e a lavorare insieme a loro. Questa sua attività la costrinse a lasciare Milano e a trasferirsi prima in Svizzera e poi in Francia. Negli anni dell’Indipendenza è stata editrice di giornali rivoluzionari e scrittrice di opere incentrate sulla guerra.

Con l’Unità d’Italia Cristina, ormai tornata a Milano, continuò la sua vita in maniera tranquilla e poco esposta fino al 5 luglio del 1871, quando morì all’età di 63 anni. Al suo funerale nessun personaggio di spicco partecipò, i pettegolezzi e le critiche sulla donna erano ancora troppo vividi.

Ma di quelli, quando era in vita, lei non si preoccupò mai. Ha vissuto esattamente come voleva vivere, seguendo esclusivamente i suoi pensieri e i suoi ideali e non lasciandosi mai condizionare dal suo ceto sociale o dai giudizi della gente. Ed è così che vogliamo ricordare Cristina Trivulzio di Belgiojoso, che avuto il coraggio di essere libera.