Ha amato, ha saputo guardare oltre, scrivere la moda, piegarla alle proprie idee creando uno stile unico, quello che “resta”.
Coco Chanel è stata una stilista rivoluzionaria, la cui anima vive ancora oggi grazie al suo marchio, ma anche a creazioni che hanno saputo sconfiggere il passare del tempo ed essere moderne sempre.
I tailleur, i fili di perle, i tubini, le borse, i cappelli, i profumi: tutto ciò che ha creato è diventato iconico, destinato a restare in eterno, a superare i capricci del gusto, le oscillazioni dei trend, perché proprio per citare una sua celebre frase: “La moda passa, lo stile resta”.
Ha amato Coco Chanel, non solo la sua professione, ma persone che hanno incrociato il suo cammino. Persone che le sono state accanto e sono state a volte anche fautrici del suo successo, della sua scalata verso l’olimpo di coloro che, lasciando un segno, diventano immortali. Da bambina cresciuta in un orfanotrofio a stilista ammirata in tutto il mondo.
Indice
L’infanzia, il riscatto e il primo amore di Coco Chanel
Che il suo nome sarebbe diventato leggenda Coco Chanel non lo poteva neppure immaginare: la famiglia in cui era nata, infatti, era davvero di umile estrazione.
Il papà Henri-Albert, infatti, era un venditore ambulante, la mamma Jeanne Devolle una cucitrice. Era il 19 agosto del 1883 quando Gabrielle Bonheur Chanel è venuta al mondo. La mamma è scomparsa presto, per cui sia lei che i quattro fratelli si sono trasferiti dai nonni paterni, che però non potevano far fronte alle spese per le loro cure.
È così che Gabrielle è finita in un orfanotrofio, quello di Aubazine. Lo ha lasciato solamente divenuta maggiorenne: a quel punto ha iniziato a percorrere la strada per cui sembrava essere nata: studiando come sarta e iniziando a lavorare. Fino all’apertura della sua prima sartoria.
È proprio nel periodo in cui fa la sarta di giorno e la sera si gode la vita notturna, che incontra colui che di fatto è stato il primo fautore della sua fortuna: Étienne Balsan, erede di una famiglia che si occupava del tessile.
È stato il suo primo amore e il suo primo amante, colui che poi l’ha aiutata anche dal punto di vista professionale – nonostante, a quanto pare, non comprendesse il suo desiderio di lavorare – e che le ha insegnato ad andare a cavallo. Nell’appartamento parigino di lui, Coco Chanel realizzava e vendeva i suoi cappelli.
Boy Capel, l’amore della vita
È proprio nella casa di Étienne Balsan, che la stilista ha incontrato colui che viene considerato l’amore della sua vita, ovvero Arthur detto Boy Capel. Industriale e giocatore di polo, ha supportato anche economicamente la stilista anticipandole il denaro con il quale ha aperto la boutique di Rue Cambon 31 a Parigi.
I due hanno vissuto insieme in Normandia a Deauville dove i cappellini (ma non solo) della stilista hanno fatto furore. Nonostante il grande amore che li legava, non si sono mai sposati, anzi lui – per questioni legate al rango – nel 1918 ha sposato un’altra donna: Diana Wyndham.
Nel 1919 è morto in seguito a un incidente. La celebre doppia C del logo, che corrisponde alle iniziali della stilista, potrebbe nascere anche dall’unione di Chanel e Capel.
Pare che la stilista abbia sofferto moltissimo per la morte del suo grande amore.
Igor Stravinsky, il legame con il compositore
1920, Igor Stravinsky era in fuga dalla Russia e la stilista lo ha invitato, insieme a tutta la famiglia – composta da moglie malata e quattro figli – nella casa di campagna fuori Parigi.
Lei aveva già avuto modo di conoscerne l’arte nel 1913, in occasione della prima della Sagra della primavera al Théâtre des Champs-Elysées.
Non ci sono mai state conferme del loro amore, ma le voci dell’epoca lo davano praticamente per certo. Su questa storia un libro e il film Coco Chanel & Igor Stravinsky del 2009.
Hugh Grosvenor, il legame con duca di Westminster
Facciamo un salto in avanti al 1925, quando Coco Chanel ha conosciuto Hugh Grosvenor, duca di Westminster che le ha donato la Rosehall House in Scozia.
Lui sposato, lei l’amante (e – secondo i pettegolezzi dell’epoca – neppure l’unica), hanno vissuto una relazione lunga una decina d’anni. Pare che la fine sia arrivata perché lui le aveva chiesto di sposarlo: Gabrielle aveva risposto di no, ma se avesse accettato sarebbe stata la quarta moglie.
Le altre relazioni di Coco Chanel e la morte
Si dice, poi che la stilista abbia vissuto una relazione di circa due anni con l’illustratore e designer Paul Iribe e, in seguito, con un membro del controspionaggio nazista.
Sul ruolo della stilista durante la Seconda Guerra mondiale sono state avanzate diverse ipotesi: alcune di queste la davano vicina ai funzionari nazisti, altre la inserirebbero nella lista di coloro che hanno fatto parte della resistenza francese.
Una nuova mostra (Gabrielle Chanel. Fashion Manifesto presso il Victoria and Albert Museum di Londra) ha rivelato come potesse essere coinvolta da tutte e due le parti.
La curatrice Oriole Cullen ha spiegato a The Guardian in un articolo dei primi di settembre 2023: “Abbiamo la verifica del governo francese, incluso un documento del 1957, che conferma la sua partecipazione attiva alla Resistenza – ha detto -. Le nuove prove non la scagionano. Rendono solo il quadro più complicato. Tutto quello che possiamo dire è che era coinvolta in entrambe le parti del conflitto”.
Quella di Coco Chanel è stata senza dubbio una vita complessa, ricca, fatta di lavoro, di esperienze e di grandi amori. Ma anche di profonda emancipazione, basti pensare che aveva restituito tutto il denaro che Boy le aveva prestato per lanciare la sua attività.
Una vita che è finita nel 1971, il 10 gennaio, quando all’età di 87 anni si è spenta all’hotel Ritz nel centro di Parigi.
Ma Coco Chanel resta, grazie alla sua grandissima eredità fatta soprattutto di stile, di capi che lei ha immaginato per le donne e che restano ancora oggi iconici.
Abiti che, solo a guardarli, fanno subito pensare a lei, alla sua grande inventiva alla sua capacità di guardare oltre e di regalare non una moda, ma uno stile. Quello, sì, da sposare.