Bellissimi e dai colori sgargianti, i crisantemi sono spesso associati al lutto e vengono considerati i “fiori dei morti”. Si tratta in realtà di una pianta ornamentale molto apprezzata in tutto il mondo, facile da coltivare e dalla fioritura meravigliosa. Solo in Italia e in poche altre località, d’altronde, ha un significato così lugubre: in molti altri Paesi, ad esempio, è simbolo di gioia e viene usato per festeggiare. Scopriamo qualcosa in più su questo fiore così splendido.
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Crisantemi, le caratteristiche della pianta
Il crisantemo (Chrysanthemum) è una pianta appartenente alla famiglia delle Asteracee, che include moltissime varietà commestibili come la lattuga, il tarassaco e il carciofo, ma anche bellissime specie ornamentali come la calendula, il girasole e la camomilla. È presente e conosciuta in quasi tutto il mondo, dall’Europa all’Asia, e probabilmente è originaria della Cina. Oggi se ne conoscono tantissime varietà diverse (a catalogo sono più di 200), che si distinguono soprattutto per il fiore – che può essere di infinite sfumature.
Dal giallo al bianco, passando per il rosa, il rosso e il fucsia, arrivando sino a rari esemplari marroni o blu: i crisantemi sono ormai una delle piante ornamentali più diffuse al mondo, sia per la semplicità nel prendersene cura che per l’incredibile bellezza della loro fioritura. Alcune non raggiungono i 50 cm di altezza, mentre altre possono arrivare sino ad un metro, ma in ogni caso sono facili da coltivare e possono essere piantate anche in vaso, per abbellire un terrazzo o un piccolo balcone. Vediamo qual è il significato di questo fiore e come coltivarlo.
Il significato dei crisantemi
In Italia, i crisantemi sono conosciuti come i “fiori dei morti”: sono inevitabilmente associati al lutto, nonostante la loro enorme bellezza e i loro colori vivaci. Vengono così acquistati soprattutto durante il periodo autunnale, per rendere omaggio ai defunti ed essere sistemati al cimitero, davanti alle lapidi dei propri cari. Non c’è un motivo preciso per cui questa pianta sia diventata, nel corso del tempo, strettamente legata ad una tradizione così lugubre: probabilmente la ragione va ricercata nel fatto che i fiori nascano proprio tra fine ottobre e inizio novembre, in corrispondenza del giorno in cui si commemorano i defunti (il 2 novembre).
Questo significato associato ai crisantemi è tuttavia caratteristico solamente dell’Italia (e di pochi altri Paesi europei): nel resto del mondo, questi splendidi fiori hanno tutt’altra tradizione, dalla connotazione decisamente più positiva. In Oriente, ad esempio, simboleggiano la bellezza, la regalità e l’amore. In Giappone, dove il crisantemo è considerato il fiore nazionale, lo si trova raffigurato pressoché ovunque e viene celebrato ogni anno dalla famiglia reale. È proprio qui che assume il suo significato letterale: crisantemo, infatti, è un termine che deriva dal greco e si traduce con l’espressione “fiore d’oro”.
Anche in Corea e in Cina questi fiori hanno un significato molto positivo: sono associati all’amore e vengono utilizzati per allestire banchetti di nozze, oltre ad essere regalati in occasione dei matrimoni. Al di fuori dell’Asia, in moltissimi altri posti i crisantemi hanno un ruolo speciale. È il caso dell’Australia, dove sono strettamente legati alla Festa della mamma, o del Regno Unito, dove invece vengono regalati per festeggiare una nascita o un compleanno. Negli Stati Uniti, infine, è il fiore per eccellenza che simboleggia gioia e felicità.
Come coltivare i crisantemi
Volete coltivare dei bellissimi crisantemi in giardino o in balcone? Sappiate che questa pianta non ha bisogno di moltissime cure e si presta a crescere bene anche in vaso. Il clima ideale è caldo-temperato, ma nel nostro Paese sopravvive bene anche in inverno (nelle regioni dove non si arrivano a temperature particolarmente estreme), purché venga pacciamata adeguatamente. La pianta va esposta al sole, scegliendo un terreno dal pH neutro e con una base in argilla espansa, che permette di drenare al meglio l’acqua ed evitare che le radici marciscano.
La prima cosa da fare è acquistare una piantina già cresciuta e metterla a dimora – in vaso o in giardino – durante i mesi primaverili o all’inizio dell’autunno. Se volete piantarla in giardino, lasciate circa 60 cm di distanza tra una pianta e l’altra. Se invece avete deciso di coltivarla in vaso, procuratevene uno che sia alto almeno 30 cm, per permettere alle radici di svilupparsi al meglio. Volete partire dal seme? Usate una delle tecniche di germinazione per accelerare il processo e poi mettete a dimora la piantina appena nata in un piccolo vaso, trapiantandola poi successivamente, quando raggiunge le giuste dimensioni.
Concimate la vostra pianta subito dopo la messa a dimora, e poi nuovamente al bisogno: se coltivata a terra, sarà sufficiente usare il concime una sola volta, verso l’inizio della fioritura, mentre in vaso andrebbe concimata ogni 10 giorni, durante il periodo estivo, per poi interrompere quando iniziano a sbocciare i primi fiori. Per quanto riguarda invece l’innaffiatura, i crisantemi amano il terreno umido: durante la stagione secca, dunque, bagnatelo tutti i giorni, altrimenti verificate che il terriccio sia quasi asciutto prima di procedere. In questo modo, potete evitare pericolosi ristagni idrici.
Periodicamente, infine, la pianta va potata: questa operazione è necessaria per eliminare le parti ormai secche o malate, evitando così che eventuali parassitosi si diffondano anche alla pianta ancora sana, e per concentrare nutrimento e acqua verso i rami più produttivi. A primavera inoltrata (o all’inizio dell’estate) andrebbe effettuata la cimatura, necessaria quando la pianta ha raggiunto circa i 40 cm di altezza. La si pratica tagliando a 15 cm dalla base, in modo da stimolare il crisantemo a emettere nuovi getti laterali. La pianta diventerà così più robusta e rigogliosa, ma anche dall’aspetto più elegante.
Verso la fine dell’autunno, quando la fioritura si è ormai conclusa, bisogna potare nuovamente il crisantemo per prepararlo all’inverno. Ricordate di effettuare i tagli prima che la temperatura scenda sotto lo zero, per non mettere a rischio la pianta (con il freddo, le cicatrici impiegano più tempo a risanarsi). Questa volta, dovrete eliminare i rami secchi e improduttivi, che toglierebbero preziose risorse al resto della pianta, ed eventualmente quelli malati o affetti da parassitosi. Così facendo, l’acqua, l’aria e il nutrimento verranno convogliati solamente alle parti sane e rigogliose del crisantemo, che quindi prospereranno durante la stagione successiva.