Alla scoperta di Villa Barbaro (Maser): tra affreschi e antichi stemmi

Incastonata nel verde dei Colli Asolani, la splendida Villa Barbaro di Maser è un vero gioiello: scopriamo le tante sorprese che si celano tra le sue mura

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Villa Barbaro (conosciuta anche come Villa di Maser) è una perla tutta da scoprire: si tratta di una delle più affascinanti ville venete costruite da Andrea Palladio, incastonata in una splendida cornice verde e cinta da bellissimi giardini. Questo edificio vanta un enorme valore storico e culturale, grazie ai suoi antichi stemmi e agli affreschi che decorano le sale interne. Andiamo alla sua scoperta.

Villa Barbaro a Maser, capolavoro del Palladio

Siamo a Maser, piccolo borgo veneto in provincia di Treviso: è qui, tra la natura lussureggiante dei Colli Asolani, che spunta Villa Barbaro. A renderla così speciale è senza dubbio l’appartenenza alla lunga lista di splendide ville venete che punteggiano il territorio. Costruita nel corso del ‘500, è uno dei più affascinanti capolavori dell’architetto Andrea Palladio, che tanti meravigliosi edifici ha regalato al nostro Paese. La sua storia è ricca di dettagli curiosi e interessanti, a partire dall’uomo che la commissionò: si tratta di Daniele Barbaro, fine umanista che puntò a dare un significato sacrale alla maestosa dimora ancora solamente in progetto.

Passando di mano in mano, la villa acquistò sempre più rilievo storico. Finì persino tra le proprietà della famiglia di Ludovico Manin, l’ultimo doge della Repubblica di Venezia, da cui passò ai Colferai e, in un secondo momento, ai Sante Giacomelli che le ridiedero nuovo lustro, dopo anni di abbandono. Durante la Prima Guerra Mondiale, ospitò numerose batterie dell’esercito che combatteva contro il nemico oltre il Piave, evento dal quale l’edificio uscì miracolosamente illeso. Oggi, Villa Barbaro appartiene a Vittorio Dalle Ore, marito della defunta contessa Diamante Luling Buschetti, che l’aveva ereditata dal ramo materno della sua famiglia.

La splendida facciata e i giardini

Seppure in qualche modo diversa dalle altre ville palladiane (assieme alle quali, sin dal 1996, è stata inserita tra i Patrimoni dell’Umanità UNESCO), Villa Barbaro è un vero gioiello. Un lungo viale in salita, circondato da siepi di rose che accolgono gli ospiti con il loro profumo inebriante, conduce davanti al piazzale – anch’esso fiorito con glicini e bignonie rampicanti – e all’imponente facciata. L’edificio si distingue per il suo corpo centrale particolarmente esposto rispetto alle barchesse laterali, ciascuna delle quali consta di un lungo porticato. La facciata è caratterizzata da quattro semicolonne ioniche, le quali sorreggono un timpano riccamente decorato.

È qui che si può ammirare lo stemma dei Barbaro, sorretto da un’aquila bifronte e dalla tiara papale, circondato da stucchi che rappresentano una scena di pace e armonia – uno dei temi principali di tutta la villa, che incontreremo anche nelle sale interne. Le barchesse, che un tempo ospitavano le attività agricole della tenuta, sono affiancate da due colombaie e presentano, al di sopra delle loro arcate, due meridiane legate all’inizio delle stagioni e ai segni zodiacali. Davanti a Villa Barbaro, una larga scalinata bianca scende su un ampio piazzale cinto da semplici giardini e basse siepi in bosso. Due leoni in pietra e alcune statue raffiguranti le divinità dell’Olimpo sembrano dare il benvenuto ai visitatori.

Poco lontano, la splendida Fontana del Nettuno fa bella mostra di sé, spiccando contro le pianure rigogliose. Ma la vera sorpresa si trova sul retro dell’edificio, dove si apre un piccolo giardino segreto. Tra le piante, è presente una splendida peschiera, un tempo usata per la raccolta delle acque. Di fronte ad essa, venne costruito un ninfeo che ricorda le fattezze degli antichi templi, con un fronte semicircolare arricchito con stucchi e statue racchiuse in piccole nicchie. Anche qui è presente lo stemma dei Barbaro, esattamente sopra l’apertura che conduce alla sorgente della peschiera.

Il tempietto palladiano

A non molta distanza dalla villa, sorge un affascinante tempietto palladiano: costruito nella seconda metà del XVI secolo, sarebbe l’ultima opera realizzata da Andrea Palladio (assieme al Teatro Olimpico) prima della sua morte, che sarebbe avvenuta proprio a Maser. L’edificio, nato a scopo religioso, presenta una pianta circolare ispirata a quella del Pantheon di Roma, alla quale si sovrappone la pianta a croce greca. Il pronao è caratterizzato da quattro colonne unite da alcuni festoni vegetali, sulla sommità delle quali si erge il frontone con un timpano riccamente decorato a stucco. La scalinata, stretta tra due statue, offre l’accesso al tempio.

Le sale interne e gli affreschi

Le ampie sale, illuminate e spaziose, regalano ai visitatori un’emozione incredibile: vennero affrescate dal celebre pittore Paolo Veronese, che su queste pareti diede vita ad uno straordinario ciclo tra i più suggestivi del ‘500 veneto. Ma quali sono alcuni degli affreschi più belli? Nella sala a crociera, finte colonne e bassorilievi lasciano spazio ad un complesso coro di personaggi e a splendidi paesaggi che riescono ad imitare alla perfezione la natura esterna. Mentre nella sala di Bacco si possono ammirare le figure di Apollo e di Venere, che richiamano una scena molto simile ritratta dal Vasari.

Gli spazi più affascinanti, tuttavia, sono quelli della sala dell’Olimpo: la sua volta a botte rappresenta numerose divinità greche come Afrodite, Zeus, Artemide e Ares, ciascuna con accanto il corrispondente segno zodiacale. Al centro della raffigurazione, spunta una figura femminile non ancora identificata, che per gli esperti potrebbe essere Demetra. Infine, a completare la scena sono quattro comparti monocromi con gli dei che simboleggiano i quattro elementi (Era per l’aria, Efesto per il fuoco, Rea per la terra e Poseidone per l’acqua). Le pareti, dove spiccano colonne corinzie, sono disegnate con paesaggi fluviali e rovine romane.

La cantina storica

Sin dai tempi della sua costruzione, Villa Barbaro ha ospitato un’importante cantina. In effetti, sulle colline venete risaltano magnifici lunghi filari di viti, e i vini da essi prodotti sono tra i più rinomati d’Italia. In origine, i luoghi dedicati alla vinicoltura erano quelli ospitati all’interno delle barchesse, ma nel corso dei secoli si rivelò necessario ampliare questo spazio e venne realizzata una cantina vera e propria, a poca distanza dalla villa, che si può ammirare anche oggi. Nei 30 ettari di vigneto antistanti la tenuta, sono coltivate numerose varietà pregiate, tra cui il Prosecco, il Merlot, il Cabernet e lo Chardonnay. Per gli ospiti della villa, è possibile prenotare una degustazione e immergersi così in un’esperienza a tutto tondo che non si può dimenticare.