Memoriale Brion, il capolavoro di Carlo Scarpa

Un capolavoro architettonico tra spiritualità, design e paesaggio, dove il genio di Carlo Scarpa fonde arte e filosofia in un luogo unico al mondo

Foto di Chiara Guarino

Chiara Guarino

Service e product designer

Designer del prodotto con un occhio allenato a cogliere dettagli, finiture e armonie tra estetica e funzionalità. Crede che la bellezza stia nelle relazioni ben calibrate tra le cose.

Pubblicato: 23 Ottobre 2025 13:00

Nel cuore della campagna veneta esiste un luogo che non si limita a commemorare, ma invita alla contemplazione. Il Memoriale Brion, opera ultima di Carlo Scarpa, è uno spazio dove materia e spirito si incontrano, trasformando il silenzio in architettura.
Commissionato negli anni Settanta da Onorina Brion Tomasin in memoria del marito Giuseppe, fondatore della Brionvega, il complesso nasce come omaggio all’amore e si sviluppa come un viaggio interiore.
Tra geometrie simboliche, richiami all’Oriente e riferimenti all’arte veneziana, Scarpa costruisce un paesaggio dell’anima in cui acqua, cemento e luce diventano strumenti di poesia.

Un capolavoro immerso nella campagna veneta

Immerso nella serena campagna trevigiana, vicino al paese di San Vito d’Altivole, si cela un vero capolavoro dell’architettura del Novecento: il Memoriale Brion, un complesso funerario monumentale che è molto più di una semplice opera commemorativa. È un luogo di silenzio, pace e armonia, dove architettura e natura dialogano in perfetto equilibrio.

Giardino d’acqua con vasca di ninfee al Memoriale Brion di Carlo Scarpa ad Altivole
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Il Giardino d’acqua del Memoriale Brion ad Altivole: un dialogo tra architettura e natura, con vasche di ninfee e geometrie di cemento firmate da Carlo Scarpa

Riconosciuto come una delle opere più complesse, originali e significative di Carlo Scarpa, il Memoriale rappresenta un apice del modernismo italiano. Oggi è un bene aperto al pubblico e, dal 2022, è stato donato al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano da Ennio e Donatella Brion.

L’ultima opera di un genio

La genesi del Memoriale Brion è indissolubilmente legata a una storia d’amore e di impresa italiana. Fu commissionato nel 1969 da Onorina Brion Tomasin in memoria del marito Giuseppe Brion, fondatore e proprietario della Brionvega, azienda simbolo del design italiano nel secondo dopoguerra, celebre per oggetti iconici come la Radio Cubo e il televisore portatile Doney.

Interno della cappella del Memoriale Brion, luce naturale e cemento grezzo in equilibrio
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L’interno della cappella del Memoriale Brion, dove luce e cemento dialogano in un’armonia di geometrie e silenzio

Il Memoriale divenne l’ultima opera di Carlo Scarpa, che vi lavorò intensamente tra il 1970 e il 1978. Anche dopo la sua morte in Giappone nel 1978, a seguito di una caduta, il progetto fu completato seguendo fedelmente i suoi disegni. La complessità dell’opera è testimoniata da oltre 1500 schizzi autografi, che descrivono ogni dettaglio del monumento.

Scarpa, architetto, artista e sperimentatore, racchiuse in questo progetto tutto il suo sapere, frutto della formazione veneziana, della passione per il dettaglio artigianale e dell’attenzione alla trasformazione della materia.

Cappella del Memoriale Brion di Carlo Scarpa, costruita sopra vasche d’acqua
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La cappella del Memoriale Brion si riflette sull’acqua, in un equilibrio perfetto tra luce, materia e spiritualità

L’architettura del simbolo

Il complesso, che si estende su un’area di 2200 metri quadrati, rialzata rispetto al piano di campagna, accoglie il visitatore attraverso un monumentale ingresso, i propilei, che segnano l’inizio di un percorso simbolico.

La vera icona del Memoriale è la scenografica apertura formata da due cerchi intrecciati, simbolo dell’amore coniugale ma anche dello Yin e Yang, rappresentazione dell’unione degli opposti: l’uomo e la donna che si fondono in un’unica anima.

Arcosolio con sarcofagi di Giuseppe e Onorina Brion al Memoriale di Carlo Scarpa
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L’arcosolio che custodisce i sarcofagi di Giuseppe e Onorina Brion, rivestito da mosaici dorati e vetri colorati, simbolo di amore e spiritualità

Superato il portale, il complesso invita il visitatore a perdersi e ritrovarsi, in un continuo gioco di prospettive, luce e silenzio. Il linguaggio architettonico integra influenze molteplici: il modernismo di Frank Lloyd Wright e Le Corbusier, le influenze bizantine e veneziane, e una profonda ispirazione orientale che rimanda al Giappone e alla filosofia Zen.

Il giardino zen e i percorsi simbolici

Il complesso è circondato da un muro inclinato che incornicia la vista sulle colline di Asolo. L’ambiente è disegnato con una cura quasi pittorica: prati, specchi d’acqua, ninfee e geometrie essenziali che evocano i giardini giapponesi e i paradisi islamici.

Esterno della cappella del Memoriale Brion, architettura in cemento immersa nel verde
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La cappella del Memoriale Brion, esempio di architettura brutalista che si fonde con il paesaggio delle colline di Asolo

Dal portale dei cerchi intrecciati si dipartono due percorsi, metafora dei cicli della vita:

  • Il percorso dell’Acqua
    Procedendo verso destra, il cammino si sviluppa sull’acqua, simbolo di rinascita. Qui sorge il Giardino Zen, un’isola adornata da ninfee con al centro un padiglione per la meditazione. L’accesso è segnato da un cancello di cristallo che emerge dalle acque, evocando un rito di passaggio spirituale.
  • Il percorso della Terra
    Verso sinistra, il sentiero poggia sulla terra, rappresentando la vita condivisa dalla coppia e il radicamento nell’esistenza terrena.

Il fulcro del Memoriale è l’arcosolio, un grande arco-ponte ribassato in cemento ispirato alle sepolture cristiane antiche. L’interno, rivestito da tessere di vetro e foglia d’oro, si illumina di mosaici bizantini. Sotto questo arco riposano i sarcofagi di Giuseppe e Onorina Brion, simbolo di un amore eterno.

Tomba di Carlo Scarpa al Memoriale Brion di Altivole, con incisioni geometriche e pietra chiara
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La tomba di Carlo Scarpa nel Memoriale Brion, un omaggio essenziale e poetico firmato dallo stesso architetto

Un luogo di memoria e armonia

Il Memoriale Brion non è solo un capolavoro architettonico, ma un luogo dell’anima. Qui culture, religioni e filosofie diverse si intrecciano, restituendo un senso di pace e introspezione.

È un tempio laico della memoria, dove Carlo Scarpa ha saputo trasformare il cemento, la luce e l’acqua in strumenti poetici di riflessione sul tempo, sulla morte e sulla continuità della vita.