Caffè Florian, il più antico al mondo: tra marmi, putti e specchi

Tra marmi, putti e specchi, il Caffè Florian incanta da tre secoli Venezia: un viaggio nel lusso d'altri tempi, tra arte, storia e leggende vive

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Francesca Secci

Giornalista

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, da maggio 2023, scrive soprattutto di argomenti che riguardano l’attualità.

Pubblicato: 28 Aprile 2025 17:42

Siamo a Venezia. Sotto i portici delle Procuratie Nuove, affacciato sulla scenografica e stupenda Piazza San Marco, si trova un salotto dorato dove il tempo si è fermato: il Caffè Florian.

Inaugurato il 29 dicembre 1720 da Floriano Francesconi con il nome Alla Venezia Trionfante, è il caffè più antico ancora in attività al mondo. Nel giro di pochi mesi i veneziani iniziarono a chiamarlo semplicemente “Florian”, e da allora quel nome è diventato leggenda.

Qui, tra specchi antichi, stucchi dorati, velluti e boiserie, passato e presente si intrecciano in un’atmosfera che sa di nobiltà decaduta, di feste in maschera, di intrighi e di amore per il bello. Varcare la soglia del Caffè Florian non è solo prendere un caffè: è partecipare a una rappresentazione teatrale che va in scena, ininterrottamente, da più di trecento anni.

Le origini storiche del Caffè Florian

Correva l’anno 1720 quando Floriano Francesconi ebbe l’intuizione di aprire una bottega del caffè in un luogo strategico: proprio accanto alla basilica di San Marco. Il caffè, bevanda esotica arrivata da poco in Europa, era considerato un lusso e un simbolo di raffinatezza. Il successo fu immediato: le sue miscele, il cioccolato caldo chiamato “brodo indiano” e la possibilità di godersi il rito del caffè in un ambiente elegante resero il Florian il punto d’incontro privilegiato dell’élite veneziana. Qui si parlava di politica, si tramavano affari, si stringevano alleanze e si coltivavano amori clandestini.

Ingresso del Florian
Fonte: Getty Images
Ingresso del Florian

Floriano, vero antesignano dell’imprenditore moderno, seppe creare non solo un locale, ma un’esperienza. Un luogo in cui il piacere della bevanda si fondeva con il piacere della compagnia e della conversazione. E ancora oggi, dopo tre secoli e diverse gestioni, il suo spirito continua ad aleggiare tra le sale, come un ospite discreto ma sempre presente.

Arte e architettura tra marmi, putti e specchi

Il Caffè Florian è un viaggio visivo nel fasto dell’Ottocento veneziano. I suoi interni, restaurati più volte ma sempre rispettosi dell’originaria magnificenza, sono un trionfo di stili e simbologie.

Si entra attraverso la Sala Cinese, decorata con motivi orientali, specchiere e preziosi affreschi che raccontano il fascino esotico che Venezia nutriva verso l’Oriente. Si prosegue nella Sala delle Stagioni, detta anche Sala degli Specchi, dove quattro grandi dipinti celebrano il fluire del tempo con immagini allegoriche delicate e malinconiche.

Gli interni
Fonte: Getty Images
Gli interni

Nella Sala degli Uomini Illustri ci si imbatte nei ritratti dorati di figure chiave della storia della Serenissima, mentre nella Sala del Senato si respira ancora l’eco delle discussioni politiche che animarono Venezia.

Le decorazioni in marmo policromo, i lampadari di Murano, i putti che si arrampicano tra stucchi dorati e le sontuose boiseries in legno intagliato creano un effetto scenografico di raro splendore. Ogni dettaglio parla di un’epoca in cui il lusso era sinonimo di cultura, e l’estetica era parte integrante della vita quotidiana. Lontano dalla modernità di oggi, dove spesso ci sono bar dalle linee monotone che si somigliano troppo tra loro.

Frequentazioni illustri e momenti iconici

Il Florian è stato testimone di amori rubati, di patti politici, di rivoluzioni letterarie. Nel corso dei secoli è stato il “salotto buono” di intellettuali, artisti, nobili e avventurieri.

Si racconta che Giacomo Casanova, cacciato da altri caffè per le sue frequentazioni scandalose, trovasse rifugio proprio qui, protetto dalla discrezione del personale. Lord Byron amava sedersi al Florian a leggere, mentre Goethe vi si recava per osservare il fermento culturale di Venezia.

Caffè Florian
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Caffè Florian

Durante l’insurrezione del 1848 contro gli Austriaci, il Florian cambiò temporaneamente volto, trasformandosi in un ospedale da campo. I tavolini di marmo furono usati come piani operatori, le sale decorate furono invase da barelle e garze. Eppure, anche in quei momenti drammatici, il Florian rimase il cuore della città resistente.

Più tardi, nel Novecento, registi e scrittori ne fecero un set naturale: da Summertime con Katharine Hepburn a Il talento di Mr. Ripley con Matt Damon e Gwyneth Paltrow. Sedersi ai tavolini esterni, sorseggiando un espresso mentre un’orchestra suona un valzer, è ancora oggi un piccolo sogno.

Eventi e manifestazioni culturali

Il Caffè Florian non è solo un monumento vivente: è anche un motore culturale attivissimo.
Da oltre trent’anni ospita Temporanea al Florian, una rassegna di arte contemporanea che coinvolge artisti internazionali invitati a confrontarsi con la memoria storica del luogo. Installazioni, sculture, performance dialogano con gli stucchi antichi, creando un ponte affascinante tra passato e presente.

Durante il Carnevale di Venezia, il Florian diventa il fulcro di feste in maschera eleganti e surreali. Si organizzano balli, caffè-concerto e serate a tema che sembrano uscite direttamente da un dipinto di Longhi o da un romanzo di Dumas.

In primavera e in estate, l’orchestra dal vivo accompagna i clienti tra un aperitivo e una cena, mentre i tavolini si riempiono di viaggiatori incantati che osservano la danza incessante di Venezia, riflessa nei vetri degli specchi antichi.

Curiosità e leggende

Come ogni luogo carico di storia, anche il Florian è avvolto da un’aura di mistero e leggenda.
Si narra che nelle notti di luna piena il fantasma di Casanova si aggiri tra i tavolini, ancora alla ricerca di un ultimo incontro galante. Un’altra leggenda racconta che una nobildonna veneziana, perdutamente innamorata di un ufficiale austriaco, lasciò una lettera d’amore nascosta dietro uno degli specchi della Sala delle Stagioni, mai ritrovata.

Il celebre libro delle firme del Florian è un piccolo tesoro: sfogliandolo si possono trovare le dediche di reali, star del cinema, artisti e letterati

Sala del caffè Florian
Fonte: Getty Images
Sala del caffè Florian

Tra gli aneddoti più eccentrici spicca quello della Marchesa Luisa Casati Stampa, icona scandalosa degli anni Venti, che organizzò una festa esclusiva al Florian in cui si presentò vestita solo di una pelliccia, stupendo l’intera Venezia.

Oggi, accanto al caffè e alla cioccolata, si può gustare una selezione di pasticceria raffinata ispirata alle ricette storiche: un altro modo per viaggiare con il gusto nella Venezia di un tempo.

Il lusso ha il suo prezzo

Sorseggiare un caffè al Florian non è un’esperienza economica, ma del resto, qui si paga il privilegio di vivere un frammento di storia. Un espresso può arrivare a costare intorno ai 7-8 euro, mentre un cappuccino può superare i 10 euro.

Se ci si accomoda ai tavolini all’aperto, con l’orchestra che suona dal vivo, viene applicato un supplemento che può oscillare tra i 6 e i 10 euro a persona. Un piccolo lusso consapevole, che consente di godersi una pausa d’altri tempi, circondati dalla magnificenza di Piazza San Marco e dal riverbero dorato degli specchi antichi.