Nel cuore dell’isola giapponese di Yakushima, dove la foresta pluviale incontra l’oceano e il tempo sembra sospeso, nasce un progetto che ridefinisce il dialogo tra architettura e natura. Si chiama NOT A HOTEL YAKUSHIMA ed è la nuova creazione di Jean Nouvel, premio Pritzker, per il brand giapponese di ospitalità di lusso NOT A HOTEL.
Un’architettura poetica, scolpita nella roccia e avvolta dal silenzio, che invita alla contemplazione e alla riscoperta del legame primordiale tra uomo e paesaggio.
Indice
NOT A HOTEL: l’ospitalità giapponese incontra la visione di Jean Nouvel
Lo scenario è Yakushima, un’isola al largo della costa di Kagoshima, nel Giappone meridionale, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e celebrata per i suoi paesaggi primordiali.
È in questo contesto di selvaggia bellezza che il brand giapponese di ospitalità di lusso, NOT A HOTEL Co., Ltd., ha svelato il suo progetto più recente: NOT A HOTEL YAKUSHIMA.

NOT A HOTEL non è nuovo a questo tipo di scommesse architettoniche: il marchio è noto per aver collaborato con pluripremiate archistar internazionali come BIG (Bjarke Ingels), Snøhetta e Sou Fujimoto, creando una collezione di immobili prestigiosi e sperimentali.
Questa volta, a firmare l’architettura è un nome leggendario: Jean Nouvel, premio Pritzker Prize, insieme al suo studio Ateliers Jean Nouvel.
Quello che Nouvel ha concepito per Yakushima non è semplicemente una villa, ma un’indagine sul sottile confine fra architettura e natura.

Per chi cerca un’esperienza di viaggio che sia anche una forma di meditazione, questo progetto — la cui vendita in formula di multiproprietà partirà nell’estate 2026 — promette di ridefinire il concetto di residenza vacanziera.
Jean Nouvel e la filosofia della natura come architettura
Acclamato per la sua capacità di dare vita a un’architettura poetica, Jean Nouvel, per Yakushima, ha abbracciato un concept che trascende l’artificiale, trasformando l’edificio in uno spazio di contemplazione in cui assaporare appieno la quieta meraviglia della natura.

La sua visione è radicale e minimalista, sintetizzata nella convinzione che le cose più sofisticate appartengono alla natura.
L’architetto non intende creare uno spazio per chi desidera semplicemente viverci, ma per chi desidera innamorarsi o ri-innamorarsi della natura.
La struttura è pensata come un varco sensoriale, capace di risvegliare percezioni sopite attraverso la forza del contesto.
In questo senso, l’edificio non è un oggetto imposto al paesaggio, ma una cornice silenziosa per lo scenario di Yakushima.
La sinfonia di roccia e vetro
Il cuore dell’architettura di NOT A HOTEL YAKUSHIMA risiede nella scelta e nell’uso dei materiali, selezionati per rafforzare il legame profondo con l’ambiente circostante.
Il progetto combina roccia e vetro: la struttura sembra emergere naturalmente dal terreno, seguendo i contorni del paesaggio.

I volumi, nitidi ed essenziali, appaiono come cristalli che sgorgano dalla roccia. Al centro della composizione c’è la pietra, in gran parte di provenienza locale, che ancora l’architettura al suolo.
Le superfici in pietra sono progettate per raccogliere l’acqua piovana, integrando il ciclo idrico dell’isola nell’estetica della villa.
In contrasto con la matericità della roccia, il vetro introduce una trasparenza raffinata che funge da interfaccia sensoriale.
Il vetro non è solo una barriera, ma un amplificatore di luce e percezioni: la sua trasparenza rivela il cielo, l’acqua e le emozioni primarie che ne scaturiscono.

Un’esperienza immersiva nella foresta di Yakushima
L’edificio è progettato per un’immersione radicale nella topografia naturale.
All’interno, gli spazi si aprono verso la foresta e il mare, dissolvendo i confini domestici.
L’obiettivo è incoraggiare un coinvolgimento lento e profondo con l’ambiente.
I volumi in vetro e la matericità della roccia dialogano, amplificando la percezione dello spazio e dell’orizzonte — fino alla piscina a sfioro che si fonde con il paesaggio.

Il progetto di Nouvel è, in definitiva, un’opera d’arte architettonica: una villa che rappresenta la poetica di NOT A HOTEL, orientata al piacere calmo della contemplazione.
In questo luogo, il tempo è costante e la calma è assoluta, concepita come un’esperienza quasi meditativa.