Casa dei Nani a Orta San Giulio: la storia di una dimora d’alto prestigio

Incastonata tra altri piccoli edifici antichi nel cuore del borgo di Orta San Giulio, la suggestiva Casa dei Nani è un vero gioiello: scopriamo la sua storia

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Pubblicato: 16 Febbraio 2024 16:35

Il piccolo borgo di Orta San Giulio è un ameno centro abitato che si abbarbica su una collina, affacciandosi sulle acque color smeraldo di un bellissimo lago che porta il suo nome. È qui che sorge la suggestiva Casa dei Nani, una graziosa dimora storica dall’aspetto decisamente particolare. Si dice sia l’abitazione più antica del paese, risalente al periodo in cui, secondo la leggenda, questi territori vennero salvati da San Giulio. Scopriamo qualcosa in più.

Dove si trova la Casa dei Nani

La Casa dei Nani è uno degli edifici storici del borgo di Orta San Giulio, situato in provincia di Novara. Questa piccola dimora si affaccia su via Caire Albertoletti, da tutti conosciuta come la Salita della Motta: è un’antica stradina pedonale lastricata, sulla cima della quale svetta la Chiesa di Santa Maria Assunta, con la sua facciata a salienti in perfetto stile tardo-romanico. La strada conduce, scendendo verso il basso, alla piazzetta principale del paese, che si tuffa direttamente nelle acque del bellissimo lago d’Orta, di fronte alla piccola isola di San Giulio.

Casa dei Nani, la storia

Questa graziosa dimora parrebbe essere la più antica di Orta San Giulio, e addirittura in molti la legano alla leggenda di San Giulio e del drago. Di cosa stiamo parlando? Tanto tempo fa, attorno al IV secolo, due fratelli decisero di lasciare la loro terra natia per portare il Vangelo tra le fredde regioni montane del nord Italia. Giunsero così sul lago d’Orta, tappa finale del loro percorso e meta in cui progettarono di costruire un monastero dove trascorrere in serenità la vecchiaia. Notarono così un’isoletta al largo del borgo di Orta, e pensarono che quello potesse essere il luogo giusto dove realizzare il loro progetto.

Ma gli abitanti del villaggio li misero in guardia: le acque del lago erano infestate da un pericolosissimo drago, che impediva la navigazione. Raggiungere l’isola sarebbe dunque stato impossibile. Uno dei due fratelli, San Giulio, non ebbe alcuna esitazione: gettò il suo mantello in acqua, e quest’ultimo si trasformò in una piccola imbarcazione con cui riuscì ad arrivare sull’isolotto. Una volta toccata terra, il lago iniziò a ribollire e comparve la misteriosa creatura, un gigantesco serpente. Invocando Dio, il santo non fece altro che prendere tra le mani il crocifisso che aveva al collo e il drago si inabissò per sempre.

Sulla base di questa leggenda così affascinante, il borgo assunse il nome di Orta San Giulio e l’isoletta stessa divenne l’isola di San Giulio. Sebbene sia davvero suggestivo pensare che la Casa dei Nani sia legata a queste vicende, non ci sono fonti storiche che facciano realmente pensare che l’abitazione sia così tanto antica. Parrebbe, in verità, risalire “solamente” al XIV secolo, epoca molto più recente rispetto a quella in cui è ambientata la storia di San Giulio. Rimane comunque un vero e proprio mistero, dal momento che le origini della dimora non sono note.

Quello che sappiamo è che il suo vero nome è Casa Margaroni o Casa Capuani, dai nomi di due delle famiglie novaresi che la abitarono. In passato, l’edificio venne usato come forno per il pane, diventando così il fulcro del centro abitato di Orta San Giulio. Successivamente venne trasformato in proprietà privata, com’è ancora oggi. In effetti, purtroppo non è possibile visitare la casa al suo interno: i turisti devono accontentarsi di ammirare la sua facciata, un vero gioiellino – grazie anche all’attento restauro effettuato nel 2010, che l’ha riportata al suo splendore originario.

Perché si chiama così

Abbiamo visto che la dimora ha due nomi, i quali richiamano i passati proprietari che vi abitarono. Perché allora tutti la conoscono come la Casa dei Nani? Il soprannome non è strettamente legato alle dimensioni dell’abitazione, bensì ad una sua caratteristica molto particolare. Il piano superiore ha infatti quattro piccole finestrelle che si aprono sulla facciata principale, che dà sulla strada. In passato, all’epoca in cui la casa venne costruita, esisteva un’imposta da pagare sulle finestre: i suoi proprietari cercarono dunque di cavarsela con delle aperture ridotte, senza per questo far mancare aria e luce all’abitazione. Le finestrelle assomigliano proprio a quelle che tutti noi immagineremmo in una casetta abitata dai nani.

Le peculiarità della Casa dei Nani

L’aspetto esteriore della Casa dei Nani è davvero particolare, e non soltanto per le finestrelle a cui deve il suo nome. L’edificio si sviluppa su tre piani: ci sono il piano terra, il primo piano e il secondo piano. La facciata principale si affaccia sulla Salita della Motta, di cui è una delle attrazioni più belle. Una delle prime caratteristiche che saltano all’occhio è il porticato, al quale si accede attraverso una breve scalinata. Il porticato è sorretto da colonne in granito, un materiale probabilmente proveniente dalla vicina cava di Madonna del Sasso. Per risparmiare sulla lavorazione, le colonne furono realizzate a forma squadrata, che richiede molto meno impegno.

Il portico si conclude, sulla parte superiore, con un grande architrave in legno: al di sopra di esso, si appoggia il secondo piano dove si aprono le quattro piccole finestrelle che abbiamo già visto. Tra di esse, sono presenti tre splendidi affreschi che, recentemente restaurati, mantengono intatta la loro bellezza. I due laterali sono la Madonna col Bambino e l’Annunciazione, mentre quello centrale, molto più grande degli altri, rappresenta l’Ascensione. Sono tre meravigliose opere d’arte che, inevitabilmente, attirano ancora oggi lo sguardo curioso dei passanti e dei turisti-