Con la primavera alle porte, sono tantissime le persone che si impegnano per cambiare abitudini alimentari. Farlo significa ragionare in ottica di salute generale e, per esempio, considerare la dieta che consente di ottimizzare il benessere del fegato.
Tra i cibi consigliati a tal proposito è possibile citare i broccoli. Come dimostrato da uno studio del 2017 condotto da un’equipe attiva presso l’Università dell’Illinois, la loro assunzione può favorire la riduzione dei trigliceridi a livello epatico (risultati ottenuti su modelli animali).
Quando si parla della dieta per il fegato sano è impossibile non chiamare in causa anche gli effetti positivi delle proteine della soia, per non parlare dei cibi caratterizzati dalla presenza di grassi omega-3, sostanze dalla nota efficace anti infiammatoria.
In vista della bella stagione, si punta anche a depurare l’organismo. Valido punto di riferimento in merito è la dieta senza cibi bianchi, detta anche No White Diet. In cosa consiste? Quando la si nomina, si chiama in causa uno schema alimentare che prevede l’eliminazione di alimenti preparati con farine raffinate.
In questo novero è possibile includere per esempio il pane bianco. Come dimostrato da uno studio del 2015 condotto da un’equipe scientifica attiva presso l’Università di Las Palmas Gran Canaria, a seguito della riduzione del suo consumo è possibile apprezzare una diminuzione del peso corporeo.
Ricordiamo altresì che, quando si parla di No White Diet, si inquadra un regime alimentare che raccomanda anche la riduzione del consumo di sale – che si può sostituire con le spezie – e di patate bianche, alle quali andrebbero preferite le verdure a foglia verde. Da non dimenticare è pure la raccomandazione di eliminare i grassi di origine animale, dando invece spazio a olio d’oliva e avocado.
Parlare di abitudini alimentari sani significa, per forza di cose, prendere in esame anche i consigli che permettono, partendo da quello che si mette nel piatto, di ottimizzare l’efficienza dell’intestino. Tra le dritte utili al proposito è possibile citare il fatto di aumentare l’apporto di cibi ricchi di fibre.
L’assunzione di questi nutrienti consente, dati scientifici alla mano, di migliorare la qualità del microbiota intestinale. Tra i punti di riferimento al proposito è possibile citare uno studio del 2017, i cui dettagli sono stati pubblicati sulle pagine della rivista Cell Host & Microbe. Per quel che concerne le dosi quotidiane di fibre, si parla di 25 grammi al giorno per le donne e di 38 per gli uomini (parametri dell’Academy of Nutrition and Dietetics).
Proseguendo con i consigli alimentari per tornare in forma in vista della bella stagione ricordiamo la dieta per chi tende ad accumulare grasso nella parte superiore del corpo. Chi presenta questa costituzione, come ricordato dal Dottor Fausto Aufiero, tende a produrre alte dosi di cortisolo, l’ormone dello stress associato al maggior rischio di accumulare grasso soprattutto a livello addominale.
In questi casi, è bene limitare l’assunzione di caffeina. Lo stesso vale per gli alimenti caratterizzati da un importante contenuto di solanina biodisponibile (in questo novero è possibile includere i peperoni e le melanzane). Per quel che concerne invece gli alimenti che si possono portare in tavola, ricordiamo lo yogurt alla frutta, ideale per la colazione, le patate lesse, le puntarelle.
I consigli per rimettersi in forma in vista dell’estate non si può non citare l’importanza della restrizione calorica. Metterla in atto può avere conseguenze molto positive per la salute e un impatto concreto sulla longevità. A dimostrarlo ci ha pensato un recente studio i cui dettagli sono stati pubblicati a fine febbraio sulle pagine della rivista Cell.
Il lavoro in questione rappresenta una novità in quanto, per la prima volta, ha posto l’accento sugli effetti che l’invecchiamento ha sulla vita delle singole cellule. A un follow up di 9 mesi e con dati raccolti da modelli animali (ratti nello specifico), è stato possibile scoprire che la restrizione calorica è in grado di invertire le anomalie del sistema immunitario connesse all’età.
Concludiamo facendo un veloce cenno ai benefici dell’integrazione del peperoncino alla propria alimentazione. A ricordarne l’importanza ha recentemente contribuito uno studio i cui dettagli sono stati pubblicati sulle pagine della rivista Journal of the American College of Cardiology.
Lavoro che ha fornito importanti chiarimenti sulla connessione tra assunzione del peperoncino e rischio di mortalità, ha monitorato oltre 22mila individui scoprendo, a un follow up di 8,2 anni, un’associazione tra presenza del peperoncino nella dieta e rischio più basso di cardiopatia ischemica. Ricordiamo che, prima di mettere in atto le indicazioni alimentari elencate in queste righe, è opportuno chiedere consiglio al proprio medico curante ed effettuare tutti gli esami eventualmente prescritti.