Come stimolare la leptina, l’ormone della sazietà

Dalle erbe della medicina tradizionale cinese a una buona qualità del sonno, i consigli degli esperti per evitare di mangiare più del dovuto 

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Pubblicato: 23 Marzo 2020 08:00

Mangiare in maniera indiscriminata senza sentirsi sazi: il motivo potrebbe essere la carenza di un ormone legato al senso di sazietà. Il meccanismo, scoperto dai ricercatori dell’Università della California a San Diego, è alla base di un fenomeno ben noto associato all’obesità, chiamato resistenza alla leptina (uno degli ormoni della sazietà, appunto). Prodotta dalle cellule adipose in quantità proporzionali al grasso, la leptina informa il cervello su quanto grasso è disponibile nel corpo. Bassi livelli dell’ormone aumentano l’appetito e abbassano il metabolismo, mentre alti livelli riducono la fame e portano a ‘bruciare’ grasso.

Un aiuto dalla medicina cinese

Un ingrediente a base di erbe della medicina tradizionale cinese potrebbe però riuscire a limitare la ‘fame perenne’ che spesso porta a mangiare oltre misura anche quando si vorrebbe perdere peso. È quanto mostrano i risultati di uno studio, per ora solo su animali, pubblicato sulla rivista Diabetes. Il principio attivo a base di erbe si chiama Celastrolo e, secondo Katrin Pfuhlmann, prima autrice della ricerca, ripristinerebbe la sensibilità alla leptina e da qui il senso di sazietà. Anche se secondo, gli esperti della Società Italiana di Diabetologia (Sid), per i pazienti obesi il primo consiglio resta la modifica degli stili di vita, con dieta e attività fisica.

Dormire bene fa ingrassare di meno

Che significa anche garantire una buona qualità del sonno. È infatti appurato che dormire poco può portare a bassi livelli di leptina. Non a caso negli ultimi anni l’indice di massa corporeo medio è aumentato e allo stesso tempo si sono ridotte progressivamente anche le ore di sonno, passando dalle 8-9 ore di riposo registrate negli anni ‘60 alle 6-7 ore che si dormono in media oggi. In particolare, secondo gli esperti dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno dormire 4-5 ore per notte ridurrebbe fino al 30% la leptina in circolo, mentre farebbe aumentare la grelina, ormone che stimola la fame. Risultato? Voglia di dolci e di carboidrati durante la notte. Chi ha una buona qualità del sonno, dunque, ha meno grelina nel sangue e più leptina, e i rapporti di presenza nel sangue di questi due ormoni influenzano il benessere e il peso corporeo di ciascuno di noi. “Può essere utile controllare la produzione di grelina attraverso la vitamina D”, scrive il prof. Pier Luigi Rossi, medico specialista in scienza della alimentazione ad Arezzo e autore del libro “Intestino, il sesto senso del nostro corpo” (Aboca). “Ricerche attuali stanno confermando il ruolo di questo pro-ormone, erroneamente chiamato “vitamina”, sul sonno. In caso di carenza di vitamina D, può essere utile assumerne alcune gocce nel tardo pomeriggio per ottenere benefici sul sonno e sul controllo di grelina e leptina”.