Sono tante, troppe, le storie dei bambini che scappano dalla guerra e che ogni giorno entrano prepotentemente nelle nostre case squarciando il silenzio. Destini accomunati dal caos e dal disordine, dalla paura e dal disorientamento, ma da una sola e grandissima speranza, quella di riuscire a farcela.
Sono i bambini che cercano conforto nei genitori, negli sguardi dei loro animali domestici che, nonostante tutto, sono sempre al loro fianco, e a volte anche negli abbracci dati ai loro peluche che stringono forte tra le braccia e che sono riusciti a portar via. Sono piccoli, alcuni così tanto da non riuscire a rendersi conto di cosa sta succedendo. Del perché hanno dovuto lasciare le loro case, i giocattoli e tutti i loro ricordi.
Altri sono più grandi, e come dei coraggiosi piccoli uomini sono loro a infondere la speranza ai più grandi, come quella bambina che, costretta a nascondersi in un bunker a Kiev insieme ad altri rifugiati, ha iniziato a cantare commuovendo tutti. Ora quei bambini stanno affrontando un viaggio, quello della salvezza, lo stesso che li condurrà proprio lì, sul ponte dei peluche.
Romania: il ponte dei peluche
L’idea di improvvisare questo punto d’accoglienza per i coraggiosi bambini che fuggono dalla guerra in Ucraina è stata della polizia di frontiera che, con l’aiuto di volontari e cittadini, ha cercato in qualche modo di alleviare il dramma che i più piccoli stanno vivendo.
Lo storico ponte che attraversa il fiume Tibisco, distrutto dai bombardamenti del 1944 e ricostruito durante i primi anni 2000, è diventato il collegamento principale tra l’Ucraina e la Romania, un punto di passaggio e di salvezza per tutte le persone che scappano da un territorio ormai martoriato.
Nelle ultime settimane sono state migliaia le persone che si sono messe in viaggio lasciando dietro di loro una scia di sofferenza e di dolore, portando con sé sempre la speranza. Ci sono uomini e donne, intere famiglie con i loro animali domestici, ci sono i bambini che possono ritrovare il sorriso tra i centinaia di peluche disposti ai lati del ponte.
I messaggi d’amore dal fronte di guerra
Peluche, bambole e giochi ora popolano il ponte che attraversa il fiume Tibisco: il punto di passaggio ha trasformato la disperazione in speranza. L’iniziativa è nata proprio per alleviare tutto quell’orrore che, inevitabilmente, si riflette negli occhi ingenui dei bambini che hanno visto la loro vita andare in frantumi, che si sono visti costretti a lasciare le proprie case che intanto si trasformavano in macerie. Loro che, inconsapevolmente, sono diventati le vittime di questa atrocità, colpevoli solo di essere nati nel Paese colpito dagli invasori.
A diffondere le commoventi fotografie dell’arrivo sul ponte di peluche sono state proprio le guardie di frontiera di Sighetu Marmatiei sulla loro pagina Facebook.
Ed eccoli lì i bambini scappati dalla guerra, quelli che si guardano intorno ancora increduli, quelli che sono finiti nel bel mezzo di un conflitto senza avere neanche gli strumenti per capirlo. Sul loro volto compaiono sorrisi timidi e lacrime di gioia mentre si accingono ad afferrare il loro nuovo compagno di fuga. Ci sono i peluche, le bambole e i cavalli, ci sono i dinosauri e tanti altri giocattoli. E sono lì per loro.
Le fotografie del ponte dei peluche hanno fatto il giro del web trasformandosi all’istante in un messaggio fortissimo che arriva direttamente dalla guerra, e non è l’unico. C’è la donna che ha sfidato il soldato russo con i semi di girasole e la coppia di soldati che si è sposata al fronte. Episodi, questi, che dimostrano ancora una volta che l’amore e la speranza sono più forti del dolore, della sofferenza e della guerra.