Alta 1 metro e 58, i codini sbarazzini, sempre struccata e sempre sorridente. Jasmine Paolini non ha il physique du rôle della classica tennista da copertina, e forse è proprio questo il suo superpotere. Quando entra in campo non lo fa con l’aria da diva, ma con la concretezza di chi sa cosa significhi guadagnarsi ogni singolo punto. Contro avversarie alte, slanciate, perfettamente curate, lei si presenta così: naturale, genuina, e spacca il mondo.
Jasmine ha 28 anni ed è nata in Toscana. Suo padre Ugo gestiva un bar, la madre Jacqueline – polacca, figlia a sua volta di una polacca e di un ghanese – faceva la cameriera. Una famiglia semplice, che le ha trasmesso due valori chiave: l’umiltà e l’amore per il tennis. È stato il padre, insieme allo zio Adriano, a portarla per la prima volta al Circolo del paese. La racchetta l’ha conquistata subito, così come l’idea che sognare fosse possibile, anche in un mondo dove sembrano contare solo le misure, l’estetica, l’apparenza.
Le dicevano: “Sei troppo bassa”, “Mangi troppo”, “Non ce la farai mai”. Lei non ha risposto con le parole, ma con i risultati. Dopo anni di lavoro silenzioso, faticoso, ostinato, è esplosa. La semifinale a Miami, ora la finale agli Internazionali d’Italia, in attesa di Wimbledon. Jasmine è la prima tennista italiana a raggiungere un traguardo così alto dal 2014. E lo ha fatto restando sé stessa. Nessuna epica costruita a tavolino: solo talento, dedizione, e quel sorriso contagioso che la rende un simbolo senza averlo mai cercato.
Jasmine Paolini, il nuovo volto dei sogni
C’erano una volta le bambine che sognavano di diventare ballerine. Poi principesse. Poi modelle. E andava benissimo così, per carità. Ma oggi c’è qualcosa che è cambiato. Oggi le bambine iniziano a sognare in grande, e non per estetica: per sostanza. Oggi sognano di diventare astronaute, ingegnere aerospaziali, e – perché no – tenniste. Di quelle che arrivano sulle copertine senza bisogno del trucco, con i codini e il sorriso, e una racchetta che diventa bacchetta magica.
Jasmine Paolini è il volto di questo sogno nuovo. Un sogno in cui la perfezione non è misura, ma passione. In cui puoi non essere alta un metro e ottanta, puoi non avere il fisico da catalogo, e puoi comunque spaccare il mondo. Perché nel tennis, che è forse lo sport più crudele, quello dove sei sola in campo, senza sostituzioni, senza scuse, senza filtri, vince chi ha la testa. E Jasmine ha una testa che vale più di mille sponsor. Ha la capacità rara di restare lucida per ore, sotto pressione, sotto il sole, con il pubblico che guarda e i giudizi che pesano. E lo fa con quel sorriso che sembra dire: “La gentilezza non è debolezza. La gentilezza è forza silenziosa”.
In un tennis fatto di urla, di esasperazione fisica, di perfezione estetica e muscolare, arriva lei: 1 metro e 58, un cuore grande così, e una mente che non trema. E non è un miracolo. È allenamento. È fatica. È sogno coltivato a Bagni di Lucca, con un papà che la portava al Circolo e una mamma che lavorava per far quadrare i conti. Jasmine è il riscatto di tutte le storie che iniziano in piccolo e finiscono in grande. È la dimostrazione che si può vincere anche se non si parte in vantaggio. Anche se non hai il cognome giusto. Anche se non sembri la protagonista del film.
E invece il film è il suo. Solo che è tutto vero. E quando la realtà supera la fantasia, nascono i modelli veri. Quelli che le bambine guardano e dicono: “Da grande voglio essere come lei”. Non perché ha vinto. Ma perché ha creduto. Perché è rimasta se stessa. Perché ha fatto della gentilezza una strategia e dell’umiltà un’arma.
In un’Italia che spesso fatica a raccontarsi per ciò che è davvero – mescolata, multiforme, capace – Jasmine è una bandiera nuova. Un’icona che non vuole esserlo. Un simbolo che non ha bisogno di proclami. Gioca, lotta, sbaglia, si rialza. E sorride. Sempre.
Jasmine non è solo un’eroina sportiva. È la prova vivente che anche se il mondo ti dice “non puoi”, puoi. Che anche se non rientri nei canoni, puoi ridisegnarli. Che anche se vieni da una terra piccola, puoi arrivare in cima al mondo. E sai cosa c’è di più bello? Che lei, mentre lo fa, non smette mai di essere Jasmine.