Lontana dal teatrino californiano e dai red carpet tirati come lifting malriusciti, Vittoria Ceretti continua a pestare passerelle. La modella bresciana, classe ’98, si confessa a Vogue France e lo fa senza fronzoli. Nessuna voglia di passare per la comparsa nella sceneggiatura di qualcun altro. A infastidirla, la solita etichetta da allegato: la ragazza di, l’ex di, la presenza accanto a.
Non importa se è il volto di campagne internazionali o se si fa sei settimane di moda di fila senza battere ciglio. Appena la affianchi a una celebrità, sparisce il curriculum e resta solo il gossip.
L’incontro con Leonardo di Caprio e il fastidio per le definizioni
Nel salottino lucido di Vogue France, Vittoria Ceretti butta lì, con nonchalance ma nemmeno troppo, che sì, la storia con Leonardo Di Caprio va avanti. Si sono conosciuti a Milano, mica a Hollywood, e da lì in poi cene, voli, vacanze. Lombardia compresa, con tappa anche al Vittoriale. Ma se pensate che lei sia lì a fare la cheerleader del sex-symbol per eccellenza, vi sbagliate di grosso.
“Non appena inizi una relazione con qualcuno che ha più follower di te, diventi la ‘fidanzata di’. E questo può essere estremamente fastidioso”. Lei dice basta con l’etichetta appiccicata addosso come se fosse un cartellino del prezzo. Vittoria non ci sta. “Appena sei con qualcuno più famoso di te, diventi il suo complemento. O peggio, la sua ex. È una roba che irrita, parecchio”.
E non importa quanti marchi di alta moda ti abbiano messo al centro delle loro campagne, o quante copertine tu abbia fatto: basta una paparazzata accanto all’attore e sei automaticamente il contorno. Il classico destino delle donne accanto ai nomi grossi: invisibili finché non diventano l’alibi narrativo del protagonista
Il sentimento oltre la fama
Che il pacchetto DiCaprio includesse anche un contorno di gossip, flash e supposizioni a grappolo era prevedibile. Ma Vittoria Ceretti non ha intenzione di viverla come una sfilata extra. La coppia continua a comparire in giro, da Cannes a Ibiza passando per New York, con i paparazzi sempre pronti al colpo grosso. Lei, intanto, resta ancorata a un’idea concreta di relazione, fatta più di realtà che di teatrini.
“Se ciò che state vivendo è reale e sapete di amarvi, allora non c’è motivo di allarmarsi. Perché l’amore protegge e dà fiducia”. Parole che suonano come un cartello “non disturbare” appeso fuori dalla porta. La complicità sembra reggere anche sotto il peso delle aspettative e delle fantasie altrui. E se qualcuno pensa di trovarsi davanti a una fan incallita del divo, si sbaglia. “Chi non l’ha visto Titanic? O non l’ha apprezzato? È un classico”. Risposta secca, tono ironico: niente delirio da groupie, nessun inchino alla carriera del partner.
Casoncelli e origini
Dietro le cover patinate e le foto da red carpet, c’è una ragazza che appena può scappa da Parigi e New York per tornare a Inzino. Non un resort, non un ritiro zen: una frazione di Gardone Val Trompia, con la mamma, il cane e i casoncelli. Altro che detox a base di avocado toast. Dopo il delirio della fashion week milanese, lei ha portato gli amici a casa a smaltire tacchi, selfie e stress con il piatto più bresciano che esista. “L’altro ieri alcuni amici sono venuti a casa mia per rilassarsi dopo la folle settimana della moda di Milano. Ho fatto assaggiare l’eccellenza dei piatti lombardi: i casoncelli”. Una scena che sa di tovaglia a quadri, non di posate d’argento. E il bello è proprio lì.