Sara Tommasi alle Iene: il toccante monologo sul bipolarismo (che divide)

Sara Tommasi alle Iene parla del bipolarismo e dell'inferno da cui è uscita. Tra chi si commuove e chi grida all'ennesima strumentalizzazione

Quella di Sara Tommasi è una delle vicende più tristi ma in qualche modo istruttive del mondo dello spettacolo. Una ragazza di provincia, con il sogno di diventare showgirl, di entrare nel dorato mondo dello spettacolo, come tante. Bella come molte. Con tante fragilità e insicurezze, come tutte. Che all’inizio ha fortuna, entra nella scuderia di Lele Mora, ai tempi il più potente talent scout e manager dei vip: finalista a Veline, paperetta a Paperissima, schedina a Quelli che il calcio, poi showgirl e inviata. Sara sembra avercela fatta, aver realizzato il suo sogno si laurea anche alla Bocconi con una tesi sul caso Parmalat. Poi i primi segni che qualcosa non va: eccessi, vita notturna sfrenata, fidanzati e frequentazioni poco raccomandabili, dichiarazioni sempre più sconclusionate, paparazzate in cui appare in vesti succinte e si lascia andare a gesti volgari. Sara non sta bene, è evidente. E tra chi si diverte e prenderla in giro o a cavalcarne l’instabilità, altri lanciano il grido d’allarme.

I genitori cercano di aiutarla, ma lei sprofonda sempre di più. Il resto è storia: la deriva con Marra, il filmino hard. E alla fine, il ricovero. Scompare dai social e dai media per qualche tempo. Poi improvvisamente ritorna, il fisico e il viso segnati dalle cure e dai farmaci, le dichiarazioni di essere affetta da disturbo bipolare di essersi riavvicinata a Dio e alla famiglia e di voler guarire. Nel 2021 si è sposata con il manager Antonio Orso, che, lei dice “l’ha aiutata a raccogliere i pezzi della sua identità “.

Ospite della puntata delle Iene di martedì 31 gennaio 2023, Sara in un toccante monologo ha raccontato il suo bipolarismo, l’iniziale rifiuto della malattia e dell’aiuto delle persone care e la scelta suicida si circondarsi delle persone sbagliate, l’inferno che ha vissuto e dal quale è uscita.

Ma se il suo racconto ha colpito e commosso moltissime persone, che la incoraggiano nei commenti, si complimentano con lei per la sua rinascita, altri sottolineano come dal suo viso traspaia ancora sofferenza e malattia, e non fosse il caso di esporsi in tv. E qualcuno critica l’ennesima strumentalizzazione della Tommasi, da parte di un programma che prima aveva mandato in onda un servizio dal set del suo film hard, con lei in evidente stato di alterazione, e adesso ne sfrutta nuovamente, ai fini dell’audience, la sua richiesta di riscatto.

“Povera ragazza, ancora una volta strumentalizzata” scrivono nei commenti al post delle Iene “Ha lo sguardo perso nel vuoto, non mi sembra stia molto bene nemmeno adesso!”.

E ancora: “Le Iene stesse in passato l’hanno derisa e bistrattata in un servizio vergognoso. Spero che possa ritrovare la serenità persa” “Dal suo sguardo si capisce che ancora non sta bene e mi spiace che anche le iene x l’ennesima volta abbia approfittato del suo malessere x far tv….forza Sara❤️”

“Un plauso va alla redazione de le iene che prima fanno il servizio ‘perculatorio’ a Sara Tommasi direttamente sul set del film hard e poi fanno il servizio sulla malattia mentale che la affligge (speculandoci sopra un’altra volta, ma in senso diametralmente opposto)”.

“Credo che esporla nuovamente, così, non sia per l’ennesima volta il suo bene. È migliorata, è serena perché esporla ancora?”

Questo il monologo di Sara:

Undici anni fa mi hanno diagnosticato un grave disturbo bipolare. Quando ne soffri puoi non accorgerti di stare male, ma gli altri si accorgono che non sei più tu. Io non mi sentivo malata, non volevo esserlo. Avevo successo, non volevo diventare una perdente. Così ho negato la malattia, ho rifiutato le cure e l’aiuto della mia famiglia.
Ho permesso alle persone sbagliate di approfittarsi di me. Ho iniziato ad assumere droga e in quel periodo una striscia era la mia medicina, la cosa più deliziosa. Sono finita sul set di un film hard senza capire come…Non ero in me. E ancora oggi qualcuno non capisce che in quella storia io sono la vittima.
Poi in un momento di lucidità ho capito che dovevo farmi aiutare. Prima insieme a mia madre, e poi con mio marito, ho raccolto i pezzi della mia identità, ricostruendo il puzzle giorno dopo giorno.
Il bipolarismo è una malattia dalla quale purtroppo non si guarisce mai del tutto, ma si può avere una vita felice.
Voglio dirlo alle ragazze che mi scrivono che si sono riconosciute nella mia storia.
Non focalizzatevi su ciò che la malattia vi ha tolto, ma su quello che vi ha lasciato. Guardate le carte che avete in mano e giocate con quelle la vostra partita. Curatevi con i farmaci e con l’amore, la malattia non possiamo farla sparire, ma possiamo affrontarla. Neanche quel brutto periodo posso farlo sparire, ma oggi me lo lascio alle spalle per sempre. Oggi voglio dimenticare il buio, vivere al sole. Voglio ricominciare da Sara.