I Måneskin sono ancora in vetta alle classifiche, e il loro ultimo singolo I Wanna Be Your Slave è solo la punta dell’iceberg del successo internazionale che li ha travolti, dall’istante stesso in cui hanno vinto all’Eurovision Song Contest 2021. Ma negli ultimi giorni sono arrivate anche le prime critiche, frasi pungenti che non potevano certo passare inosservate.
La band romana ha imboccato la strada del successo quando si è aggiudicata il primo posto al Festival di Sanremo 2021 con il brano Zitti e Buoni – lo stesso che ha permesso ai Måneskin di vincere anche l’Eurovision, portando il loro rock ben oltre i confini nazionali. E da quel momento la scalata alle classifiche di tutto il mondo ha avuto inizio, supportata da un tour europeo che ha visto i giovani membri del gruppo dedicarsi ad alcuni dei concerti più seguiti dell’estate.
Proprio di recente, l’ennesimo tassello della loro brillante carriera: il New York Times ha scritto un lungo articolo omaggiando l’Italia e i suoi principali protagonisti sulla scena internazionale. Da Mario Draghi e la sua campagna vaccinale all’incredibile vittoria degli Azzurri agli Europei di Calcio che ci hanno fatto sognare, dall’onorevole secondo posto conquistato da Matteo Berrettini a Wimbledon al fenomeno social di Khaby Lame. Le eccellenze italiane hanno fatto innamorare anche gli americani, e tra queste spuntano proprio i Måneskin.
Con il trionfo all’Eurovision, la band romana ha posto le basi per un nuovo passo avanti in quella che il NYT chiama la “rinascita nazionale”. Tuttavia, in questi giorni per i Måneskin sono arrivate anche delle critiche. Sulle pagine di Stereogum, una delle riviste di riferimento per la musica internazionale, si legge un giudizio pungente che riguarda Beggin’, cover che Damiano e i suoi avevano portato alla ribalta a X Factor nel 2017 e che è ritornata in auge proprio in questo periodo.
“Prima che la definiate una vittoria per il rock, considerate che la cover di “Beggin'” dei Måneskin è semplicemente, atrocemente, offensivamente brutta. Un attacco scat nervoso e selvaggio che rifiuto credere che le persone possano ascoltarla per ragioni non ironiche” – ha scritto il giornalista Chris DeVille.
E ancora: “Non è così sorprendente che una band del genere abbia preso piede in Europa, ma sono un po’ scioccato dal modo in cui “Beggin'” si è fatta strada anche nella coscienza americana. Prego che la loro comparsa sia un incidente isolato e non stiamo per vedere un revival di questo tipo di hard rock terribile […]. Perché onestamente, se questa roba è ciò che sta prendendo piede, è meglio che il rock sia morto“.