Gianluca Grignani, è morto papà Paolo a cui aveva dedicato il suo Sanremo

È morto il papà di Gianluca Grignani al quale il cantautore ha dedicato il brano "Quando ti manca il fiato", con cui ha partecipato al Festival di Sanremo

Foto di Nicoletta Fersini

Nicoletta Fersini

Giornalista, Content Editor, SEO Copywriter

Giornalista ed evocatrice di parole: appassionata di lifestyle, tv e attualità. Inguaribile curiosa, osserva il mondo. Spesso sorseggiando un calice di vino.

Uno scatto da bambino con quell’uomo grande e sorridente, che tiene le mani sulle sue spalle. È l’immagine con cui Gianluca Grignani ha voluto ricordare il suo papà Paolo, appena scomparso in circostanze che il cantautore non ha voluto specificare. Tra loro due le cose non sono andate come avrebbe voluto, non si vedevano da circa 15 anni ma è proprio a lui che Grignani aveva dedicato lo struggente brano con cui ha conquistato il pubblico del Festival di Sanremo 2023. Ed è con uno dei versi della stessa canzone che ha voluto dirgli addio.

L’addio di Gianluca Grignani al papà Paolo

“E per il resto ognuno giudichi se stesso… Ciao papà 💔”. Sono queste le parole con le quali Gianluca Grignani ha deciso di accompagnare la foto ricordo di un padre che ha avuto un enorme peso nella sua vita. Ai tempi era stato il primo a credere nel suo talento ma al contempo è stato chi gli ha fatto comprendere nel modo più distruttivo il significato delle parole lontananza e abbandono. Parole che non dovrebbero mai far parte del vocabolario di un bambino.

C’è una serenità nello scatto che ritrae il piccolo Gianluca con tutta la vita davanti che sembra lontana anni luce da quel che, in realtà, sono stati tutti gli anni a venire. Ma forse è un modo per riportare tutto al suo equilibrio, anche se la morte adesso li ha separati per sempre, senza possibilità di ritorno.

Gianluca Grignani, il difficile rapporto padre-figlio

La vita di Gianluca Grignani è stata un’altalena impazzita. Al grande successo sotto gli occhi di tutti ha fatto da contraltare un dolore intimo e privato che il cantautore ha messo nero su bianco ricordando quell’ultima, indelebile telefonata che aveva avuto con il padre Paolo circa dieci anni fa. Quelle parole sono diventate il brano che ha portato in gara al Festival di Sanremo 2023 e con il quale ha esorcizzato una ferita che non si è mai chiusa.

Quando ti manca il fiato è la dichiarazione di un figlio che ha visto nel padre una figura sfuggente, incurante. Tutte cose che per un bambino sono un colpo al cuore. Il rapporto tra Grignani e l’uomo che gli ha donato la vita non sono mai stati facili, come lui stesso ha raccontato in più occasioni: il ricordo era quello di un padre sempre in giacca e cravatta pronto a sparire per lunghi periodi. Un padre che, in sostanza, non ha mai conosciuto come tale durante l’infanzia.

Quanto accaduto poi dopo la separazione da mamma Elba è stato come precipitare nel vuoto: “Era stata una separazione non gestita – aveva spiegato prima di Sanremo al Corriere della Sera -, ma non fra padre e madre quanto fra padre e figlio. Lui se ne è andato in maniera poco consona: ha messo in mezzo me. Mi sono sentito solo. Non aveva fatto le scelte che sto facendo io ad esempio”. Non si vedevano da circa 15 anni, non si sentivano da almeno 10. Oggi quel che resta è una scatola di ricordi e sentimenti contrastanti, oltre alle parole che il cantautore ha intonato sul palco dell’Ariston.

“Quando ti manca il fiato”, la canzone di Sanremo dedicata al padre

“Parlo prima di padre e poi da figlio, ma poi parlo da qualcuno che dà una soluzione quando ci si rende conto che la vita ti fa mancare il fiato. A me è successo che ero piccolino, quando mio padre mi disse che bisogna morire”, con queste parole Grignani aveva spiegato il titolo del brano sanremese con il quale era tra i favoriti alla vittoria. Parole che entrano dritte nel cuore come lame affilate.

Mio padre tornava la sera
Ed era forte quando era in vena
Questo lo ricordo bene
Sì, questo lo ricordo bene
Mio padre era uno dei tanti
Ma era il mio eroe quando mi sorrideva
Vivevamo ancora insieme
Questo lo ricordo bene
E poi, non ricordo più
Dopo vent’anni dalla terra dei ricordi
Mi chiamano (mi chiamano)
Spaccando in due il silenzio
Con uno squillo del telefono
Ciao sono papà
Come va Gianluca?
Ma no che non sto male
Ma quando accadrà
Tu verrai o no al mio funerale
Tu verrai o no?
Ed io non ho parlato più
Ho tenuto tutto dentro
E ho messo giù
Poi ci ho pensato su
Sì, ci ho pensato su
Ciao papà o addio papà
Io ti perdono
Le mie lacrime sono sincere
Ma c’è chi non lo farà
Tu accettala la verità
E in mezzo a chi finge cordoglio
Sarò il tuo orgoglio
Perché chi ha troppa libertà
Non ha parole
Quando fa male ma male davvero
Sono coltelli che cadon dal cielo
Fan sanguinare anche l’uomo più duro
Anche se son cresciuto da solo
A modo mio
Sì e tu sai a modo mio
Ciao papà o addio papà
Questa canzone te la canto adesso
Perché tu sappia che ti amo lo stesso
E per il resto ognuno giudichi se stesso
Questa è l’unica legge
Che conosco e rispetto
Ti ricordi quando ti dicevo
Che la vita chiede i conti al passato
Proprio quando ti manca il fiato
E chi sa la verità
Mi dica perché faccio fatica a staccare le dita
Oh, a smettere di suonare
Quando la musica è finita
È questo che devo imparare da te
Forse non volevi o me lo hai insegnato?
Non fare accordi con i ricordi
Quando ti manca il fiato 

Gianluca Grignani è padre a sua volta di tre figli che ama più di ogni altra cosa al mondo e che, per sua stessa ammissione, ha scelto di proteggere da quanto ha vissuto. A Domenica In aveva ammesso senza mezzi termini di non voler cedere all’assoluzione per quel padre “Egoista, che non perdonerò mai perché agli errori si ripara. Lui ai suoi non ha mai riparato, questo ai figli non si fa. Ci ho messo 44 anni a capirlo, a elaborare quel vuoto d’amore”. “Ho paura di essere simile a una persona che ha fatto errori e che non so se dovrei accusare o scusare – aveva ribadito in un’altra intervista – (…) Allo stesso tempo mi manca la sua immagine. Quando mi incontro con l’altro suo figlio sento di avere delle radici. La differenza è che io so dire ti voglio bene e so abbracciare, i miei genitori non lo facevano”.

Ma, in fondo, quel perdono sembra arrivato e l’amore di un figlio, seppur deluso, ha prevalso su tutto il resto.