Chiamami ancora amore: la vera storia che ha ispirato la serie

La vera storia dietro "Chiamami ancora amore", la fiction Rai con Greta Scarano e Simone Liberati

Chiamami ancora amore è la nuova fiction con Greta Scarano e Simone Liberati, in onda su Rai Uno. La mini-serie racconta il crisi matrimoniale vissuta da Anna ed Enrico. Con il tempo il sentimento d’amore che li aveva uniti si è trasformato in rancore e disprezzo, portandoli a liti e vendette. Nella vicenda interverrà Claudia Pandolfi che veste i panni dell’assistente sociale Rosa, chiamata a scegliere chi dovrà avere l’affidamento del figlio Pietro.

La serie è stata ispirata alla vita privata dell’autore Giacomo Bendotti o, per meglio dire, a un episodio della sua esistenza. “‘Dovrei mettere una telecamera nascosta qua dentro‘ pensai un giorno – ha spiegato -. Qua dentro era la cameretta di mia figlia, che aveva poco più di un anno. Ciò che volevo spiare era il comportamento della mia compagna, sua madre, per capire se sapesse giocare con lei. Fu un pensiero fugace, di cui mi vergognai un attimo dopo averlo formulato, ma era l’evidente frutto della difficoltà che stavamo vivendo, sopraffatti dalla stanchezza, dalla mancanza di sonno, dalle insicurezze di entrambi”.

“Eravamo maldestramente alle prese con una complessità nata insieme a nostra figlia – ha svelato Bendotti -. Le forbici che avevano reciso il cordone ombelicale, non avevano separato la madre e la neonata, che continuarono per mesi a essere un unico corpo. Separavano invece gli amanti. Noi due dovevamo fare spazio, nel mezzo, a una terza persona, che ci avrebbe definito per sempre come genitori e che ci avrebbe costretto a ridisegnare il nostro rapporto”.

Da questo episodio sono nati Anna ed Enrico, i personaggi di Chiamami ancora amore interpretati da Greta Scarano e Simone Liberati. La fiction è nata per indagare quel momento particolare nella vita di una coppia legato alla nascita di un figlio e alla ricerca di un nuovo equilibrio che a volte non arriva. “È un momento di trasformazione e di conflitto – ha svelato l’autore della fiction -. È il punto di convergenza di due storie famigliari, di due diverse educazioni, di due separati bisogni di affermazione e riparazione. È il momento in cui ci ritroviamo inaspettatamente a rimproverare all’altro di essere come suo padre o sua madre. È una prova che ci obbliga a rifondare il patto amoroso o a distruggerlo. I nostri protagonisti, hanno deciso di distruggere quel patto. Di più: hanno deciso di distruggersi”.