Den Harrow è un cantante e modello che ha raggiunto un successo planetario negli anni ’80. È considerato un’icona della musica pop di quell’epoca e un mito per generazioni di persone. Nel corso della carriera ha venduto 20 milioni di dischi ed è apparso su 398 copertine di riviste musicali a lui dedicate nel mondo. Nella classifica Siae è al trentaseiesimo (su 146) posto come cantante italiano che ha venduto più dischi nel suo Paese e nel mondo. Fra i suoi successi più famosi: “A taste of love”, “Mad desire”, “Future brain”, “Bad boy”, “Catch the fox”, “Don’t break my heart”, “Born to love”. Chi è e cosa fa oggi l’artista italiano.
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Chi è Den Harrow
Il vero nome di Den Harrow è Stefano Zandri ed è nato il 4 giugno del 1962. Prima di diventare famoso, al Corriere della Sera, l’artista ha raccontato che era un ragazzino “dislessico e grasso, venivo bullizzato. Fino ai 13 anni la mia infanzia è stata difficile. Poi mi sono arrabbiato, sono dimagrito 20 chili in un mese, mi sono messo a praticare arti marziali e dopo un anno ho picchiato tutti i bulli che mi avevano menato”.
A causa della dislessia non diagnosticata, in terza elementare viene bocciato e il suo rapporto con la scuola non è mai stato idilliaco. Poi, una volta che “da brutto anatroccolo” si trasforma in un bel ragazzo, comincia a frequentare una discoteca di Milano. Vestito in modo eccentrico (essendo fan di Renato Zero” e belloccio, Zandri attira l’attenzione del pubblico non solo femminile. Gli viene proposto di diventare un cantante e i produttori Roberto Turatti e Mili Chieregato gli cambiano il nome in Den Harrow.
Sempre al Corriere l’artista ha spiegato: “Negli Anni 80 funzionava così, c’erano personaggi che prestavano solo l’immagine e la voce era di altri. Era la prassi, io avevo 19 anni e mi dissero che mi sarei chiamato Den Harrow: era un gioco di assonanze con denaro”. Così diventa protagonista del genere Italodisco.
Il successo nel mondo della musica
Una delle sue migliori canzoni è “Catch The Fox” del 1986. Tra il 1986 e il 1990 è tra i primi cinque cantanti d’Europa più popolari, ma in realtà non canta, interpreta un personaggio con la voce degli altri. Dopo tre anni si stufa di questa situazione, fa causa alla casa discografica e da “Born to love” la voce è la sua. Nel corso della carriera conosce Boy George, Prince, Simon Le bon e con le sue canzoni scala le classifiche mondiali. Al Corriere ha raccontato che “Mad Desire fece un milione di copie, per Future Brain dovevo fare solo una tappa al Festivalbar, ma le feci tutte e vinsi tra i giovani” e ancora “con Don’t Break My Heart rimasi in classifica due anni in Germania, il disco fece 3,5 milioni di copie”.
La vita da Bad Boy
Sempre al Corriere della Sera, Den Harrow ha rivelato che nel periodo del successo prendeva anche 10 aerei in una settimana “ho passato la mia gioventù in volo e in hotel. E poi ero frustrato, mi sentivo di prendere per il culo la gente. E non ero tranquillo, fare un buon playback era uno stress emotivo continuo, ma nessuno si era mai accorto di nulla. A quel punto avevo 30 anni e circa 13 miliardi di lire in banca (ho venduto 20 milioni di dischi)”.
Riguardo ai lussi più assurdi il cantante ha svelato che un giorno si era presentato in ufficio dicendo che non voleva più prendere in giro i suoi fan ma era comprabile e corruttibile a 22 anni. “Ti piacciono le macchine? — mi chiedono —. Vai a farti staccare un assegno per comprare una Porsche e non rompere le balle”. Spesi 95 milioni. Gli sponsor mi davano tutto, non pagavo niente, né hotel né ristoranti. Guadagnavo tantissimo ma non spendevo troppo: buttavo soldi solo in orologi, auto e moto. Ho comprato anche la villa di Grace Jones a Ibiza”.
Nelle interviste Den Harrow ha anche ammesso di aver fatto uso di droghe che erano ovunque negli anni ’80 e in grande quantità, ma di non essere mai diventato un tossicodipendente. Nel 1988 arriva la decisione di dire addio alle scene.
Il crollo e la perdita del patrimonio
Den Harrow era arrivato a guadagnare cifre enormi nel corso della carriera, negli anni ’80 prendeva anche 25 milioni di lire a serata. Si dice che fosse riuscito ad accumulare una fortuna di 13 miliardi di lire. Poi nel 1991 arriva il controllo della Guardia di Finanza. Il cantante scopre così che il suo commercialista per 10 anni non gli aveva fatto pagare nulla al Fisco, così i finanzieri gli portano via tutto e resta con 10 milioni di lire sul conto.
Puntando il dito sul mappamondo decide di ripartire da San Diego in California. Lì fa l’istruttore di body building in un club in spiaggia, poi va a Las Vegas e per un mese studiai i ballerini di strip-tease. Inizia quindi a portare sul palco le sue canzoni, mentre si toglie i vestiti. “Facevo 7 spettacoli al giorno per 3 giorni a settimana e guadagnavo un botto. Il nome d’arte era diventato Den Hard”, ha detto al Corriere della Sera. Infine decide di tornare in Italia.
L’esperienza a L’Isola dei Famosi
A metà anni 2000 il cantante rientra in patria e prende parte a “Meteore”, poi nel 2006 è tra i naufraghi de “L’isola dei famosi” dove fa parlare di se per una memorabile scena di pianto. In diverse interviste Harrow ha confessato di essersi pentito di aver partecipato al programma (in cui è tornato anche una seconda volta nel 2012). “Io ho combattuto ad armi pari con cantanti che avevano le major alle spalle, ho venduto milioni di dischi, dopodiché è bastato un pianto in un reality per farmi massacrare dalla gente che fino a un giorno prima mi adorava e ballava i miei dischi. Mi hanno preso per il cu** per anni anche per strada, per tutti ero quello che piangeva all’Isola”, ha detto a Radio Cusano Campus.
Cosa fa oggi Den Harrow
Den Harrow oggi vive a Malaga 9 mesi all’anno e fa ancora serate revival anni ’80 in giro per il mondo. Torna in Italia per i concerti estivi. Durante il periodo del Covid è uscito un nuovo singolo “Always” scritto dalla compagna dell’artista Daisy Scaramella, che ha vinto il disco d’oro. Negli ultimi anni ha prodotto due brani per Orlando Johnson, “Shine on” e “I love America”: con quest’ultimo ha ottenuto un primo posto su iTunes. Nel 2018 ha pubblicato un libro autobiografico “Nani. Il bimbo da 6 milioni di dollari”.