Caso Bova, Monzino ritratta la sua versione. E denuncia Fabrizio Corona

Il rampollo milanese ha ritrattato la sua versione dei fatti, accusando Fabrizio Corona di essersi impossessato delle chat senza il suo consenso

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Claudia D'Alessandro

Giornalista, esperta di Spettacolo e Content Editor

Giornalista e content creator, si nutre da sempre di cultura e spettacolo. Scrive, legge e fugge al mare, quando ha bisogno di riconciliarsi col mondo.

Nuovi colpi di scena nel caso Bova, che ogni giorno si arricchisce di nuovi particolari. In queste calde giornate d’agosto Federico Monzino torna a parlare della vicenda, ritrattando la sua versione iniziale, nella quale aveva confessato di aver fornito tutto il materiale per “incastrare” l’attore volontariamente a Fabrizio Corona. Adesso il rampollo milanese ha raccontato un’altra verità su Instagram, spiegando di aver sporto denuncia contro il fotografo, che si sarebbe impossessato di una parte delle chat con Bova senza il suo consenso.

Federico Monzino ritratta: “Corona si è impossessato delle chat senza il mio consenso”

Il caso Bova continua a riempire le pagine della cronaca in questa calda estate: Federico Monzino è tornato a parlare della vicenda su Instagram, confessando tra le storie che Fabrizio Coronaaveva una telecamera nascosta nella visiera del cappellino, con cui si è impossessato delle chat senza il mio consenso”. Una versione discordante dalla prima fornita, quando aveva ammesso di aver fatto da tramite nella trasmissione del materiale all’ex re dei paparazzi, sostenendo di essere stato autorizzato dall’amica Martina Ceretti. “Gli audio e le chat non sono state trafugate, ma condivise volontariamente: Martina era a casa mia, consapevole di quanto facevamo. Il suo consenso è stato esplicito“.

Adesso però Monzino è tornato all’attacco, spiegando al Corriere della Sera di aver omesso il metodo con cui Corona si era appropriato delle chat a causa di un “momento di confusione iniziale” nel tentativo di aiutare la modella. Ma il messaggio che vuole fare passare è chiaro: “Non tutto il materiale è stato consegnato volontariamente da me: una parte è stata acquisita senza il mio permesso”.

La denuncia di Monzino a Fabrizio Corona

Un dettaglio – non di poco conto – che il rampollo non aveva neanche rivelato ai suoi legali e di cui oggi si sente responsabile. La scelta di avvicinare Fabrizio Corona però è sempre stata consapevole, come ha spiegato lui stesso al giornale: “Ho fatto da tramite per aiutare Martina. È stata lei a fornirmi il numero di Corona e, pochi secondi dopo, sempre insieme a lei, abbiamo scritto il messaggio. Anche se è partito dal mio telefono, abbiamo agito in modo condiviso. In tal senso, uso il plurale. Abbiamo parlato di un possibile scoop, senza mai fare allusioni o riferimenti espliciti alla condivisione di materiale. L’obiettivo era attirare l’attenzione su una storia che poteva interessare. Quindi il mio ruolo è stato quello di un facilitatore, un ponte tra Martina e Corona, ma senza mai prendere decisioni autonome riguardo al materiale o alla sua diffusione“.

Al Corriere però Federico Monzino ha anche raccontato che prima di inviare tutto il materiale al fotografo, lui indossava un cappellino con una telecamera dissimulata nella visiera, sottolineando che “stava riprendendo tutto, senza una mia esplicita autorizzazione”. Il giovane imprenditore milanese ha anche dichiarato che a confermarlo sarebbe stato lo stesso Corona con dei messaggi. “Le chat che ho con lui lo confermano, ma sono contenute nel telefono che ora mi è stato sequestrato. Appena lo riavrò, potrò dimostrarlo”, ha assicurato.

Nel frattempo Monzino ha deciso di sporgere denuncia contro l’ex re dei paparazzi:  il prossimo passo in questa vicenda che non sembra vedere la fine.