Il New York Times nel 1981 l’aveva definita “Prima ballerina assoluta”, una definizione che solo in parte rendeva l’idea della grandezza di Carla Fracci, l’étoile italiana più famosa nel mondo e certamente la più amata. Una figura eterea, carismatica e dall’eleganza innata, che ha reso grande il balletto e l’Italia, ma che ha anche insegnato a intere generazioni di ballerine che nulla si ottiene senza sacrificio.
L’8, il 9 e il 10 novembre al cinema esce Carla, il film a lei dedicato che, come si può intuire dalla scelta di non utilizzare il cognome nel titolo, intende rendere omaggio alla donna oltre il mito e che arriverà in seguito, a dicembre, su Rai Uno.
“Sono davvero felice, soprattutto per Carla, perché se fosse qui avrebbe pianto di gioia”, ha detto Beppe Menegatti, il marito e compagno di una vita intera, presente all’anteprima e alla conferenza stampa che per l’occasione si è tenuta nel Teatro alla Scala, che per Fracci è stato come una seconda casa.
Carla Fracci sul set, il ricordo di Alessandra Mastronardi
“Noi ballavamo e lei ci guardava da dietro le quinte – racconta Alessandra Mastronardi, che nel film ha avuto l’onere e l’onore di interpretare la ballerina – In genere una troupe televisiva fa tanto rumore, ma quando è arrivata lei è calato un silenzio reverenziale. Tra un ciak e l’altro lei si mise sul carrello dei macchinisti e si mise a fare degli esercizi come se fosse alla sbarra”.
Le riprese del film, infatti, erano iniziate prima della sua morte e Carla Fracci aveva voluto recarsi sul set per dare il suo sostegno. “Le avevo chiesto che tipo di emozione o messaggio voleva che venisse fuori. E lei mi rispose ‘la forza e la serietà degli esercizi, della preparazione, dell’impegno'”, ricorda ancora con emozione Alessandra Mastronardi.
Carla, la donna oltre il mito: una lezione di modernità
Il film, come detto, non vuole essere solo un racconto dei suoi successi e del mondo della danza, ma vuole entrare nella sfera più personale della celebre ballerina, per mostrare anche come sia stata non solo massima espressione del ballo, ma anche della femminilità, un’insegnante per tante donne che ancora oggi si trovano a dover fare i conti con una società che non le aiuta a conciliare le proprie ambizioni personali e quelle professionali.
Carla Fracci ci è riuscita, in un periodo storico e in un contesto – quello della danza – ancora più difficili. “Era un tabù, era un dire addio alla carriera. Lei invece ha insegnato che si può fare tutto, che non è necessario rinunciare a essere donna per la carriera o viceversa. E purtroppo è moderna perché è un problema ancora attuale, perché si fa ancora troppa fatica per far combaciare qualcosa che dovrebbe essere naturale”, dice Mastronardi.
Carla Fracci, il più grande rimpianto di Alessandra Mastronardi
È comprensibilmente emozionata l’attrice, che ha avuto la fortuna di avere vicino Carla Fracci nelle prime fasi delle riprese e alla quale ha potuto chiedere consiglio.
Per questo oggi il suo “più grande rammarico è che lei non sia riuscita a vedere il risultato finale. Siamo abituati a vederla con il sorriso smagliante mentre danza. Non abbiamo mai visto le sue ferite, le sue cadute e quello abbiamo voluto portare, andare oltre quel muretto. Ogni frase che dicevo, ogni emozione che cercavo di dare, l’ho fatto per lei”.