Ryan Grantham, chi è l’attore di Riverdale che ha assassinato la madre

Il giovane attore canadese ha sparato alla madre, poi ha iniziato una folle corsa per uccidere il primo ministro Justin Trudeau, armato per commettere una strage

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Redazione

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Pubblicato: 17 Giugno 2022 18:56

Una tragedia immane ha visto protagonista un giovane attore che aveva preso parte alla popolare serie tv Riverdale: Ryan Grantham ha assassinato la madre, e meditava di uccidere il primo ministro canadese, Justin Trudeau, mettendo in atto una vera e propria strage. Il ragazzo, 24 anni ha confessato, e in questi giorni è sotto processo con l’accusa di omicidio di secondo grado. I suoi avvocati hanno già chiesto l’infermità mentale.

Chi è Ryan Grantham, dalla tv alla tragedia familiare

I fan della serie tv Riverdale, in onda negli Stati Uniti sulla CW e da noi in Italia disponibile su Netflix, ricorderanno certamente il volto di Ryan Grantham, nonostante sia comparso solo in un episodio. Fu infatti il suo personaggio, un adolescente che guidava l’auto del padre senza la patente, a investire e uccidere Fred Andrews, interpretato da Luke Perry. Un episodio cult della serie, realizzato in memoria del noto attore scomparso nei mesi precedenti, e che aveva visto come guest star Shannen Doherty.

Ryan, classe 1998, canadese, ha preso parte a innumerevoli serie tv, sempre in piccole parti, ma il suo sogno è sempre stato la recitazione, ed era determinato a seguire questa strada. La notizia arrivata nelle scorse ore dell’efferato omicidio da lui commesso ha ovviamente sconvolto i fan, ma non solo.

Ryan Grantham ha ucciso la madre, ma era pronto a commettere una strage

Gli avvenimenti in questione si sono svolti lo scorso marzo, ma la notizia non è trapelata fino al 16 giugno, dopo l’inizio del processo contro Ryan Grantham, reo confesso dell’omicidio della madre. Il giovane attore si è dichiarato colpevole di un’accusa di omicidio di secondo grado a marzo, declassata dall’accusa iniziale di omicidio di primo grado.

Durante un’udienza in tribunale lunedì 13 giugno, il pubblico ministero ha presentato i risultati di due rapporti psichiatrici che suggeriscono che Grantham fosse motivato ad uccidere sua madre per risparmiarle di assistere a ulteriori violenze che intendeva commettere, in particolare contro il primo ministro canadese, Justin Trudeau.

Ma andiamo per ordine. Secondo quanto emerso in queste ore, nel mese di marzo Ryan, per motivi ancora ignoti, aveva pianificato l’assassinio di Trudeau e della sua famiglia, una strage in piena regola, e aveva raccontato la sua decisione alla madre, Barbara Waite. La donna, 64 anni, secondo la ricostruzione fatta dal ragazzo, avrebbe cercato di calmarlo, e poi sarebbe tornata al pianoforte. A quel punto Ryan le avrebbe sparato alla nuca. Dopo averla uccisa, Grantham ha coperto la madre con un lenzuolo e le ha messo rosari e candele intorno, come riportato dai giornalisti della CBC.

Il ragazzo si è costituito autonomamente, probabilmente in un raro momento di lucidità, ma era armato: aveva con sé tre pistole, munizioni, e 12 bottiglie di molotov pronte all’uso. In auto c’erano anche cartine e indicazioni per raggiungere l’abitazione privata del primo ministro canadese. Pare infatti che Ryan fosse disposto a fare ben 50 ore di auto per raggiungere il suo obiettivo, e durante la strada avesse contemplato anche di fare una strage alla Simon Fraser University, prima di arrendersi e consegnarsi alla polizia. Due stragi sfiorate, e una vita tragicamente tolta.

Se la perizia di infermità mentale venisse confermata, la pena del ragazzo passerebbe dall’ergastolo a soli 20 anni secondo la legge canadese.